Osteonecrosi
Dr. Alessandro Ortolani
Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 23/02/2024Le ossa maggiormente interessate da questa condizione patologica sono il femore e l'omero.
Cause
L’osteonecrosi, in genere, si verifica in seguito a traumi, per esempio in seguito a cadute o incidenti di sorta. Infatti, lesioni articolari (ad esempio, distorsioni o lussazioni) o delle ossa (per esempio, fratture).Tra le cause di origine non traumatica, invece, rientrano vari fattori ma il più comune è l’assunzione, ad alte dosi o prolungata, di corticosteroidi; questi, sebbene il meccanismo non sia ancora completamente chiaro, provocherebbero un accumulo di grassi sulle pareti dei vasi sanguigni, causando una parziale occlusione e riducendo l’afflusso di sangue alle ossa.
Tra le altre cause, meno frequenti, di osteonecrosi, si hanno situazioni che aumentano la fragilità ossea o dei vasi sanguigni; tra queste rientrano:
- alcolismo: l’abuso di alcol può infatti danneggiare i vasi sanguigni, andando a creare dei depositi di grasso, che non consentono al sangue di fluire liberamente. Con il tempo, questa condizione può condurre a ad occludere completamente il calibro dei vasi, generando casi di osteonecrosi;
- assunzione prolungata di bifosfonati: questi sono spesso utilizzati nel trattamento dell’osteoporosi ma possono causare un accumulo di tessuto osseo soprattutto a livello della mandibola, aumentando il rischio di morte delle cellule;
- radioterapie, in quanto le radiazioni possono indebolire sia i tessuti ossei che i vasi sanguigni;
- anemia falciforme, in cui i globuli rossi assumono una forma che ostruisce il flusso sanguigno e quindi l’irrorazione delle ossa;
- artrite reumatoide e malattie sistemiche (quale, ad esempio, l’AIDS, lupus, diabete), in quanto lo stato di infiammazione persistente può essere nocivo per la circolazione sanguigna e l’uso persistente di antinfiammatori (in particolare corticosteroidi) può causare danni sia alla circolazione che alle ossa stesse.
Sintomi
L’osteonecrosi ha generalmente un esordio silente che si può protrarre anche per settimane. Quando iniziano a manifestarsi, uno dei sintomi più comuni e persistenti dell'osteonecrosi è il dolore nell'area interessata dalla necrosi. Inizialmente, il dolore può essere lieve o intermittente, ma può diventare più intenso e costante man mano che l'osso si deteriora ulteriormente. Il dolore può essere descritto come sordo, pulsante o acuto, e può aumentare durante l'attività fisica o il carico sull'osso colpito.Con il progredire della condizione, le ossa tendono a indebolirsi, prima aumentando il rischio di fratture e poi collassando totalmente; inoltre, se la zona colpita è in prossimità di un’articolazione anche questa può subire danni, riducendo la capacità di eseguire attività quotidiane come camminare, salire le scale o sollevare oggetti.
In base alle zone interessate dalla condizione, si possono osservare sintomi specifici; nell’osteonecrosi dell’anca, per esempio, il dolore può svilupparsi tra l’inguine e la coscia, limitando la capacità di deambulare.
Diagnosi
La diagnosi di osteonecrosi deve essere posta da uno specialista ortopedico. Il sospetto diagnostico può essere dato dalla presenza di fratture e lussazioni il cui dolore non migliora o in pazienti che hanno una storia di uso prolungato di corticosteroidi o di patologie del sangue.Per la conferma diagnostica è necessario lo svolgimento di esami diagnostici strumentali. Le radiografie sono gli esami che vengono svolti più spesso ma possono dare esito negativo nelle fasi iniziali della malattia anche con forti sospetti diagnostici; in questi casi, la risonanza magnetica può fornire informazioni utili anche sullo stato delle articolazioni vicine.
Alcuni esami di complemento (ad esempio, le analisi del sangue) possono essere accoppiati all’imaging per individuare eventuali patologie sottostanti e che possono essere responsabili della necrosi.
Rischi
I rischi principali associati all'osteonecrosi dipendono dalla gravità della condizione e dalla localizzazione dell'osso colpito. In generale, un trattamento tardivo della malattia può portare a fenomeni di fragilità ossea, che aumenta il rischio e la frequenza di fratture.Se la condizione arriva nei suoi stadi più avanzati, la complicanza più frequente è rappresentata dal collasso osseo, una condizione che si verifica quando il tessuto necrotico non ha più la resistenza di quello sano, cedendo sotto il peso del corpo.
Quando la lesione necrotica si presenta vicino ad articolazioni (come, ad esempio, quelle delle anche, delle ginocchia o della mandibola), queste possono essere a loro volta danneggiate, rendendo difficile l’esecuzione dei movimenti.
Cure e Trattamenti
Il trattamento dell'osteonecrosi dipende dalla gravità della condizione, dalla localizzazione dell'osso colpito e da altri fattori individuali del paziente. Nelle forme lievi si possono usare analgesici o antinfiammatori non steroidei per ridurre il dolore e l’infiammazione.Nei casi più gravi, in cui sono presenti lesioni ossee di dimensioni medio-grandi, la procedura di elezione è chirurgica e consiste nella decompressione, in cui il tessuto danneggiato viene rimosso per stimolare la ricrescita di tessuto normale al suo posto. Infine, se il collasso osseo non è evitabile o è già avvenuto, la procedura di riferimento consiste nell’impianto di protesi articolari, generalmente protesi d’anca o di ginocchio.
La fisioterapia può essere parte integrante del trattamento dell'osteonecrosi, specialmente nelle fasi avanzate della malattia o dopo interventi chirurgici, in quanto possono agevolare il recupero della mobilità e dei movimenti.
Bibliografia
- Osteonecrosis (ON), (Avascular Necrosis; Aseptic Necrosis; Ischemic Necrosis of Bone), Stuart B. Goodman, MD, PhD, Stanford University.
- Pavelka K. Osteonecrosis. Baillieres Best Pract Res Clin Rheumatol. 2000 Jun;14(2):399-414.
- Zizic TM. Osteonecrosis. Curr Opin Rheumatol. 1991 Jun;3(3):481-9.
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