Trombosi
Prof. Attilio Marchese
Chirurgo Vascolare Medico Chirurgo - Professore a contratto, specialista in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso ed in Urologia Creato il: 09/08/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023- i distretti cerebrali (ischemie cerebrali a carattere transitorio e non invalidante, i cosiddetti TIA, oppure a carattere permanente e invalidante, i cosiddetti ictus ischemici);
- i distretti coronarici (infarto del miocardio);
- i distretti degli arti inferiori (arteriopatia obliterante degli arti inferiori con manifestazioni cliniche caratteristiche quali iposfigmia o asfigmia dei polsi periferici, acroipotermia, claudicatio intermittens, fino ai quadri più avanzati della gangrena.
Cause
Nella genesi dei trombi venosi intervengono, invece, i fattori ben definiti nel lontano 1856 da Virchow nella classica triade: danno parietale (traumi, infiammazioni), rallentamento del flusso (stati di immobilità, turbolenze di flusso), condizioni di trombofilia da alterazione dei fattori della coagulazione (ipercoagulabilità). Tra gli ulteriori fattori favorenti si possono citare traumi, obesità, varici arti inferiori, interventi chirurgici, allettamenti prolungati, disfunzione della pompa muscolo plantare specialmente in soggetti non deambulanti.
Sintomi
- sintomi neurologici che possono essere di lieve entità ed a carattere transitorio come si verifica nei TIA fino ad assumere quadri di particolare gravità, con esiti neurologici anche a carattere permanente, se non fatale, nei casi più eclatanti di ictus cerebri;
- quadri di ischemia cardiaca di gravità variabile fino ai più eclatanti casi di infarto del miocardio;
- arteriopatia obliterante degli arti inferiori con il classico corteo sintomatologico, costituito da acroipotermia, iposfigmia dei polsi periferici, claudicatio intermittens, lesioni ulcerose fino alla gangrena franca.
Diagnosi
Cure e Trattamenti
Nei quadri di trombosi venosa trovano invece utilità in ambito farmacologico, a seconda della precocità della diagnosi e delle caratteristiche del quadro clinico, i farmaci fibrinolitici, l'eparina a basso peso molecolare, gli anticoagulanti orali, gli anticoagulanti orali diretti a basso dosaggio (DOAC). Quando coinvolti gli arti, trovano utile indicazione il bendaggio elastico e la rapida ripresa dell'attività motoria, nonché controlli clinici e strumentali nel tempo per il monitoraggio della patologia. Talvolta, in casi ben selezionati, possono trovare indicazione la trombectomia (asportazione del trombo) oppure il posizionamento di un filtro cavale per prevenire fenomeni di embolizzazione polmonare.
Non va infine dimenticato che troppo spesso, dietro a un evento ischemico o trombotico, vi è uno stile di vita errato. Unitamente ai trattamenti terapeutici farmacologici o invasivi, la modifica del proprio stile di vita e delle abitudini alimentari in senso salutistico gioca il più delle volte un ruolo di primaria importanza sia nella prevenzione primaria che secondaria e terziaria delle patologie vascolari trombotiche.
Bibliografia
- Mega JL, Braunwald E, Wiviott SD, et al. Rivaroxaban in patients with a recent acute coronary syndrome. N Engl J Med 2012; 366: 9-19. (1)
- Eikelboom JW, Connolly SJ, Yusuf S. Rivaroxaban in Stable Cardiovascular Disease. N Engl J Med 2018; 378: 397-8. (2)
- Bonaca MP, Bauersachs RM, Anand SS, et al. Rivaroxaban in Peripheral Artery Disease after Revascularization. N Engl J Med 2020; 382: 1994-2004. (3)
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