Embolia polmonare

A cura del Dr. Michele Arcopinto
Medico Internista Medico Chirurgo, specialista in Medicina Interna ad indirizzo Cardiovascolare Creato il: 09/05/2019 Ultimo aggiornamento: 27/06/2019
Cos'è
L’embolia polmonare è l’ostruzione parziale o totale delle diramazioni dell’arteria polmonare, ovvero del vaso sanguigno che porta il sangue dal ventricolo destro del cuore ai polmoni, dovuta alla presenza di un embolo che origina da una trombosi venosa.

Cause
La causa principale dell’embolia polmonare è la trombosi venosa periferica (spesso della circolazione venosa degli arti inferiori o dei vasi intra-addominali). A sua volta la trombosi venosa può manifestarsi in presenza di stasi del sangue (immobilizzazione dopo trauma o patologia neurologica, compressione venosa), condizioni di ipercoagulabilità (cause congenite, concomitanza di malattie infiammatorie locali o generali, neoplasie maligne) e disfunzione endoteliale (diabete mellito, ipertensione, obesità, etc.), ma in realtà, molto spesso, viene causata da una combinazione di questi fattori.
Sintomi
Le forme di embolia polmonare grave (“massive”) possono manifestarsi con una dispnea acuta o, in alcuni casi, con sincope.
Nelle forme meno gravi (e molto più frequenti) i sintomi possono essere più sfumati e comprendono dispnea durante lo sforzo, tachicardia, dolore toracico, in alcuni casi emissione di sangue da bocca (“emottisi”).
Diagnosi
La diagnosi definitiva avviene con la angio-TC del torace. E’ fondamentale, da parte del medico, riconoscere i segni e sintomi di sospetto clinico per indicare questo esame. Altri esami di supporto per la diagnosi sono il D-dimero (un esame del sangue che indica la presenza di un fenomeno trombolitico da qualche parte nell’organismo) che è però poco specifico e l’ecocardiogramma che dà spesso informazioni solo nei casi più gravi. Anche gli esami di primo livello come ECG, emogasanalisi ed Rx del torace possono in alcuni casi orientare il sospetto clinico verso l’embolia polmonare, anche per esclusione di altre patologie.
Rischi
Il rischio di morte per embolia polmonare, nel complesso, non è elevato. L’embolia polmonare, tuttavia, se non adeguatamente trattata espone a rischi immediati (cuore polmonare acuto, sincope, shock cardiogeno) e rischi a lungo termine (ipertensione arteriosa polmonare, cuore polmonare cronico).
Cure e Trattamenti
Nella fase acuta l’embolia polmonare viene trattata con anticoagulanti per via orale o sottocutanea, raramente endovenosa. In alcuni casi, gravi e selezionati, viene praticata una terapia cosiddetta trombolitica, più efficace ma anche più rischiosa (emorragie) di quella anticoagulante. Dopo aver risolto la fase acuta, il paziente viene avviato a terapia anticoagulante orale per un periodo più o meno lungo (dai pochi mesi a tutta la vita) a seconda della causa sottostante lo sviluppo della tromboembolia.
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