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Malocclusioni

Dr. Alberto Diaspro

Dr. Alberto Diaspro

Chirurgo Maxillo-facciale Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale Creato il: 16/01/2018 Ultimo aggiornamento: 28/11/2023
Con il termine malocclusione si fa riferimento a quella condizione caratterizzata da una posizione dei denti dell’arcata superiore non allineata correttamente con quelli dell’arcata inferiore. Si parla, in questo caso, di discrepanza dall’occlusione ideale.

In base a quanto l’occlusione si discosti da quella ideale, e anche in base al rapporto tra le arcate dentarie e le ossa mascellari, è possibile distinguere varie tipologie di malocclusioni, con implicazioni funzionali ed estetiche diverse a seconda dei casi. Nello specifico, avremo:
 
  • malocclusioni dentarie: sono relative al modo di contattare delle arcate dentarie, senza però andare ad alterare i connotati estetici del volto del paziente;
  • malocclusioni basali o ossee, quelle in cui la discrepanza tra le arcate dentarie è determinata da un'alterata crescita del mascellare superiore e/o della mandibola.
Malocclusioni

Cause Cause

Le malocclusioni presentano un’origine multifattoriale. Comunemente, infatti, vengono ritenute essere il risultato di una concomitanza di:
 
  • fattori genetici;
  • anomalie di posizione della lingua a riposo e durante la deglutizione;
  • anomalie respiratorie;
  • abitudini scorrette.
Ciononostante, va specificato come non sempre queste condizioni possano condurre a una consapevolezza del problema. I sintomi, infatti, molto spesso appaiono lenti o correlati ad ulteriori problemi di natura odontoiatrica, che però si manifestano con ritardo e in un secondo momento.
 

Sintomi Sintomi

Per quanto riguarda la sintomatologia che contraddistingue la malocclusione, possiamo trovare diversi segni clinici. Generalmente, questi possono manifestarsi come:
 
  • problemi respiratori: dal russamento all'apnea, che nei pazienti rappresentano di solito una conseguenza dell’alterato sviluppo delle ossa facciali, con alterazione degli spazi di passaggio per l’aria, e che possono quindi essere molto gravi ed invalidanti;
  • in tal senso, potrebbe verificarsi il classico fenomeno della respirazione “a bocca aperta”;
  • difficoltà durante la masticazione;
  • acufene e/o ronzii;
  • ripercussioni anche a carico della colonna vertebrale, con il famigerato mal di schiena;
  • spesso, patologie da reflusso gastroesofageo.

Diagnosi Diagnosi

Generalmente, la diagnosi viene posta mediante visita specialistica, in cui il Dentista si occuperà sia dell’anamnesi clinica del paziente, che di analizzare la sintomatologia lamentata.
Successivamente, passerà all’esame obiettivo, in cui vengono valutati i segni clinici. Per approfondire la diagnosi, inoltre, lo specialista può chiedere di ricorrere a esami strumentali, quali:

 
  • radiografie delle arcate dentarie, di testa e cranio, nonché della faccia. Si tratta di esami utili per verificare il grado di severità della malocclusione;
  • TAC: viene eseguita per completare la visita. Si tratta di un esame che viene utilizzato per visualizzare anche in tre dimensioni l’intero massiccio facciale, riconoscendo anomalie a carico del mascellare superiore, della mandibola o di entrambe le ossa.
Mediante questi esami, sarà possibile riconoscere:
 
  • una ipoplasia, ossia una mandibola piccola. Si tratta di una condizione che, di solito, comporta l’alterazione della percezione del viso. In generale, il mento appare sfuggente, i denti anteriori risultano inclinati in avanti e, a causa del poco spazio a disposizione, quelli inferiori presentano affollamento. Naso ed orecchie sono percepiti allo sguardo come più grandi. Il palato, l’arcata dentaria superiore e gli spazi respiratori nasali risultano anch’essi più stretti, a causa della mancanza dello stimolo alla crescita secondario, dell’errata posizione della lingua che non trova spazio nell’arcata inferiore troppo piccola, e che non promuove quindi lo sviluppo di una adeguata ampiezza di queste strutture. L’errato posizionamento della lingua, di frequente, genera anche alterazione della respirazione, provocando disturbi come il russamento, apnea e respirazione a bocca aperta; 
  • il mascellare superiore piccolo. Si caratterizza per un profilo concavo o piatto, con mancanza di supporto del labbro superiore, con la mandibola ed il mento in apparenza troppo grandi e prominenti. Di solito, può accompagnarsi ad affollamento dentario superiore e presenza di denti inclusi (canini e terzi molari, c.d. denti del giudizio). In tale condizione, può essere presente la classica respirazione a bocca aperta, che impedisce il regolare flusso d’aria nasale. Ciò può determinare un’alterazione dello sviluppo del mascellare superiore; 
  • morso aperto anteriore: è la conseguenza di una complessa interazione di anomalie proprie dello sviluppo, causate da una mandibola piccola e una postura errata della lingua, oltre a una respirazione a bocca aperta. I denti anteriori non si toccano, mentre quelli posteriori sono sottoposti a un’usura significativa, con il rischio concreto di perderli prima del tempo; 
  • iperplasia, nota anche come mandibola grande. Si tratta di uno sviluppo del viso eccessivo durante la crescita; 
  • sindrome della faccia lunga e sorriso gengivale: è una condizione secondaria alla respirazione a bocca aperta. Di conseguenza, anche la mandibola è portata ad allungarsi, con un notevole incremento della lunghezza del volto. Questo eccesso comporta l’impossibilità per le labbra di chiudersi e coprire i denti, nonché lascia le gengive scoperte quando si sorride; 
  • retrusione bimascellare, ovvero una condizione in cui il mascellare superiore e la mandibola si presentano di piccole dimensioni. Le cause possono essere svariate ed è molto comune tra i pazienti; 
  • asimmetria facciale: può essere una condizione congenita, come esito di precedenti traumi facciali che rallentano il processo di crescita di un lato della mandibola.

Rischi Rischi

In presenza di una malocclusione, è importante che ci si rivolga a uno specialista. Il rischio, infatti, è che una malocclusione non diagnostica o, peggio, non trattata in adolescenza, possa comportare problemi più seri una volta che il paziente diventa adulto.

Se, al contrario, tale patologia viene diagnosticata durante lo sviluppo delle ossa facciali della persona, il relativo trattamento odontoiatrico potrà risultare più semplice. In tal caso, infatti, potrà trarre giovamento dalla plasticità del processo di crescita, in modo che, nel tempo, si possa ottenere un risultato maggiormente stabile.

Oltre a questo, la malocclusione può provare anche ulteriori complicazioni, quali, ad esempio:
 
  • uno scorretto allineamento del viso;
  • aumentato pericolo di contrarre patologie odontoiatriche come le carie, la gengivite, la piorrea, ecc.;
  • dolore mandibolare e/o extra-mandibolare.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento ortodontico o ortodontico-chirurgico eseguito in età adulta presenta infatti caratteristiche molto differenti da quello eseguito nell’infanzia o adolescenza. In generale, comunque:
 
  • le malocclusioni dentarie sono trattate con apparecchi dall’Ortodontista;
  • le malocclusioni ossee o basali richiedono un trattamento combinato ortodontico e chirurgico, e nella loro terapia insieme all’Ortodontista interviene il Chirurgo Maxillo-facciale.
Di solito, si ricorre alla terapia chirurgica in quei casi in cui l’ortodonzia non abbia sortito gli effetti desiderati. In ogni caso, bisogna specificare come la chirurgia vada sempre integrata con l’ortodonzia, sia contemporaneamente che in modo sequenziale.

Gli interventi chirurgici vengono effettuati al fine di riposizionare l’osso su cui sono inseriti i denti. In tal senso, possiamo distinguere:
 
  • la corticotomia: nota anche come chirurgia dento- alveolare, sfrutta le capacità plastiche dell’osso che viene inciso, in modo da adattarsi alla nuova posizione dei denti. Sono interventi che vengono eseguiti durante il trattamento ortodontico, in regime ambulatoriale ed in anestesia locale;
  • la chirurgia ortognatica: prevede il riposizionamento delle arcate dentarie intere che vengono separate (Osteotomia) dal resto della struttura ossea, riposizionate e fissate mediante placche e viti.
Ogni intervento chirurgico viene programmato mediante valutazioni strumentali in 3D, utili per prevedere la futura posizione dei denti e ossa del volto. 

La programmazione di ogni intervento chirurgico avviene mediante valutazioni strumentali tridimensionali, al fine di prevedere la futura posizione dei denti ed ossa del volto. Generalmente, i principali interventi chirurgici vengono svolti dopo un periodo di ortodonzia, utile a preparare il paziente. Successivamente, sono seguiti anche da un periodo di ortodonzia di rifinitura del risultato chirurgico, in anestesia totale in sala operatoria.

Per quanto concerna la chirurgia dento-alveolare, si tratta di un tipo di intervento che va ad esercitare sull’osso lo stimolo che serve per modificare la sua compattezza. L’intervento viene eseguito in ambulatorio e in anestesia locale e permette di poter correggere la malocclusione, grazie a un osso in grado di modificarsi anatomicamente. Si tratta di un intervento che, dunque, consente di trattare in maniera più rapida, rispetto al passato, le malocclusioni.

La chirurgia ortognatica (o ortognatodontica), invece, permette di correggere le malocclusioni di un grado severo, che di frequente sono correlate a gravi alterazioni funzionali, nonché estetiche, del volto del paziente. L’intervento prevede che vengano eseguiti dei tagli (osteotomie) attraverso l’intero spessore dell’osso che separano l’arcata dentaria, consentendo di porla nella posizione programmata rispetto all’occlusione desiderata.

Generalmente, l’opzione chirurgica è seguita, in un secondo momento, da interventi correttivi. Interventi ai quali, a seconda dei casi, si può ricorrere anche contestualmente all’operazione. Tra questi troviamo:
 
  • ostetomia mascellare (di LeFort): è utilizzata per correggere le anomalie del mascellare superiore, consentendo anche un miglioramento della respirazione nasale;
  • ostetomia mandibolare (di Obwegeser): consente la correzione della lunghezza e della rotazione della mandibola. Grazie a questo intervento, è possibile mettere in contatto i denti dell’arcata inferiore con quelli superiori, aumentando così lo spazio respiratorio dietro la lingua;
  • intervento combinato bimascellare: prevede di correggere la posizione di entrambi i mascellari, combinando gli interventi precedenti. In genere, può essere combinato anche con interventi di riposizionamento del mento (mentoplastica) ed al naso (rinoplastica).

Bibliografia

  • What is a malocclusion?. Masucci C, Oueiss A, Maniere-Ezvan A, Orthlieb JD, Casazza E. Orthod Fr. 2020.
  • The role of orthodontics in temporomandibular disorders. Michelotti A, Iodice G. J Oral Rehabil. 2010 May;37(6):411-29. doi: 10.1111/j.1365-2842.2010.02087.x. Epub 2010 Apr 9.
  • Etiology and treatment need of malocclusion. Helm S. J Can Dent Assoc. 1979 Dec;45(12):673-6.

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