Orchite
Dr. Marco Beringi
Urologo Medico Chirurgo, specialista in Urologia Creato il: 19/02/2024L’orchite può essere classificata come acuta, una condizione più rara, che si sviluppa rapidamente e improvvisamente, o cronica, che si sviluppa lentamente nel tempo.
Cause
L’orchite acuta e isolata (quindi senza interessamento dell’epididimio) si manifesta in larga parte in seguito a un’infezione virale. La causa più comune di questa infezione è in genere il virus della parotite (o orecchioni) e, in questi casi, l’orchite compare entro pochi giorni da quando si osserva il rigonfiamento delle ghiandole salivari. Più raramente si possono osservare orchiti causate da varicella e mononucleosi.Anche le infezioni batteriche possono causare orchiti, sebbene siano meno comuni rispetto a quelle virali. Queste possono verificarsi a seguito di un'infezione del tratto urinario, di un'infezione sessualmente trasmissibile (ad esempio, la gonorrea e la clamidia) o di un'infezione che si diffonde da altre parti del corpo (principalmente dall’epididimo, la zona sovrastante i testicoli).
Più in generale, tra i fattori di rischio per la comparsa dell’orchite rientrano:
- traumi diretti ai testicoli, che possono avvenire in seguito a infortuni sportivi, incidenti o anche interventi chirurgici che hanno interessato le vie urinarie;
- rapporti sessuali a rischio, in quanto possono esporre a infezioni sessualmente trasmissibili;
- mancata vaccinazione antiparotite, che costituisce la principale causa delle orchiti;
- età avanzata, specie in quei pazienti che hanno superato i quaranta anni di età.
Sintomi
In genere, il dolore ai testicoli è uno dei sintomi più comuni dell'orchite. Il dolore può essere acuto, sordo o lancinante e può variare in intensità; in genere, questo è localizzato al testicolo interessato, anche se può diffondersi all’area inguinale.Il secondo segno clinico evidente è rappresentato dal gonfiore dei testicoli interessati dall’infiammazione, che rende lo scroto dolorante al tatto e, talvolta, anche arrossato o violaceo. In alcuni casi, si può accumulare del liquido attorno ai testicoli (idrocele).
Nei casi gravi di orchite, o diagnosticati tardivamente o trattati in maniera non corretta, si possono presentare sintomi come secrezioni purulente o di sangue nello sperma, con dolore durante la minzione e l’eiaculazione, e gonfiore dei linfonodi inguinali.
Tra le possibili manifestazioni rientrano anche febbre (che può essere anche elevata), brividi e malesseri generali, sintomi di un’infiammazione generale.
Diagnosi
La diagnosi di orchite può essere facilmente posta da un urologo, dopo un’attenta anamnesi per conoscere la storia clinica del paziente e informarsi circa l’eventuale presenza di malattie sessualmente trasmesse o di una parotite.L’esame obiettivo, invece si basa sull’osservazione dei linfonodi inguinali e di eventuali secrezioni, nonché sull’eventuale rigonfiamento dei testicoli, le cui dimensioni andranno poi monitorate mediante un’ecografia.
L’esecuzione di esami strumentali, in particolare di ecocolordoppler, può essere necessaria per distinguere l’orchite da una torsione testicolare o da altre patologie che possono provocare un ingrossamento dei testicoli.
Rischi
Generalmente l’orchite si risolve in un paio di settimane, ma se non viene trattata correttamente e rapidamente, i sintomi possono diventare persistenti e fastidiosi, influenzando pesantemente la qualità della vita e il benessere generale del paziente. Inoltre, in alcuni casi, si può andare incontro a possibili complicanze, come l’atrofia testicolare, ossia la riduzione di volume (restringimento) del testicolo o di entrambi. L’atrofia può comportare anche una riduzione della fertilità, che può diventare anche sterilità completa ma solo se l’orchite è bilaterale.Tra le ulteriori complicazioni dell’orchite, possiamo trovare anche una riduzione della produzione di testosterone (ipogonadismo) oppure, nei casi diagnosticati con ritardo o non trattati, la formazione di ascessi testicolari. Questi producono secrezioni purulente fistolizzandosi dallo scroto.
Cure e Trattamenti
In virtù del fatto che la sintomatologia tende a regredire spontaneamente, per l’orchite di origine virale, la strategia terapeutica è rappresentata da un trattamento che riduca il fastidio causato dai sintomi stessi. In genere, quindi, si predilige l’applicazione di impacchi freddi sulla zona gonfia, in modo da ridurre l’afflusso di sangue e quindi l’infiammazione. Per ridurre il dolore si può anche fare ricorso ad antinfiammatori non steroidei e analgesici. Durante questo periodo, è consigliabile restare a riposo e astenersi dai rapporti sessuali. È bene notare che il gonfiore testicolare può persistere anche per alcuni mesi dopo la risoluzione dell’infiammazione.Nei casi in cui l’orchite è di origine batterica, la strategia di trattamento si basa sull’eradicazione dell’infezione che ne è alla base. In genere, il trattamento è costituito dall’assunzione di antibiotici specifici per le malattie sessualmente trasmesse.
L’orchite è una condizione che può essere prevenuta avendo cura di evitare l’esposizione a fattori di rischio; in questo senso, la prima misura di prevenzione è costituita dalla vaccinazione antiparotite, che previene la principale causa di orchiti. Per prevenire le malattie sessualmente trasmesse, invece, è fondamentale mantenere una buona igiene intima e, soprattutto, evitare rapporti a rischio, utilizzando sempre il preservativo.
Bibliografia
- Orchitis, Patrick J. Shenot, MD, Thomas Jefferson University Hospital.
- Tozzo PJ. Orchitis. Mod Treat. 1970 Sep;7(5):1044-8.
- Masarani M, Wazait H, Dinneen M. Mumps orchitis. J R Soc Med. 2006 Nov;99(11):573-5.
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