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Infiammazione intestinale

Dr. Luigi D'Ambra

Dr. Luigi D'Ambra

Chirurgo Generale Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale Creato il: 16/02/2024
L’infiammazione intestinale è un disturbo comprendente diverse patologie dell’apparato digerente. Si caratterizza per sintomi quali dolori addominali frequenti, diarrea, perdita di peso e affaticamento.

La causa esatta si ritiene che possa essere il risultato di una serie di fattori, sia di tipo genetici che ambientali.

Le persone che ne sono affette, soltanto in Italia, sono oltre 200.000 mila. Negli anni, il numero dei casi è cresciuto notevolmente ed è destinato ad aumentare ulteriormente. Si tratta di una condizione patologica che interessa indistintamente i due sessi. Tendenzialmente, i pazienti cominciano a manifestare i primi sintomi tra i 15 e i 40 anni di età.
 
Infiammazione intestinale

Cause Cause

L’infiammazione intestinale è causata da una risposta anomala del sistema immunitario che, improvvisamente, attacca i batteri normalmente presenti nell’apparato digerente del soggetto. Le cause di questo comportamento sono ad oggi sconosciute, ma si ipotizza un'origine multifattoriale
 
  • fattori genetici: alcuni soggetti sarebbero geneticamente predisposti a sviluppare l’infiammazione intestinale, in particolare il morbo di Chron e la colite ulcerosa;
  • intolleranze alimentari: come celiachia o intolleranza al lattosio;
  • fattori psicosomatici: per cui l’infiammazione compare in conseguenza di forte stress e ansia;
  • fattori ambientali: tra questi, il più importante risulta essere quello relativo al fumo.

Sintomi Sintomi

L’infiammazione intestinale si manifesta perlopiù con dolori addominali ricorrenti e diarrea. Ulteriori sintomi possono essere: 
 
  • meteorismo: si tratta di un fastidio abbastanza diffuso, che comporta gonfiore addominale e spesso l'emissione più o meno frequente di gas intestinali per via anale;
  • vomito: si intende la violenta espulsione di contenuto gastrico, prodotta da una contrazione involontaria della muscolatura addominale;
  • diarrea: si tratta di un disturbo della defecazione, che consiste nell’emissione rapida di feci liquide o semiliquide;
  • perdita di peso: che può presentarsi come conseguenza del malassorbimento.
La sintomatologia può essere correlata anche da altri segni clinici, quali, ad esempio, febbre, nausea e crampi addominali.
 

Diagnosi Diagnosi

L’infiammazione intestinale va sospettata in quei pazienti che all’anamnesi riportino i sintomi di cui sopra e confermata attraverso specifici esami laboratoriali e strumentali. 
Durante la fase anamnestica, lo specialista raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente, sui sintomi e sulla presenza di eventuali fattori scatenanti o malattie autoimmuni nella storia familiare del paziente. Successivi esami laboratoriali e strumentali confermano il sospetto diagnostico 
 
  • esame delle feci: l’analisi delle feci è utile per identificare possibili batteri causa dell’infezione, compresi quelli a trasmissione sessuale del retto (gonorrea, Clamidia, infezione da virus dell’herpes); 
  • esami del sangue: possono essere richiesti esami del sangue per valutare i livelli di emoglobina e di globuli bianchi nel sangue. Si tratta di esami utili al fine di rilevare eventuali carenze nutrizionali che potrebbero o causare infiammazione intestinale o essere l’esito della stessa; 
  • endoscopia: l’endoscopia può essere eseguita per osservare direttamente l’intestino. Durante la procedura, lo specialista può prelevare dei campioni di tessuto (biopsia tissutale) da esaminare al microscopio in cerca di eventuali segni, e relative cause, di infiammazione; 
  • risonanza magnetica: esami di imaging come la risonanza magnetica, l’ecografia addominale e la tomografia computerizzata possono essere utilizzati per visualizzare eventuali cambiamenti strutturali o segni di infiammazione nell’intestino.
Infiammazione intestinale

Rischi Rischi

L’infiammazione intestinale può essere fastidiosa e invalidante per il paziente. Tra i principali rischi associati all’infiammazione, laddove non opportunatamente trattata, si segnalano: 
 
  • sindrome da malassorbimento: l’infiammazione intestinale può interferire con l’assorbimento dei nutrienti nel tratto digestivo, con conseguente malnutrizione. I sintomi come la diarrea persistente e riduzione dell’appetito possono contribuire a una carenza di vitamine, minerali e proteine essenziali per il corpo; 
  • cancro del colon: le persone affette da infiammazione intestinale hanno un rischio aumentato di sviluppare il cancro del colon. È importante sottoporsi regolarmente a screening e controlli medici per individuare eventuali cambiamenti o anomalie che potrebbero indicare un tumore; 
  • complicazioni extra-intestinali: l’infiammazione intestinale può influenzare anche altre parti del corpo, al di fuori del tratto digestivo. Possono verificarsi, ad esempio, problemi come le infiammazioni articolari (ad esempio le spondiloartriti), di natura oculare (ad esempio, l’uveite) o epatica (es. la colangite sclerosante primitiva). 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

L’approccio al trattamento dell’infiammazione intestinale è multimodale e dipende dalle cause sottostanti. È possibile segnalare alcuni approcci generali: 
 
  • dieta e gestione dello stress: qualora le cause siano da ricondurre a intolleranze alimentari o fattori psicosomatici, può essere raccomandata una dieta speciale, integrata con tecniche di rilassamento muscolare o meditazione. Si tratta perlopiù di diete basate su cibi facilmente digeribili come carni magre, riso, patate e verdure cotte. È importante evitare cibi piccanti, fritti, alcol e caffeina;
  • terapia farmacologica: ci sono diversi farmaci disponibili per il trattamento dell’infiammazione intestinale, tra cui corticosteroidi, farmaci immunomodulatori e antibiotici, possono essere d'aiuto a ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi dell’infiammazione intestinale.

Bibliografia

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