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Vaginoplastica

Dr. Francesco Saverio Mari

Dr. Francesco Saverio Mari

Chirurgo Proctologo Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 09/10/2023

Con il termine vaginoplastica si intendono sia gli interventi ricostruttivi o rimodellanti della vagina, che gli interventi per la creazione di una neo-vagina nel percorso di cambio di sesso.

Gli interventi di plastica vaginale sono un gruppo di procedure miste funzionali-estetiche, finalizzate al miglioramento e/o al ripristino della corretta anatomia vaginale ed al miglioramento della sua funzionalità. L'utilizzo di queste tecniche consente di riparare i danni prodotti da:

  • invecchiamento;
  • parto;
  • gravidanza;
  • pregressi interventi chirurgici, che condizionano non solo l'aspetto estetico ma anche quello funzionale della vagina.  

Le alterazioni dell'anatomia dell'introito vaginale, delle piccole e grandi labbra o della regione pubica o perineale, si associano, spesso, ad un deterioramento della funzione vaginale, con ripercussioni sull'attività sessuale e sulla vita di relazione.

L’intervento di creazione di una neo-vagina è, invece, un procedimento che viene spesso richiesto da persone che desiderano adeguare il proprio corpo alla propria identità di genere. Questa procedura prevede l’asportazione degli organi genitali maschili e la ricostruzione dell’apparato genitale femminile.

Vaginoplastica

Cause Cause

Ad esclusione del semplice inestetismo fisico, le principali alterazioni anatomo-funzionali vaginali, che portano alla necessita di una vaginoplastica sono:

  • allargamento dell’introito vaginale;
  • allentamento dei tessuti vaginali;
  • prolasso vaginale e/o vescicale;
  • cicatrici vaginali retraenti e/o dolorose;
  • ipertrofia, asimmetria o ipotrofia delle grandi labbra;
  • disfunzioni sessuali (dispareunia, anorgasmia, riduzione sensibilità vaginale, etc.);
  • atrofia vaginale.
Le cause alla base di queste alterazioni possono essere molteplici, le più frequenti sono:
 
  • traumi fisici;
  • interventi chirurgici;
  • parto naturale;
  • infezioni;
  • menopausa;
  • alterazioni ormonali;
  • invecchiamento tissutale;
  • terapie mediche o radianti. 

Quando prendiamo in considerazione l’intervento di vaginoplastica per la costruzione di una neovagina, questo non è legato ad alterazioni anatomiche e la sua indicazione è legata al percorso di riattribuzione chirurgica del sesso, nei soggetti affetti da “disforia dell'identità di genere”. Questo processo prevede solitamente un lungo iter, in cui, parallelamente alle procedure legali per ottenere le autorizzazioni alla riconversione sessuale (asportazione dei genitali maschili e creazione dei genitali femminili) e l’attribuzione di un nuovo nome e sesso, è necessario seguire un percorso medico-psicologico, in cui si alternano valutazioni psichiatriche e terapie endocrinologiche, prima di arrivare all’intervento chirurgico.

Sintomi Sintomi

Le alterazioni anatomiche della vagina si associano spesso ad una serie di sintomi conseguenti alla perdita della funzione dell’organo. Alcune delle disfunzioni vaginali più comuni sono:

  • infezioni vaginali ricorrenti: la perdita del trofismo mucoso e di una corretta anatomia può portare al ripetersi di infezioni come la candidosi o la vaginosi batterica che possono causare sintomi come prurito, bruciore, dolore durante i rapporti sessuali, secrezioni anomale e odore sgradevole;
  • atrofia vaginale: l'atrofia vaginale è una condizione che si verifica comunemente durante la menopausa, quando i livelli di estrogeni diminuiscono. Può causare secchezza vaginale, prurito, bruciore, dolore durante i rapporti sessuali e aumento del rischio di infezioni urinarie;
  • dispareunia: la dispareunia è la presenza di dolore durante i rapporti sessuali che può arrivare fino a rendere impossibile la penetrazione;
  • vulvodinia: la vulvodinia è una condizione caratterizzata da dolore cronico o fastidio nella zona vulvare senza una causa evidente. Può causare bruciore, prurito, dolore e sensibilità nella zona vulvare;
  • prolasso vaginale: la debolezza dei muscoli e dei legamenti pelvici porta al cedimento delle strutture di sostegno ed alla discesa dell’utero fino ad arrivare nei casi più gravi alla fuoriuscita delle parteti vaginali o dell’utero dall’orifizio vaginale. Il prolasso può causare sintomi come la sensazione di "caduta" o "pressione" nella vagina, la sensazione di peso o disagio nella zona pelvica, la sensazione di rigonfiamento nella vagina, la difficoltà a svuotare completamente la vescica o l'intestino, l’incontinenza urinaria, il dolore durante i rapporti sessuali e la secchezza o irritazione vaginale.

Per quanto riguarda i semplici inestetismi fisici, o il percorso di cambio di sesso, non si può parlare di una sintomatologia fisica, ma principalmente di ripercussioni psicologiche legate alla propria condizione anatomica.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi è principalmente clinica, infatti, attraverso il semplice colloquio anamnestico e l’esame fisico è possibile individuare le disfunzioni e le alterazioni anatomiche alla base del disagio lamentato dalle pazienti.

In casi selezionati, è possibile approfondire le alterazioni anatomo-funzionali attraverso specifici esami, come:

  • la risonanza magnetica pelvica;
  • l’ecografia pelvi-perineale e transvaginale;
  • l’elettromiografia pelvica;
  • lo studio delle sensibilità vaginali;
  • la manometria vaginale.

Rischi Rischi

I rischi, legati ad un intervento di plastica vaginale, possono riguardare sia il semplice intervento chirurgico che i risultati attesi. I principali sono:

  • infezione o sanguinamento dalla ferita;
  • formazione di cicatrici ipertrofiche o retraenti;
  • alterazione della sensibilità locale;
  • insoddisfazione del risultato estetico (purtroppo i risultati estetici sono condizionati dalla situazione anatomica di partenza e dalla presenza di complicazioni);
  • insoddisfazione del risultato funzionale (la funzione dell’organo non dipende solo dalla sua anatomia, quindi attraverso la ricostruzione anatomica vi può essere un recupero totale o parziale della funzionalità).

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Gli interventi di vaginoplastica consentono di riparare i danni che l'invecchiamento, la gravidanza, il parto o la chirurgia hanno prodotto a livello dell'introito vaginale, delle piccole e grandi labbra o della regione pubica o perineale. Le principali tecniche di Vaginoplastica sono:

  • restringimento vaginale: noto anche come colpoplastica, è un intervento chirurgico che viene eseguito per ridurre le dimensioni della vagina. Questa procedura può essere richiesta da donne che desiderano migliorare la tonicità e la sensibilità vaginale, spesso a causa di problemi come il rilassamento dei tessuti vaginali dopo il parto o con l'invecchiamento. Durante il restringimento vaginale, il chirurgo rimuove l'eccesso di tessuto vaginale e stringe i muscoli del pavimento pelvico per ridurre la dimensione della vagina. La personalizzazione del percorso terapeutico, sulla base delle caratteristiche di ciascuna donna e delle sue aspettative estetiche e funzionali, è la chiave di successo di questo tipo di procedura. Il restringimento vaginale si può avvalere dell’utilizzo di più tecniche diverse in contemporanea ed essere associato a procedure di ringiovanimento tissutale. Le procedure di restringimento vaginale non sono finalizzate solo al miglioramento estetico, ma soprattutto al recupero di una buona sensibilità durante i rapporti sessuali e al recupero della fiducia sessuale;
  • plastica vaginale associata alla sospensione degli organi pelvici: il rinforzo delle pareti vaginali (anteriore e posteriore), attraverso l’intervento di colpoperineoplastica, viene spesso associato alla correzione del prolasso degli organi pelvici. Il prolasso degli organi pelvici, conseguente al rilassamento delle strutture del pavimento pelvico, condiziona significativamente la funzione sessuale delle donne, basti pensare alla riduzione della camera vaginale, in presenza di un prolasso vaginale, o dell'utero od anche di un prolasso vescicale. La correzione del prolasso degli organi pelvici, mediante un intervento chirurgico sospensivo, porta al miglioramento della funzione di questi organi e dell'attività sessuale;
  • labioplastica: l’intervento è finalizzato al rimodellamento e alla simmetrizzazione delle piccole e grandi labbra. In presenza di piccole labbra esuberanti, è possibile ridurne le dimensioni e modificarne la forma, per evitare che si proiettino oltre le grandi labbra. L'armonizzazione della forma delle grandi labbra aiuta a ridonare un aspetto giovanile alla vagina;
  • liposcultura vulvare: in presenza di una regione sovra pubica o di grandi labbra atrofiche o assottigliate oppure di un monte di venere molto pronunciato, è possibile eseguire degli interventi di rimodellamento del tessuto grassoso mediante la liposcultura vulvare. Attraverso micro-infiltrazioni di acido ialuronico o tessuto grassoso autologo della paziente, è possibile “rimpolpare” la zona vulvare (monte di Venere, grandi e piccole labbra, ostio vaginale). Nei casi in cui vi sia un monte di venere molto pronunciato, è invece possibile ridurne le dimensioni attraverso una mini-liposuzione;
  • correzione delle cicatrici vaginali: in presenza di cicatrici vaginali, e soprattutto se queste sono causa di sintomi disagevoli o di disfunzioni delle strutture pelviche, è sempre utile correggerle. La tipologia di trattamento di queste cicatrici va personalizzata sul singolo caso, tenendo in considerazione le caratteristiche del tessuto cicatriziale, la sede e i sintomi che queste producono. Spesso, è sufficiente asportare il tessuto cicatriziale andando a risuturare rispettando i piani anatomici. Negli ultimi anni, si sta facendo un grande utilizzo delle tecniche di chirurgia rigenerativa nel trattamento delle cicatrici vaginali, con ottimi risultati. La rigenerazione tissutale dei tessuti vaginali si basa sull'utilizzo di cellule totipotenti (cellule con la capacità di diventare tessuto mucoso o epiteliale), presenti nel tessuto grassoso, che vengono prelevate attraverso una mini-liposuzione. Queste cellule vengono isolate e addizionate ad una soluzione ricca di fattori di crescita tissutali (plasma ricco di piastrine) e del tessuto cutaneo e mucoso vaginale. Nei casi meno complicati, in cui è sufficiente la sola stimolazione alla rigenerazione dei tessuti, è possibile intervenire con il PRP (plasma ricco di piastrine).

L’intervento di vaginoplastica, nel cambio di sesso, è una procedura complessa, che passa attraverso il disassemblamento dei genitali maschili ed il riutilizzo di parte di questi per la creazione ex novo della vagina. Esistono varie tecniche per la creazione della neovagina, utilizzando la cute del pene e/o dello scroto, l’uretra o il colon. A prescindere dal tipo di tessuto utilizzato per creare la vagina, il clitoride viene ottenuto sfruttando una porzione di glande e risparmiando tutta la struttura vascolo nervosa del pene. Al termine della procedura, che solitamente viene eseguita in un unico tempo chirurgico, la sensibilità del neoclitoride sarà conservata.

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