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Infarto polmonare

Dr. Giovanni Leuzzi

Dr. Giovanni Leuzzi

Chirurgo Toracico Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Toracica Creato il: 03/12/2024
L’infarto polmonare è una condizione causata dall’occlusione di uno o più vasi sanguigni nei polmoni da parte di un coagulo di sangue che si è formato altrove nel corpo. Questo coagulo viaggia attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere i polmoni, dove blocca il flusso di sangue e provoca danni ai tessuti polmonari. 

L’infarto polmonare è considerato un’emergenza medica e può essere potenzialmente letale se non trattata tempestivamente. 
 
Infarto polmonare

Cause Cause

La causa dell’infarto polmonare è l’occlusione di uno o più vasi sanguigni nei polmoni da parte di un coagulo di sangue. Spesso, questo coagulo si forma in una vena profonda della gamba (una condizione chiamata trombosi venosa profonda) per poi migrare verso i polmoni. 

Tra i principali fattori favorenti la trombosi venosa profonda si segnalano: 
 
  • immobilità prolungata: una persona potrebbe essere costretta ad una immobilità prolungata per via di un viaggio lungo o di un periodo di degenza; 
  • lesioni e traumi: possono provocare lesioni ai vasi sanguigni o costringere il paziente a lunghi periodi di degenza; 
  • chirurgia: alcuni interventi di chirurgia maggiore, come gli interventi addominali o cardiovascolari, possono favorire la formazione di trombosi; 
  • gravidanza e parto: durante la gravidanza e il post-parto, il rischio di coaguli sanguigni può aumentare; 
  • anticoncezionali orali e terapia ormonale sostitutiva: alcuni farmaci che contengono estrogeni possono aumentare il rischio di coaguli sanguigni; 
  • condizioni mediche preesistenti: condizioni come la trombofilia, l’insufficienza cardiaca e altre malattie infiammatorie croniche, possono contribuire allo sviluppo della trombosi; 
  • obesità: l’obesità può aumentare il rischio di sviluppare trombosi venosa profonda; 
  • fumo di tabacco: il fumo può danneggiare i vasi sanguigni e aumentare il rischio di coaguli; 
  • età avanzata: il rischio di trombosi venosa profonda aumenta con l’età.
Per una corretta gestione della condizione è importante conoscere le cause scatenanti ma anche lavorare sui fattori di rischio.
 

Sintomi Sintomi

I sintomi dell’infarto polmonare possono variare in base alla gravità dell’occlusione dei vasi sanguigni polmonari e alla dimensione del coagulo. Tra le manifestazioni più comuni nei pazienti si segnalano: 
 
  • dolore toracico: spesso descritto come un dolore improvviso e acuto al petto, che può peggiorare con la respirazione profonda o con i movimenti del torace;
  • dispnea: difficoltà respiratoria, che può manifestarsi sotto forma di respiro affannoso o come sensazione di mancanza d’aria; 
  • tachicardia: aumento della frequenza cardiaca; 
  • tosse: talvolta accompagnata da sangue o catarro sanguinolento; 
  • sudorazione: sudorazione eccessiva, soprattutto se improvvisa e associata ad altri sintomi; 
  • svenimento: può verificarsi in casi di infarto polmonare grave, spesso associati a uno stato di shock; 
  • pallore cutaneo: pelle pallida o cianotica (bluastra) a causa della mancanza di ossigeno; 
  • senso di ansia o agitazione: molte persone con infarto polmonare possono sentirsi ansiose o agitate a causa della mancanza di ossigeno e del dolore toracico. 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi dell’infarto polmonare di solito coinvolge una combinazione di esami clinici, esami di imaging e test di laboratorio, mediante un iter generalmente articolato come segue: 
 
  • anamnesi ed esame fisico: il medico specialista raccoglie informazioni dettagliate sulla storia clinica del paziente, i sintomi attuali e conduce un esame fisico per valutare i segni di un eventuale infarto polmonare, come la presenza di dolore toracico, dispnea e segni di insufficienza respiratoria; 
  • esami del sangue: vengono eseguiti test ematici per misurare i livelli di marcatori specifici. Il d-dimero ad esempio, può essere elevato in presenza di trombosi venosa profonda e infarto polmonare; 
  • angiografia polmonare: la scansione con tecnica di tomografia computerizzata (TC) o angiografia polmonare può essere utilizzata per visualizzare i vasi sanguigni polmonari e identificare la presenza di coaguli; 
  • scintigrafia polmonare: questa procedura utilizza una piccola quantità di materiale radioattivo per valutare il flusso sanguigno polmonare e individuare eventuali zone di occlusione vascolare; 
  • ecografia doppler degli arti inferiori: questo esame può essere utilizzato per individuare la presenza di trombosi venosa profonda nelle gambe, una delle principali cause di infarto polmonare; 
  • elettrocardiogramma: può essere eseguito per escludere altre cause di dolore toracico, come un attacco di cuore. 
Una volta completata l’analisi di tutti questi dati, lo specialista potrà porre una diagnosi di infarto polmonare e pianificare il trattamento appropriato. Ciò consentirà di ridurre i rischi associati alla condizione e di migliorare la prognosi. 
 
Infarto polmonare

Rischi Rischi

L’infarto polmonare è una condizione grave, che può causare seri rischi
 
  • morte: in casi gravi, soprattutto se non trattato tempestivamente, l’infarto polmonare può essere fatale; 
  • insufficienza respiratoria: l’occlusione dei vasi sanguigni nei polmoni può compromettere gravemente lo scambio di ossigeno e anidride carbonica, portando a insufficienza respiratoria; 
  • shock: in alcuni casi, un infarto polmonare esteso può provocare uno stato di shock, in cui il corpo non riceve una quantità sufficiente di ossigeno e il flusso sanguigno agli organi vitali è compromesso; 
  • ipertensione polmonare cronica: l’infarto polmonare può causare danni permanenti ai vasi sanguigni polmonari, portando a un aumento della pressione sanguigna nelle arterie polmonari (ipertensione polmonare) e all’insufficienza cardiaca; 
  • embolia ricorrente: le persone che hanno avuto un episodio di infarto polmonare hanno un rischio maggiore di sviluppare episodi di embolia polmonare nel futuro, specialmente se non vengono affrontati i fattori di rischio sottostanti come la trombosi venosa profonda; 
  • disfunzione organo-sistemica: la mancanza di ossigeno nei tessuti può portare a danni e disfunzione degli organi, come il cuore, il cervello e i reni; 
  • complicazioni a lungo termine: anche dopo il trattamento dell’infarto polmonare acuto, possono verificarsi complicazioni a lungo termine come dispnea cronica, affaticamento, ridotta tolleranza all’esercizio e diminuzione della qualità della vita. 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento dell’infarto polmonare dipende dalla gravità della condizione e può includere una combinazione di misure farmacologiche, terapie di supporto e altre procedure più o meno invasive. Un piano terapeutico completo potrebbe quindi prevedere: 
 
  • anticoagulanti: i farmaci anticoagulanti vengono utilizzati per ridurre il rischio di embolia polmonare ricorrente. In alcuni casi, i pazienti possono essere sottoposti a terapia anticoagulante a lungo termine con farmaci come il warfarin; 
  • trombolisi: nei casi di infarto polmonare grave, in cui esiste un rischio elevato di morte o insufficienza cardiaca, può essere indicata la trombolisi, una procedura che consiste nell’uso di farmaci trombolitici per sciogliere il coagulo di sangue nei polmoni; 
  • ossigenoterapia: l’ossigenoterapia viene somministrata per aumentare i livelli di ossigeno nel sangue e migliorare la respirazione nei pazienti con infarto polmonare; 
  • ventilazione assistita: nei casi di insufficienza respiratoria grave, può essere necessaria la ventilazione assistita, che fornisce supporto respiratorio meccanico attraverso l’uso di un ventilatore; 
  • gestione del dolore: il dolore toracico associato all’infarto può essere trattato con analgesici e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); 
  • mobilizzazione precoce: la mobilizzazione precoce e l’attività fisica assistita possono aiutare a ridurre il rischio di complicanze legate all’immobilità, come la trombosi venosa profonda; 
  • terapia di supporto: questa può includere il monitoraggio continuo dei segni vitali, l’idratazione e la gestione dei sintomi come la dispnea; 
  • trattamento delle complicanze: se si verificano complicanze come l’ipertensione polmonare, l’insufficienza cardiaca o l’insufficienza respiratoria, sarà necessario un trattamento specifico per gestire queste condizioni. 
La specifica combinazione terapeutica verrà selezionata dal medico specialista in base ai risultati dei test diagnostici e alla presenza di complicazioni associate.
 

Bibliografia

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