Idronefrosi
Dr. Nazario Foschi
Urologo Medico Chirurgo - Dottore di Ricerca, specialista in Urologia Creato il: 17/07/2017 Ultimo aggiornamento: 07/11/2023Con il termine idronefrosi si identifica una dilatazione delle vie escretrici renali, le quali si dilatano a causa di un accumulo di urina. Tale condizione patologica causa il rigonfiamento dei calici e della pelvi renale (primo tratto delle vie urinarie extrarenali), talvolta estendendosi fino all'uretere. Tale circostanza determina sofferenza renale.
Cause
A causare l'idronefrosi, in genere, sono:
- malformazioni anatomiche;
- gravidanza;
- infezioni croniche;
- patologie croniche ad evoluzione fibrotica;
- calcoli urinari;
- neoplasie (come tumore della prostata o della vescica);
- esiti pregressi di alcuni trattamenti (tra cui quelli endourologici o di chirurgia e radioterapia addominale e pelvica).
Sintomi
Durante la fase acuta, l’idronefrosi può manifestare gli stessi sintomi della colica renale, come:
- dolore improvviso al fianco;
- brividi e febbre;
- eventuale presenza di nausea o vomito.
Se, invece, la patologia è cronica, la sintomatologia può essere più lieve. Generalmente, il paziente presenterà dolori affini ad un mal di schiena o un senso di pesantezza sul fianco interessato.
Talvolta, in particolare quando la patologia si manifesta in modo lento e graduale, l’idronefrosi può rivelarsi asintomatica.
Diagnosi
Per eseguire una diagnosi di idronefrosi è utile effettuare un'ecografia. Talvolta, tuttavia, dopo una valutazione clinica ed un esame obiettivo di un medico specializzato, correlata da una scrupolosa raccolta anamnestica, in base al sospetto clinico, può verificarsi la necessità di eseguire:
- Tac addomino-pelvica;
- Uro-Tac;
- in casi selezionati, una Uro-RMN.
Infine, di frequente, vi è il bisogno di confermare la diagnosi per mezzo di una angioscintigrafia renale sequenziale, con o senza test diuretico.
Rischi
I principali rischi che l’idronefrosi può comportare sono:
- la graduale perdita di funzionalità del rene interessato;
- il progressivo sviluppo di insufficienza renale cronica.
Nelle fasi iniziali, tali circostanze, tuttavia, spesso non sono evidenti dai soli esami ematochimici, a causa del compenso che il rene sano effettua.
Non bisogna, inoltre, trascurare il rischio infettivo. Tale condizione, nel corso della patologia, può portare a quadri clinici gravi, come la pielonefrite o la urosepsi. Queste malattie infiammatorie necessitano di un’azione tempestiva, poiché possono avere conseguenze fatali.
Cure e Trattamenti
La principale priorità terapeutica è risolvere l'ostruzione urinaria, nonché la conseguente dilatazione causata.
Generalmente, possono essere necessari allo scopo di restaurare la normale funzionalità del rene coinvolto:
- un trattamento endourologico (come ureterolitotrissia, litotrissia percutanea, posizionamento di stent ureterali e ureteroscopia);
- un trattamento chirurgico mininvasivo o tradizionale.
Bibliografia
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