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Protesi anca

Dr. Domenico Topa

Dr. Domenico Topa

Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 08/07/2017 Ultimo aggiornamento: 04/12/2023

La protesi d’anca è un dispositivo medico, utilizzato in chirurgia, al quale si fa ricorso quando le ossa dell’articolazione in questione risultano particolarmente o seriamente danneggiate.

Esistono due tipologie di protesi d’anca, ovvero:

  • endoprotesi: note anche come protesi parziali, che vengono utilizzate al fine di sostituire soltanto una parte dell’articolazione femorale;
  • protesi totali: utilizzate, invece, al fine di sostituire l’intera articolazione dell’anca, composta da femore e acetabolo.
Protesi anca

Cause Cause

Come facilmente immaginabile, il motivo che porta al ricorso di questo specifico tipo di protesi è il malfunzionamento dell’anca. Tra le cause che possono determinare questa condizione, la più comune risulta essere l’artrosi.

Quando parliamo di artrosi, ci riferiamo ad una patologia degenerativa cronica, su base infiammatoria, che può colpire le articolazioni, dalle più piccole alle maggiori del nostro apparato muscoloscheletrico. Le cause sono differenti, tant’è che possiamo parlare di:

  • artrosi primaria: si tratta della forma più comune, legate a cause non ben definite, per lo più di natura congenita;
  • artrosi secondaria: quando si manifesta come conseguenza di patologie di per sé scatenanti il processo degenerativo, come potrebbero essere fratture, malattie reumatiche, necrosi della testa del femore, e altre ancora.

Generalmente, si ricorre all’intervento di protesi quando i sintomi lamentati dal paziente risultano non più sopportabili o comunque responsabili di un peggioramento della qualità della vita.

Sintomi Sintomi

Di solito, i sintomi che fanno sospettare una patologia a carico dell’anca, e prendere in considerazione l’opzione chirurgica della protesi, sono riferibili a un dolore intermittente cronico.

La manifestazione è tipicamente mattutina e tende a ridursi durante la giornata, per poi ripresentarsi al termine della stessa. Nelle fasi più avanzate, il dolore diventa continuo e invalidante, fino al punto da compromettere lo svolgimento di azioni abitualmente eseguite, inficiando il benessere del paziente stesso. 
 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi si pone su base clinica. Per determinare la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico per la protesi d’anca, è necessaria la visita specialistica, mediante la quale l’ortopedico valuta i sintomi riferiti dal paziente e analizza i segni clinici riscontrati.

Oltre l’esame obiettivo, per approfondire ulteriormente la diagnosi, lo specialista può ricorrere ad altri esami strumentali, basandosi sui tipici reperti che possono essere osservati con una radiografia, secondo proiezione stabilite, sia dell'anca che del bacino.

Nella preparazione dell’operazione, infine, possono essere utili determinati test ad aiutare il Chirurgo ortopedico nel pianificare l’intervento. Nello specifico:

  • esami ematochimici;
  • esame delle urine;
  • elettrocardiogramma.

Rischi Rischi

L’intervento della protesi d’anca si contraddistingue per un’alta percentuale di successo, ben oltre il 95% dei casi. Al tempo stesso, può vantare anche numerosi benefici apportati ai pazienti e, soprattutto grazie alle moderne tecniche chirurgiche, anche i tempi di ospedalizzazione si sono ridotti notevolmente rispetto al passato.

Generalmente, il paziente riacquisisce una mobilità dell’anca ottimale. Come visto, si tratta di un intervento che non presenta grosse complicazioni. Ciononostante, va detto come esistano dei rischi, seppur rari e in piccole percentuali (stimati in meno dell’1% dei casi), da tenere in considerazioni, tra cui:
 
  • un’eventuale infezione, che rappresenta comunque un rischio comune di qualsiasi altro tipo di intervento;
  • dolori provocati dalla protesi;
  • fratture intraoperatorie;
  • trombosi venosa profonda (eventualità particolarmente rara).

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

La scelta dell’approccio chirurgico varia in base all’età e alla corporatura del paziente. In base a queste caratteristiche dell’individuo, infatti, viene scelto l’approccio meno invasivo, in modo da diminuire eventuali complicazioni.

Va detto come, negli ultimi anni, le tecniche operatorie mininvasive siano in continuo aggiornamento ed evoluzione, permettendo di ottenere risultati sempre migliori e, al tempo stesso, consentendo un recupero delle attività ordinarie in tempi sempre più brevi. Lo stesso discorso vale anche per i modelli di protesi attualmente a disposizione, sempre più efficaci e duraturi nel tempo.

Dopo l’intervento, comunque, al paziente è richiesto di sottoporsi a un percorso di fisioterapia, finalizzato a rafforzare i glutei, la coscia e ripristinare così il movimento dell’anca, mediante esercizi specifici. 
 

Bibliografia

  • The operation of the century: total hip replacement. Learmonth ID, Young C, Rorabeck C.Lancet. 2007 Oct 27;370(9597):1508-19. doi: 10.1016/S0140-6736(07)60457-7.PMID: 17964352.
  • Hip replacement. Ferguson RJ, Palmer AJ, Taylor A, Porter ML, Malchau H, Glyn-Jones S.Lancet. 2018 Nov 3;392(10158):1662-1671. doi: 10.1016/S0140-6736(18)31777-X.PMID: 30496081.
  • La protesi dell'anca. www.ior.it

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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