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Sideremia

Prof. Gabriele Pozzato

Prof. Gabriele Pozzato

Ematologo Medico Chirurgo - Professore Associato, specialista in Ematologia ed in Gastroenterologia Creato il: 06/09/2024
La sideremia è la misurazione della concentrazione di ferro nel siero del sangue, espressa in microgrammi per decilitro (mcg/dL). 

Il ferro è un minerale essenziale per molte funzioni biologiche, in particolare per la sintesi dell'emoglobina, la proteina che trasporta l'ossigeno nei globuli rossi. Il ferro gioca anche un ruolo cruciale nel metabolismo energetico, nel sistema immunitario, e nella sintesi di DNA e proteine. Il mantenimento di livelli ottimali di ferro è quindi fondamentale per la salute.

I valori normali di sideremia variano leggermente a seconda delle fonti, ma generalmente si situano tra 60 e 170 mcg/dL per gli uomini e tra 50 e 150 mcg/dL per le donne. I valori possono variare anche in base all'età, al sesso, alla dieta e ad altri fattori. La sideremia può risultare alterata in diverse condizioni patologiche, che possono causare sia un aumento che una diminuzione dei livelli di ferro nel sangue.
 
Sideremia

Cause Cause

In generale, alterazioni della sideremia sono associate a numerose patologie, che possono sia aumentare che diminuire il livello di ferro nel circolo sanguigno. Un abbassamento della sideremia può essere conseguenza di alcune condizioni, tra cui:
 
  • anemia sideropenica: è la causa più comune di sideremia bassa, si verifica quando l'apporto di ferro è insufficiente a coprire le esigenze dell'organismo, spesso a causa di una dieta povera di ferro, di malassorbimento intestinale o di emorragie prolungate;
  • malassorbimento: condizioni come la celiachia, le malattie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn) o l'asportazione chirurgica di parti dell'intestino possono ridurre la capacità dell’intestino di assorbire vari nutrienti, tra cui il ferro stesso;
  • emorragie: le emorragie, sia acute che croniche, possono comportare la perdita di grandi volumi di sangue e quindi del ferro contenuto in esso; 
Anche la presenza eccessiva di ferro nel sangue è considerata indicativa di una patologia sottostante. Tra le più comuni rientrano: 
 
  • emocromatosi: è una malattia genetica che porta all'accumulo eccessivo di ferro nell'organismo. Questa condizione può causare danni a vari organi, tra cui fegato, cuore e pancreas.
  • anemie emolitiche: in queste condizioni, la distruzione dei globuli rossi rilascia ferro che può superare la capacità di legame della transferrina, aumentando così la sideremia;
  • trasfusioni di sangue: trasfusioni frequenti possono portare a un accumulo di ferro, in quanto normalmente contenuto nei globuli rossi che vengono trasferiti;
  • malattie del fegato: condizioni come la cirrosi o l'epatite possono alterare il metabolismo del ferro, che normalmente avviene nel fegato, causandone un accumulo nel sangue;
  • abuso di integratori: l'eccessivo consumo di integratori di ferro può portare a un sovraccarico di ferro, soprattutto se questi vengono assunti quando non vi è una reale carenza.

Sintomi Sintomi

Alterazioni della sideremia possono portare un gran numero di sintomi. Per esempio, una carenza di ferro può produrre numerosi sintomi legati a una scarsa ossigenazione dei tessuti, come stanchezza persistente, pallore della pelle e delle mucose, palpitazioni, difficoltà respiratorie e vertigini

L’affaticamento è un segno comune anche quando il ferro sierico è in eccesso; in questo caso è correlato ai danni d’organo causati dall’accumulo. In questi casi, altri sintomi comuni includono dolori articolari, soprattutto alle mani, colorito bronzeo della pelle; talvolta, disfunzioni sessuali e alterazioni ormonali.  
 

Diagnosi Diagnosi

La sideremia viene valutata mediante un esame del sangue. Tuttavia, poiché la sideremia può variare notevolmente nel corso della giornata e in risposta a diversi fattori, il prelievo venoso deve essere svolto a digiuno da almeno 10 ore. Come detto, i valori di riferimento sono fissati tra 50 e 170 mcg/dL negli uomini e tra 50 e 150 mcg/dL nelle donne. 

È bene notare che l’alterazione della sola sideremia può non essere sufficiente per una diagnosi; infatti, in genere la valutazione si associa a quella della ferritina e della transferrina, che consentono di valutare i livelli delle riserve di ferro dell’organismo e la capacità di trasferirlo ai tessuti. Per esempio, bassi livelli di sideremia e ferritina ma elevati livelli di transferrina possono essere indicativi di un’anemia sideropenica

In casi di sospetto sovraccarico di ferro, come nell'emocromatosi, possono essere eseguiti esami strumentali per valutare il danno agli organi, tra cui risonanze magnetiche o biopsie epatiche per osservare gli accumuli.  
 
Sideremia

Rischi Rischi

Le complicanze associate a livelli anormali di sideremia dipendono dal fatto che il livello sia troppo basso o troppo alto e dalla causa sottostante. Nei casi di sideremia troppo bassa, per esempio, i rischi principali sono costituiti da gravi forme di anemia, rallentamenti dello sviluppo, compromissioni del sistema immunitario e complicanze durante la gravidanza, come parti prematuri e/o basso peso alla nascita.

Una sideremia troppo alta, invece, può portare conseguenze per la formazione di depositi di ferro nel fegato o in altri organi vitali, causando danni d’organo potenzialmente gravi o permanenti. 
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Nei casi di sideremia troppo bassa, la prima linea di trattamento è l'integrazione orale con preparati di ferro e un aumento del contenuto di ferro della dieta. È importante monitorare l'efficacia del trattamento e la tollerabilità, poiché il ferro può causare effetti collaterali gastrointestinali come nausea, stipsi o diarrea. Successivamente, è importante identificare e trattare la causa della carenza, in modo da trattarla e prevenire eventuali recidive.

Nei casi più gravi, in cui l'integrazione orale è inefficace o non tollerata, o in situazioni di grave anemia, può essere necessaria la somministrazione endovenosa di ferro.

Se invece la sideremia è troppo alta, i trattamenti sono generalmente opposti. Quello preferenziale è costituito dalla flebotomia terapeutica, che consiste nella rimozione periodica di una certa quantità di sangue per ridurre i livelli di ferro. Qualora questa non sia possibile, possono essere utilizzati farmaci chelanti, come la deferoxamina, per legare il ferro in eccesso e favorirne l'eliminazione. In genere, questi trattamenti si associano a una dieta povera di ferro. Se il sovraccarico di ferro è secondario ad altre condizioni, come trasfusioni o malattie epatiche, è importante gestire la condizione primaria.
Nei casi di emocromatosi o altre condizioni da accumulo di ferro è importante monitorare regolarmente la funzione epatica, cardiaca e pancreatica, in modo da trattare tempestivamente eventuali complicanze.
 

Bibliografia

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  • Camaschella C. Iron deficiency: new insights into diagnosis and treatment. Hematology Am Soc Hematol Educ Program. 2015;2015:8-13.

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