Cerca uno specialista, una prestazione medica, una patologia o il nome del medico

Cervicalgia

Dr. Mauro Colangelo

Dr. Mauro Colangelo

Neurochirurgo Medico Chirurgo, specialista in Neurologia ed in Neurochirurgia Creato il: 13/07/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023

Si intende, per cervicalgia, un dolore localizzato alla regione cervicale di cui, in qualche momento della loro vita, ne risultano affetti i due terzi della popolazione mondiale. Se il dolore si estende al braccio, si parla di cervico-brachialgia

Si tratta di un disturbo muscolo-scheletrico, che è percepito a livello degli elementi che costituiscono il tratto cervicale della colonna vertebrale. È possibile distinguere una forma acuta ed una forma cronica. Entrambe presentano cause e modalità patogenetiche differenti.

Cervicalgia

Cause Cause

Per comprendere correttamente i meccanismi che possono generare la cervicalgia, è opportuna una breve premessa circa l’anatomia e la fisiologia del collo. Si tratta di una struttura esile, di estrema mobilità, che ha il compito di sostenere la testa, il cui peso è circa 5 chili. Per intenderci, quasi lo stesso di una palla media di bowling.

Quando parliamo del collo, ci riferiamo ad un meraviglioso sistema coordinato. Esso è formato dalle sette vertebre del rachide cervicale (denominate da C1 a C7), in cui si trova il midollo. Queste vertebre sono connesse tra di loro, da:

  • dischi intervertebrali;
  • articolazioni posteriori;
  • legamenti;
  • muscoli che ne consentono il movimento;
  • radici nervose che fuoriescono dalla colonna cervicale.

Il dolore è causato da un’alterazione a carico di qualcuna di queste strutture. A riguardo, è possibile distinguere una cervicalgia con una natura muscolare ed una più precisamente vertebrale.

La cervicalgia di natura muscolare rappresenta la forma più frequente. In genere, è di tipo acuto e può essere la conseguenza di

  • una protratta postura non corretta. Ad esempio, quando si sta per ore alla guida di un veicolo o davanti allo schermo del PC;
  • in seguito ad una brusca flesso-estensione dei muscoli del collo (conosciuto anche come colpo di frusta). Questo comporta uno stress meccanico che, superando la capacità di tolleranza delle strutture anatomiche menzionate, diventa causa di dolore.

Il maggior numero di cervicalgie di tipo muscolare non è causato dal whiplash, ossia il colpo di frusta, o comunque da altri traumi, ma da una componente posturale. Ciò si verifica perché la salute del collo risente dalla curvatura della colonna sottostante e dalla posizione del capo soprastante.

Il dolore nel collo può essere causato da tensione dei muscoli scaleni, sub-occipitali, piccoli pettorali, sottoscapolari ed elevatori della scapola. Se l’allineamento del capo e della colonna non è ottimale, il collo è predisposto ad effetti degenerativi di usura e, pertanto, rivestono ruolo predisponente condizioni strutturali della colonna vertebrale, quali ipercifosi dorsale e iperlordosi lombare. Ricoprono un ruolo concausale anche ulteriori fattori, come:

  • la malocclusione dentaria;
  • la sedentarietà;
  • i disturbi visivi, come la diplopia;
  • lo stato di tensione emotiva protratta, che comporta posture scorrette. Queste sfociano in contratture ed irrigidimenti della muscolatura del collo e della spalla, paradigmatiche della cefalea di tipo tensivo.

La cervicalgia di natura vertebrale presenta un carattere in prevalenza cronica ed è conseguente alla cervicartrosi o spondilosi cervicale. Si tratta di una patologia degenerativa a carico del rachide cervicale. Si accompagna a deformazioni ipertrofiche delle vertebre cervicali, per la presenza di osteofiti, che restringono il canale midollare, e una diminuzione del diametro dei forami vertebrali, predisponendo ad una possibile sindrome compressiva dei nervi, o anche del midollo nei casi di stenosi del canale spinale.

Questa è una condizione che tende a peggiorare con il passare del tempo, seppur non rapidamente. Interessando le strutture nervose del tratto cervicale, può provocare una radicolopatia oppure una mielopatia spondilosica. In queste situazioni, alla cervicalgia, si può aggiungere:

  • cervico-brachialgia, ossia un dolore diffuso all’arto superiore, con disturbi di forza muscolare (ipostenia);
  • parestesie, ovvero deficit sentitivi;
  • nei casi più gravi, anche una moderata tetraparesi, ossia una riduzione della forza ai quattro arti.

Ad aggravare i sintomi di questa tipologia di cervicalgia, in genere, possono concorre anche il freddo e condizioni ambientali, quali una forte umidità.

Altre cause di cervicalgia, possono essere rappresentate da:

  • artrite reumatoide;
  • ernia discale cervicale;
  • emorragia sub-aracnoidea;
  • linfoadenite laterocervicale;
  • fattori banali come, ad esempio, un materasso troppo morbido o un cuscino non adeguato, o ancora una postura inadeguata di sonno, come dormire su un sofà.

Sintomi Sintomi

In base a quanto esposto precedentemente, è possibile distinguere tra sintomi osteo-muscolari e sintomi neurologici

Nei primi, la cervicalgia è avvertita come un dolore incessante e di entità variabile, a carico del collo. Il dolore assume il tipico carattere del “torcicollo”, che non permette di muovere in maniera naturale il tratto cervicale. Le difficoltà possono essere di vario tipo, da girare il capo o a piegarlo verso lo sterno (rigidità). Il dolore può manifestarsi in correlazione ad altri sintomi. Tra questi, troviamo:  

  • possibili rumori e schiocchi;  
  • sensazione di avere “sabbiolina” tra le vertebre;
  • indolenzimento delle spalle e della schiena, con conseguente fatica a rimanere a lungo in piedi.

Il grado di intensità della cervicalgia, oltre ad essere relativo alla soggettiva sopportazione del dolore, dipende della causa che l’ha prodotta. Per questo motivo, se è stata generata da un colpo di frusta, il dolore assume un carattere trafittivo. Sarà molto superiore a quello causato da una posizione scorretta, assunta durante il sonno notturno.

I sintomi neurologici, invece, sono rappresentati da:

  • intorpidimento e formicolio localizzato;
  • brachialgia;
  • debolezza del braccio e della mano;
  • a volte, possono manifestarsi anche parestesie, sotto forma di formicolii, o sensazioni di calore in varie parti del corpo.

Altri sintomi meno specifici sono rappresentati da:

  • una sensazione d’instabilità stando in piedi a occhi chiusi;
  • disturbi dell’equilibrio nei cambiamenti di posizione (da sdraiato a eretto);
  • disturbi del sonno;
  • fascicolazioni;
  • disturbi dell’udito, in particolare acufeni (ronzii a un orecchio);
  • molto raramente, ischemia vertebro-basilare da compressione di una arteria vertebrale, da parte di osteofiti molto pronunciati.

A seconda di quali prevalgano, o se vi è commistione di sintomi osteo-muscolari e neurologici come descritti sopra, si identificano le seguenti tre varianti di cervicalgia:

  1. cervicalgia semplice, in cui il dolore è meramente riferito al collo. È costituita da soli sintomi osteo-muscolari;
  2. cervico-brachialgia, allorquando il dolore si estenda al braccio, con concomitanza di altri fenomeni neurologici;
  3. sindrome cervico-cefalica, se sono presenti sintomi secondari quali cefalea, vertigini, acufeni, etc.

Diagnosi Diagnosi

Trattandosi di un disturbo dalle cause multifattoriali, la diagnosi di natura è essenziale per impostare una terapia corretta. È chiaro, quindi, che ciò presupponga, in primis, un’adeguata e accurata indagine anamnestica. Questa sarà finalizzata ad accertare le modalità di comparsa della cervicalgia. Si tratta, cioè, di capire:

  • se la patologia si sia manifestata ex abrupto o se, al contrario, si sia instaurata in maniera graduale; 
  • le caratteristiche di irradiazione del dolore; 
  • l’eventuale concomitanza di altri disturbi, riservando una particolare attenzione al tipo di lavoro svolto ed alle relative modalità esecutive.

Dopodiché, si prosegue con l’esame locale, mirato alla ricerca della presenza di trigger points e di taut band, ossia punti di iper-irritabilità muscolare e zone di tensione connesse. Verranno prese in esame:

  • la mobilità del rachide cervicale e del rachide in toto;
  • la postura;
  • le caratteristiche dell’andatura.

L’esame delle funzioni neurologiche sensitive e motorie va svolto con la massima precisione, valutando:

  • motilità, forza e simmetria dei riflessi osteo-tendinei ai quattro arti;
  • sensibilità tattile e particolarmente quella vibratoria (pallestesia);
  • trofismo muscolare degli arti;
  • eventuale presenza di ipotrofie distrettuali.

Le indagini strumentali variano dalla radiografia diretta del rachide cervicale alle ultime acquisizioni della diagnostica per immagini, come la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), che ha sostituito quasi completamente la TAC. La RMN permette, in maniera inequivocabile, di individuare un eventuale coinvolgimento del midollo spinale o di qualche radice spinale, quale conseguenza di erniazioni del disco intervertebrale.

Il rilevo di un conflitto disco-radicolare o di una compressione della corda midollare deve essere ulteriormente approfondito con indagini neuro-diagnostiche funzionali del tipo dell’Elettromiografia (EMG) oppure dei Potenziali Evocati Somato-Sensoriali (PESS).

La diagnosi differenziale comprende l’esclusione di altre patologie, quali:

  • la sindrome del tunnel carpale;
  • l’artrite;
  • la fibromialgia;
  • la sclerosi multipla;
  • la spondilite;
  • le miopatie;
  • la miastenia gravis;
  • la presenza di masse nel midollo spinale;
  • la sclerosi laterale amiotrofica (e ogni malattia del motoneurone);
  • molte patologie neuromuscolari o muscolo-scheletriche varie, da lievi a gravi.

Rischi Rischi

In base a quanto esposto fino a questo momento, si capisce come una cervicalgia, che si manifesta in maniera acuta, e in stretta correlazione con traumi o prestazioni fisiche straordinarie, o posizione incongrue assunte nel lavoro o nel sonno, è una forma semplice di natura muscolare. Per questo motivo, la si può ritenere priva di rischi.

Se, al contrario, si tratta di una forma inveterata, insorta con carattere di lenta progressività, specie se associata a disturbi neurologici, come alterazioni della forza o della sensibilità, o a sintomi di carattere più generale, allora, è necessario ricorrere alla valutazione specialistica. Questo perché potrebbero essere interessate strutture nervose, che finirebbero per deteriorarsi irreversibilmente.

Per la cervicalgia di tipo trafittivo, infine, va fatta una specifica a parte. Essa si presenta con carattere fulmineo, accompagnandosi a cefalea parossistica: potrebbe essere l’espressione di una emorragia sub-aracnoidea, da rottura di aneurisma che, se non prontamente e correttamente diagnosticata, può compromettere la vita stessa del paziente. Di seguito, si indicano i sintomi di accompagnamento, che potrebbero denotare una condizione medica potenzialmente seria, all’origine di una cervicalgia: 

  • febbre; 
  • cefalea con nausea o vomito; 
  • malessere generale; 
  • problemi di coordinazione nel camminare o scrivere; 
  • variazioni dello stato di coscienza, in modo particolare confusione mentale.

Anche se ciò non indica necessariamente di essere nel pieno di una condizione di emergenza, è comunque fortemente indicato richiedere un’osservazione medica. Tali sintomi, infatti, sono considerati red flag, ovvero segnali di allarme.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Va premesso che la terapia farmacologica non è richiesta per tutti i casi di cervicalgia. Un buon numero di essi, come quelli più semplici, relativi a stiramento delle strutture muscolo- legamentose e tendinee del collo, guariscono in un arco temporale abbastanza breve (1 o 2 giorni). Sono queste le forme che si giovano di trattamenti empirici, a base di caldo e freddo, come impacchi freddi per ridurre l’infiammazione, impacchi caldi e massaggi per rilassare la muscolatura.

In presenza di contratture muscolari e di dolore persistente, invece, si ricorre a trattamenti con un’efficacia maggiore. Al fine di valutare l’entità del dolore, si raccomanda di utilizzare criteri di misurazione basati sull’evidenza, al fine di favorire il percorso di cura con la scelta dei farmaci più appropriati e la presa in carico riabilitativa, come verrà detto in seguito. Nella clinica delle algie e delle disabilità vertebrali, sono state introdotte numerose scale, tra cui:

  • la scala analogico-visiva (VAS);
  • il McGill Pain Questionnaire;
  • l’Oswestry Disability Index (ODI);
  • il il Neck Pain and Disability Scale (NPDS), specificamente sviluppato per quantificare il dolore e la disabilità correlabile a cervicalgia. Si tratta dello strumento più valido per la valutazione globale della cervicalgia e dei disturbi ad essa correlati. Si può agevolmente auto-somministrare. Prevede venti domande, che riguardano l’intensità del dolore e le interferenze con le principali attività quotidiane, correlabili a cervicalgia. Ogni risposta prevede un range da 0 (funzionalità normale) a 5 (peggiore condizione). Sommando i punteggi ottenuti alle singole domande, il risultato conclusivo può variare da 0 (nessuna disabilità) a 100 (massima disabilità).


Se il dolore è occasionale ed è comparso in maniera acuta e, inoltre, il punteggio NPDS arriva ad un massimo di 30, si utilizzano, per un breve arco temporale (7-10 giorni), farmaci analgesici (es. paracetamolo, ibuprofene, naproxene, ecc.). Se il punteggio arriva a 50, gli antinfiammatori non steroidei (Fans) come il Diclofenac e, per valori superiori, infiltrazioni di anestetici locali e cortisone. Se la cervicalgia è consecutiva ad un colpo di frusta, è bene consigliare di indossare un collare (tipo Schantz oppure Philadelphia). È utile associare, a questi farmaci, dei miorilassanti (ciclobenzaprina, tiocolchicoside).

Se la cervicalgia appare spesso o ha una lunga durata, insieme all’utilizzo di antinfiammatori e antidolorifici, è necessario intraprendere un percorso riabilitativo con esercizi specifici per il collo. Ciò al fine di migliorare la funzionalità della zona cervicale e permettere alla persona di mantenere le sue consuete attività.

A tal proposito, un aiuto importante è rappresentato da una corretta massoterapia e dalle terapie fisiche (TENS, ultrasuoni, laserterapia, elettro-analgesia, termoterapia e agopuntura). Se la cervicalgia è sostenuta da una condizione di patologia degenerativa della colonna, appurata con il ricorso alle indagini strumentali citate (RM, TAC, EMG, PESS), si impone un’osservazione specialistica in ambiente neurochirurgico, in ordine a valutare l’indicazione al trattamento richiesto dal caso specifico.

L’approccio chirurgico può prevedere l’asportazione di un’ernia discale, se il disco estrude in un forame di coniugazione, comportando conflitto con la relativa radice spinale. Nel caso di stenosi del canale spinale da spondilo-artrosi, infine, l’intervento consiste invece in una laminotomia decompressiva.

Bibliografia

  • Binder AI (March 2017). "Cervical spondylosis and neck pain". BMJ. 334 (7592): 527–31. doi:10.1136/bmj.39127.608299.80. PMC 1819511. PMID 17347239.
  • Machado GC, Maher CG, Ferreira PH, Day RO, Pinheiro MB, Ferreira ML (July 2017). "Non-steroidal anti-inflammatory drugs for spinal pain: a systematic review and meta-analysis". Annals of the Rheumatic Diseases. 76 (7): 1269–1278. doi:10.1136/annrheumdis-2016-210597. PMID 28153830. S2CID 22850331.
  • Giansanti, D.; Colombaretti, L.; Simeoni, R.; Maccioni, G. (2019). Masia, Lorenzo; Micera, Silvestro; Akay, Metin; Pons, José L. (eds.). "The Text Neck: Can Smartphone Apps with Biofeedback Aid in the Prevention of This Syndrome". Converging Clinical and Engineering Research on Neurorehabilitation III. Biosystems & Biorobotics. Cham: Springer International Publishing. 21: 754–758. doi:10.1007/978-3-030-01845-0_150. ISBN 978-3-030-01845-0. S2CID 81281600.
  • Graham N, Gross A, Goldsmith CH, Klaber Moffett J, Haines T, Burnie SJ, Peloso PM (July 2018). "Mechanical traction for neck pain with or without radiculopathy". The Cochrane Database of Systematic Reviews (3): CD006408. doi:10.1002/14651858.cd006408.pub2. PMID 18646151.
  • Martin-Gomez, Carmen; Sestelo-Diaz, Rebeca; Carrillo-Sanjuan, Victor; Navarro-Santana, Marcos Jose; Bardon-Romero, Judit; Plaza-Manzano, Gustavo (2019). "Motor control using cranio-cervical flexion exercises versus other treatments for non-specific chronic neck pain: A systematic review and meta-analysis". Musculoskeletal Science and Practice. 42: 52–59. doi:10.1016/j.msksp.2019.04.010. PMID 31030111. S2CID 139105299.
  • Martimbianco AL, Porfírio GJ, Pacheco RL, Torloni MR, Riera R (December 2019). "Transcutaneous electrical nerve stimulation (TENS) for chronic neck pain". The Cochrane Database of Systematic Reviews. 2019 (12): CD011927. doi:10.1002/14651858.cd011927.pub2. PMC 6953309. PMID 31830313.

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

Cerca i migliori specialisti che si occupano di Cervicalgia nelle province di: Roma, Milano, Torino, Brescia

Vuoi una parlare con uno specialista?
Hai bisogno di un Dottore per Cervicalgia?

Trova il Medico più adatto alle tue esigenze.

Hai bisogno di un Dottore per Cervicalgia?
Caricamento...