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Nodulo al seno

Prof. Roberto Verzaro

Prof. Roberto Verzaro

Chirurgo Generale Medico Chirurgo - Professore Aggregato, specialista in Chirurgia Generale, chirurgia oncologica e chirurgia mininvasiva (laparoscopica e robotica) Creato il: 31/07/2017 Ultimo aggiornamento: 24/11/2023

Il termine “nodulo al seno” o “addensamento” non corrisponde ad una diagnosi di malignità o di benignità, ma indica il rilevamento di un rigonfiamento o protuberanza, che si rileva come “diversa” dal resto del tessuto mammario. 

La mammella è costituita infatti da un insieme di lobi disposti attorno al capezzolo. Ogni lobo è separato dall’altro da tessuto grasso in quantità variabile ed è, in un certo modo, un’entità a sé stante.

Quando si evidenzia, infatti, un sospetto tumore maligno in un determinato spazio, vi è la possibilità che i lobi vicini siano sani, ma è tuttavia probabile che in altre porzioni dello stesso lobo vi siano delle lesioni “devianti”. 

Si deve inoltre evidenziare che la ghiandola mammaria, nel corso della vita, muta gradualmente nell’aspetto, soprattutto durante una gravidanza e/o con l’assunzione di determinati farmaci.

I noduli mammari sono abbastanza comuni e, generalmente, non sono maligni. Si possono riconoscere:

  • il Fibroadenoma. In età giovanile, la patologia benigna della mammella più comune è rappresentata dal Fibroadenoma (FAD). Si tratta di un nodulo di tessuto fibroso (fibroma) generalmente multiplo (sono presenti lesioni di maggiori dimensioni, accompagnate da altre di pochi millimetri). Nella maggior parte dei casi, il nodulo è stabile nelle dimensioni e, solo di rado, provoca dolore. Solo nel caso in cui crescesse rapidamente e causasse sofferenza, può essere necessario asportarlo. È bene asportare il fibroma anche nel caso, pur crescendo lentamente, superasse i 2/2,5 cm di diametro. Tali dimensioni permetterebbero, infatti, una ferita chirurgica minima. Se, invece si temporeggiasse, sarebbe complicato non lasciare un “vuoto”, specie in una mammella di piccole dimensioni; 
  • la Fibroadenosi è la patologia benigna più diffusa dopo i 30 – 35 anni. Essa, in realtà, diviene una patologia unicamente nelle varianti più marcate. Infatti la Fibroadenosi consiste in un graduale processo di involuzione (invecchiamento) della ghiandola, durante il quale tessuto fibroso sostituisce il tessuto ghiandolare mammario. Tale processo, che talvolta colpisce lobi mammari distanti tra loro, vede l'alternarsi di processi di riacutizzazione a fasi di stasi. Nelle fasi di riacutizzazione, genera,di frequente, nella paziente, un dolore che si estende anche all’ascella ed al braccio. Durante le stesse fasi, si manifesta anche la costituzione di cisti (sacche contenenti siero). Queste ultime possono avere una dimensione variabile e si trovano sia isolate che raccolte a grappolo, lungo gli assi dei lobi mammari. Solitamente il quadro, dopo la menopausa, inizia ad attenuarsi, fino al punto in cui si atrofizza del tutto;
  • i Papillomi. Facendo un'ecografia, i condotti del latte possono apparire molto dilatati per accumulo di secrezione nel loro interno. Nei casi in cui tali dotti presentino anche una forma irregolare, siano tortuosi e mostrino al loro interno come dei piccoli “polipi”, siamo davanti a dei papillomi. In alcuni casi, tali lesioni si manifestano provocando secrezione dal capezzolo (e/o, talvolta, sanguinamento) generando notevoli infiammazioni (in particolare mastiti, nonostante non siano legate all’allattamento). La Papillomatosi dei dotti sarebbe una patologia benigna. Tuttavia, le cellule dei Papillomi possono causare gravi danni alla paziente, per cui è importante trattarli con una certa prudenza.
Nodulo al seno

Cause Cause

Nella maggior parte dei casi, le cause principali coinvolgono il tessuto fibroghiandolare della mammella, tra cui:

  • fibroadenomi;
  • infezioni della mammella (tra cui ascessi o raccolte di pus);
  • displasie fibrocistiche.

Sintomi Sintomi

​​I sintomi che lasciano presagire un nodulo al seno ne definiscono il quadro clinico specifico. Possiamo stilare un elenco dei sintomi che possono dare un campanello d’allarme:
 
  • massa palpabile delle ghiandole mammarie;
  • senso di tensione al seno;
  • superficie liscia e contorni definiti e regolari;
  • forma rotondeggiante od ovoidale;
  • assenza di dolore;
  • dolore locale continuo (mastodinia);
  • contorni non netti;
  • cute arrossata;
  • secrezione ematica (sangue) dal capezzolo.

Diagnosi Diagnosi

La diagnostica delle patologie della mammella si basa su tre metodiche principali: 

  • mammografia, per valutare se vi siano “distorsioni” della struttura dei tessuti causate da lesioni patologiche. Verifica anche la presenza di calcificazioni. Si ritiene sufficiente – in assenza di specifiche indicazioni – effettuare l’esame ogni 18 / 24 mesi;
  • ecografia bilaterale, indispensabile poiché, spesso, si trovano reperti patologici proprio nella mammella che non mostra segni clinici di rilievo. Praticato su indicazione specifica, è un ottimo "supporto" alla pratica clinica tradizionale;
  • biopsia (mediante agoaspirazione o chirurgia a cielo aperto), consente una diagnosi della lesione a livello istologico.

Un singolo esame Eco o Mammografico può non essere dirimente. Talvolta può, tuttavia, essere utile a precisare la diagnosi. 

Un gran numero di ecografie e/o mammografie viene eseguite avendo come unica motivazione il dolore mammario. Nonostante questo sintomo possa essere molto allarmante, la diagnostica strumentale non è sempre in grado di trovare una causa di tale disturbo. 

Sebbene, infatti, il primo sintomo del nodulo alla mammella sia il dolore mammario, spesso in donne giovani può essere attribuibile a disordini ormonali, all’uso della pllola.

In molte Regioni, il Servizio Sanitario ha attivato programmi di screening del carcinoma mammario. Si tratta di programmi di indubbia utilità, al fine di ottenere una diagnostica precoce. Va tuttavia sottolineato che in Medicina si definiscono Test di Screening quelle procedure che sono volte ad individuare, in una popolazione tipo, i soggetti che possono presentare un alto rischio di manifestare una certa patologia. L’esecuzione di tali esami ha apportato notevoli miglioramenti riguardo alla probabilità di guarigione nella maggior parte delle donne.

Tuttavia, bisogna fare attenzione al fatto che i test di screening non “facciano diagnosi”, ma il loro scopo è individuare i soggetti che devono essere sottoposti ad un approfondimento con altre tecniche diagnostiche. Tali screening:

  1. hanno come target di riferimento la fascia di popolazione considerata “a rischio” per età (sono mirati soprattutto alle donne di età compresa tra 45 e i 65);
  2. si svolgono con una cadenza tra i 18 ed i 24 mesi. Tale frequenza è stabilita relativamente al tempo medio in cui un tumore mammario può insorgere;
  3. non è finalizzato a studiare patologie benigne (sebbene una donna possa essere affetta da fibroadenomi o papillomi, tali noduli possono non esser messi in luce dallo screening);
  4. si basa, generalmente, sulla mammografia. L’ecografia, invece, viene proposta solo in un secondo momento, al fine di approfondire i risultati dello screening;
  5. non sono adatti al fine di controllare i soggetti “ad alto rischio”, quali, ad esempio, le pazienti con una comprovata familiarità per la patologia.

Sebbene non si debba escludere l'errore medico, bisogna evidenziare che alcuni tumori mammari, soprattutto in una prima fase, possono sembrare patologie benigne o strutture del tutto normali. Ciò accade almeno fino a quando rientrano in determinate dimensioni o quando, talvolta, lo specialista è davanti a condizioni individuali particolari (come nel caso di una mammella molto “densa” o “grossa”). Tali circostanze possono ridurre la possibilità di diagnosticare precocemente lesioni patologiche, soprattutto nei casi in cui esse siano ancora molto piccole. 

È necessario precisare che la storia biologica di un tumore mammario può variare tra un soggetto e l’altro; basti pensare al fatto che, in alcune donne, tra la comparsa del nodulo e la manifestazione clinica della malattia, possono passare perfino dieci anni. Alcune forme sfuggono facilmente alla diagnostica di routine. Vi sono, infatti, casi in cui il periodo di tempo in cui la malattia si manifesta può ridursi ad un solo anno (o meno). Talvolta, il decorso della patologia è favorito da particolari condizioni. In gravidanza, per esempio, alcuni tumori divampano repentinamente causando, non di rado una Mastite da allattamento. Vi sono anche delle forme in cui, sebbene il focolaio primario del tumore non superi pochi millimetri, sia capace di causare metastasi a distanza.

Si può stimare che, nel 70 – 80% dei casi, ecografia e mammografia siano capaci di  diagnosticare un carcinoma della mammella prima che si manifesti clinicamente. 

Rischi Rischi

​​Le donne che presentano noduli al seno di natura benigna hanno, nella maggior parte dei casi, più possibilità di sviluppare un tumore al seno rispetto alle donne che non hanno mai manifestato alcun disturbo al seno. 
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Dal momento che, come abbiamo evidenziato, il nodulo mammario non è canceroso, sarà lo specialista a valutare che tipo di monitoraggio (se a breve o lungo termine) eseguire sulla paziente. 

La terapia può variare da persona a persona. È infatti fondamentale, al fine di procedere con una cura adeguata, prestare attenzione a quale sia la causa dei noduli ed ai sintomi riferiti dalla paziente.

Per i noduli benigni, solitamente si ricorre a:

  • terapia farmacologica: prescrizione di pillola anticoncezionale, al fine di evitare una crescita del nodulo e di ridurre le dimensioni;
  • rimozione chirurgica nel caso il nodulo superasse i 2,5/3 cm.

Sono efficaci, nel caso la paziente presenta dolore in prossimità dei noduli, anche

  • antinfiammatori (FANS);
  • analgesici;
  • reggiseni confortevoli;

Nel caso in cui, in un secondo momento, si presentasse un tumore alla mammella, il trattamento può variare. In base all’intensità del tumore, si potrà ricorrere a:

  • farmaci;
  • chirurgia;
  • radioterapia;
  • chemioterapia.

Bibliografia

  • Ahmed, Ibrar, et al. "Triple assessment of breast lump." Journal of the College of Physicians and Surgeons--pakistan: JCPSP 17.9 (2007): 535-538.
  • Marchand, E., and C. Uzan. "Noduli mammari." EMC-AKOS-Trattato di Medicina 18.1 (2016): 1-5.
  • ​​Memon, Aisha, et al. "Changing pattern of benign breast lumps in young females." World J Med Sci 2.1 (2007): 21-4.
  • Il tumore della mammella. www.salute.gov.it

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