Linfangite

A cura del Prof. Leonardo Corcos
Chirurgo Proctologo Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale, in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso ed in Chirurgia Vascolare Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 28/07/2017
Cos'è
Il termine Linfangite significa un'“infezione dei vasi linfatici” che sono distribuiti in tutto il nostro corpo, prevalentemente in contatto con le vene. I vasi e le ghiandole linfatiche (linfonodi) provvedono al ritorno della linfa, il liquido che risiede negli spazi fra cellule e tessuti periferici, verso la grande circolazione.
Tutto ciò che determina una riduzione o ostruzione della circolazione linfatica, come alcune malattie congenite, infettive (soprattutto da parassiti), tumorali, metaboliche, cardiache o traumatiche è l’insieme delle cause che conducono al Linfedema Cronico localizzato soprattutto negli arti inferiori. Può comparire in gambe normali o più spesso in quelle sofferenti di malattie vascolari, in particolare in quelle gonfie a causa di una insufficienza linfatica cronica nelle quali la circolazione della linfa nei vasi è ghiandole linfatiche e limitata o abolita dalle cause che andremo a citare.

Cause
È la tipica complicazione che colpisce soprattutto le gambe di soggetti che lavorano nelle campagne o nei boschi, senza adeguata protezione da spine vegetali o schegge di legno, utensili ecc. Fino al secolo scorso era definita “Erisipela” o con il termine popolare di “Risipola”. Una piccola o grande ferita di una gamba sana, può infettare i linfatici e diventare la prima causa di un linfedema cronico (gamba gonfia). Più di frequente una ferita infetta di una gamba già gonfia da molto tempo non trova sufficienti difese dei tessuti e si estende molto più rapidamente e pericolosamente.
Più modernamente, da quando i lavori agricoli ed il giardinaggio sono svolti con l’aiuto di macchine che sostituiscono gran parte del lavoro manuale, il rischio di infezione si è molto ridotto. Rimane come causa attuale e frequente l’infezione prodotta dalle unghie con il grattamento involontario notturno. Il gonfiore delle gambe si accompagna quasi sempre ad intenso prurito.
Una concausa sempre più frequente è rappresentata dall’obesità patologica. Il peso corporeo eccessivo limita il movimento e la circolazione del sangue e della linfa a causa dell’alta pressione nei vasi venosi e linfatici.
Sintomi
I sintomi principali sono la gamba gonfia con senso di tensione, intensamente arrossata, con vescicole che trasudano linfa e che si trasformano in ulcerazioni di varie dimensioni. In questi casi il prurito ed il grattamento provocano un circolo vizioso che aggrava il quadro clinico con una velocità crescente. Se trascurate tendono ad estendersi rapidamente e diventare intensamente dolorose.
Diagnosi
La Linfangite acuta è a tutt’oggi un’entità clinica ancora poco conosciuta. Può sembrare un paradosso, ma i pazienti giungono all’osservazione specialistica con la diagnosi di “flebite”. In altri casi con gli esiti di recente Linfangite vengono interpretati come “insufficienza venosa”. Ciò significa che molti Medici di Medicina Generale, non sufficientemente istruiti nella materia specifica, confondono con la “flebite o l’insufficienza venosa” tutte le gambe gonfie, arrossate e magari ulcerate. Per lo Specialista esperto è sufficiente un’occhiata per capire di cosa si tratta. È comunque necessario raccogliere i dati fondamentali della storia clinica ed eseguire un attento esame clinico. Nel dubbio che si associno malattie vascolari arteriose e/o venose, è indispensabile eseguire un esame Ecocolordoppler.
Nel corso delle prima visita è possibile eseguire due semplici ed immediati esami diagnostici. Il primo è una ecografia dei tessuti superficiali e profondi delle gambe. Questa dimostra la sede, la causa ed il grado di gonfiore (Linfedema) e lo spessore del tessuto infiammato dalla Linfangite. Il secondo altrettanto semplice esame è lo Studio Microscopico e Colturale del liquido raccolto su un tampone sterile, che permette di individuare la presenza e la natura di batteri responsabili dell’infezione per istituire una terapia antibiotica specifica e quindi efficace. Nel sospetto o evidenza della presenza di insufficienza arteriosa e/o venosa è necessario approfondire mediante un esame Ecocolordoppler vascolare ed istituire un programma di prevenzione e cura specifica.
Rischi
L’infezione si trasmette alle ghiandole provocando la Linfoadenite e all’intero organismo che reagisce con febbre alta e spossatezza. Trascurare il paziente anche in questa fase può condurre ad uno stato infettivo (settico) generalizzato (sepsi e setticemia) che è potenzialmente fatale.
Se questa malattia si sviluppa in una gamba con altre malattie vascolari arteriose o venose, come l’arteriosclerosi o le vene varicose, ne può aggravare il decorso in modo determinante e pericoloso. Nelle arterie già sofferenti può aggravare l’ostruzione ed accelerare la riduzione dell’apporto sanguigno, fino all’ischemia critica (mancanza acuta di sangue). Nei pazienti portatori di varici o insufficienza venosa cronica, oltre che aumentare le cause di gonfiore, ulcerazioni e dolore delle gambe, si può facilmente formare una flebite infettiva (settica), talvolta seguite da trombosi ed embolia settica, che hanno un decorso estremamente più severo di quelle non infettive (non settiche), già di per sé molto pericolose.
Cure e Trattamenti
La cura è basata soprattutto sulla terapia antibiotica generale e locale stabilita sulla base dell’esame colturale. Qualora si sospetti un rischio trombotico (rischio per trombosi venosa o flebite) è opportuno associare la somministrazione di Eparina a basso peso molecolare in dosaggi di prevenzione o terapeutici, secondo i casi.
Poiché la Linfangite, come abbiamo descritto, si instaura soprattutto in gambe gonfie, anche da molto tempo, è indispensabile provvedere anche ad una terapia fisica che deve ridurre (con urgenza) il gonfiore acuto e cronico. Essa può consistere semplicemente nel riposo a letto (continuo) per alcuni giorni con medicazioni e impacchi di acqua sterile. Va mantenuta costantemente per alcuni giorni la posizione supina con le gambe sollevate su due cuscini (o su un supporto reperibile presso i negozi di articoli sanitari) per mantenere le ginocchia flesse di circa 120°. Le gambe devono essere medicate con pomate antibiotiche ed antinfiammatorie specifiche, alternati con estesi impacchi continui (dalla radice della coscia fino al piede compreso - meglio notturni). Il riposo a letto va osservato fino a scomparsa del gonfiore e dell’infiammazione. Soltanto allora è possibile indossare calze elastiche accuratamente misurate e con una contropressione indicata dallo Specialista.
La guarigione dell’episodio acuto non corrisponde all’abbandono delle cure, proprio perché la maggior parte dei pazienti è portatrice di Linfedema Cronico le cui cause vanno individuate attraverso ulteriori esami diagnostici. La cronicità della malattia tende a provocare ricadute che tendono ad essere sempre peggiori. Il primo risultato deve essere mantenuto con cure mediche e fisiche, tenendo sotto costante controllo clinico il gonfiore e, se possibile, le sue cause. L’uso quotidiano delle calze elastiche è indispensabile almeno per i primi 6-12 mesi.
L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
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