Rosolia
Dr. Elia Pignataro
Pediatra Medico Chirurgo, specialista in Pediatria Creato il: 29/05/2024È principalmente una malattia dell’infanzia, ma può colpire anche gli adulti.
La rosolia può causare gravi complicazioni se colpisce le donne in gravidanza, in particolare durante il primo trimestre. L’infezione può provocare aborto spontaneo e difetti congeniti nel feto come sordità, cataratta, malformazioni cardiache e ritardo mentale. A causa del potenziale rischio per i non nati, la vaccinazione contro la rosolia è particolarmente importante per le donne in età fertile.
La prevenzione della rosolia è possibile attraverso il vaccino MMR (morbillo, parotite, rosolia), che fornisce immunità contro le tre malattie. La vaccinazione di routine durante l’infanzia ha ridotto significativamente l’incidenza della malattia nei paesi dove è diffuso il programma di vaccinazione.
Cause
La rosolia è causata dal virus della rosolia, noto anche come Rubella virus. Le principali vie di trasmissione sono:- contatto con persone infette: la rosolia è altamente contagiosa e può essere trasmessa da una persona infetta a una persona non immunizzata attraverso il contatto diretto con le secrezioni respiratorie o con le lesioni cutanee della persona malata;
- trasmissione verticale: le madri infette possono trasmettere il virus al feto durante la gravidanza attraverso la placenta, causando la sindrome rubeolica congenita nel bambino non ancora nato.
Sintomi
La rosolia presenta alcuni sintomi caratteristici, che possono variare in intensità da persona a persona. Tra questi, possiamo distinguere:- febbre moderata: la febbre di solito inizia prima dell’eruzione cutanea e può variare da lieve ai 39°C;
- rash cutaneo: è uno dei sintomi distintivi della rosolia. L’eruzione cutanea è di solito rossa e compare sotto forma di piccole macchie o chiazze. Inizia solitamente sul viso, dietro le orecchie o sul collo e si diffonde poi al resto del corpo, incluso il tronco e le estremità. L’eruzione può durare da 2 a 3 giorni e scompare senza lasciare segni;
- ingrossamento dei linfonodi: i linfonodi dietro le orecchie e nel collo possono gonfiarsi e diventare sensibili al tatto;
- sintomi respiratori lievi: alcune persone possono avere una leggera tosse, naso che cola o mal di gola. Questi sintomi non sono sempre presenti e non sono così evidenti come in altre malattie respiratorie;
- congiuntivite: alcuni individui possono sviluppare infiammazione degli occhi, con arrossamento, gonfiore e secrezioni.
Diagnosi
La diagnosi della rosolia di solito si basa sull’analisi dei sintomi clinici e sulla storia medica del paziente. L’iter si articola generalmente come segue:- anamnesi: il medico specialista raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente, domandando dei sintomi e se si sia già sottoposto a vaccinazione;
- esame fisico: il pediatra, o specialista affine, cerca nel corpo del paziente i segni tipici della rosolia, come febbre, rash cutaneo tipico e gonfiore dei linfonodi;
- test di laboratorio: in alcuni casi, possono essere eseguiti test di laboratorio per confermare la presenza del virus della rosolia ed escludere altre condizioni che possono causare una sintomatologia similare. Tra questi si segnalano test sierologici e test di amplificazione degli acidi nucleici;
- esami complementari: se si sospettano delle complicazioni, il medico può richiedere ulteriori esami.
Rischi
La rosolia può comportare alcuni rischi, specialmente se si verifica durante la gravidanza o in individui con sistema immunitario compromesso. Si segnalano:- complicazioni durante la gravidanza: la rosolia contratta durante la gravidanza può avere conseguenze serie per il feto. Il virus può attraversare la placenta e infettare il feto, causando la sindrome da rubeola congenita. Questa condizione può provocare una serie di anomalie congenite, tra cui sordità, difetti cardiaci, cataratta, ritardo mentale, problemi di sviluppo neurologico e ritardo della crescita intrauterina. La sindrome da rubeola congenita è particolarmente pericolosa se l’infezione si verifica durante il primo trimestre di gravidanza;
- complicazioni neurologiche: sebbene rara, la rosolia può causare complicazioni neurologiche nei bambini e negli adulti. Queste complicazioni possono includere encefalite, meningite, convulsioni e altre condizioni neurologiche;
- artrite: in alcuni casi, la rosolia può causare artrite reattiva, un’infiammazione dolorosa delle articolazioni, specialmente nelle persone adulte;
- complicazioni respiratorie: sebbene raro, la rosolia può causare complicazioni respiratorie, come polmonite, bronchite o otite media;
- infiammazione oculare: in alcuni casi, la rosolia può causare infiammazione degli occhi, nota come congiuntivite, che può provocare arrossamento, gonfiore e secrezioni.
Cure e Trattamenti
Attualmente non esiste una cura specifica per la rosolia, poiché si tratta di una malattia virale. Tuttavia, il trattamento della rosolia è principalmente sintomatico e mira ad alleviare i sintomi e prevenire le complicazioni. Ecco alcune misure generali che possono essere adottate per gestire la rosolia:- riposo e idratazione: è importante che il paziente riposi a sufficienza e beva molti liquidi per mantenere un adeguato stato di idratazione durante la malattia;
- gestione della febbre: per controllare la febbre, è possibile utilizzare farmaci antipiretici da banco come il paracetamolo o l’ibuprofene, seguendo le indicazioni del medico o del farmacista;
- alleviare il prurito: se l’eruzione cutanea associata alla rosolia provoca prurito, è possibile utilizzare lozioni o creme idratanti e lenitive, ma è importante evitare l’uso di creme a base di corticosteroidi senza consulenza medica;
- gestione dei sintomi respiratori: se il paziente presenta sintomi respiratori come tosse o congestione nasale, è possibile utilizzare misure di supporto come l’uso di un umidificatore per alleviare la congestione o il consumo di liquidi caldi per lenire la gola irritata;
- monitoraggio dei sintomi: è importante monitorare da vicino i sintomi del paziente e consultare un medico se si verificano complicazioni o se i sintomi peggiorano.
Bibliografia
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