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Claudicatio intermittens

Dr.ssa Barbara Cangemi

Dr.ssa Barbara Cangemi

Cardiologo Medico Chirurgo, specialista in Cardiologia Creato il: 13/03/2024
La claudicatio intermittens si riferisce a un caratteristico dolore muscolare transitorio, che si verifica solitamente durante l’esercizio fisico e si risolve con il riposo. Questo sintomo è spesso associato a un insufficiente apporto di sangue agli arti inferiori, noto come arteriopatia periferica o malattia arteriosa periferica (PAD).

La claudicatio intermittens è causata generalmente da un restringimento delle arterie che forniscono sangue alle gambe, condizione che ha origini multifattoriali. La ridotta circolazione sanguigna può portare a insufficiente apporto di ossigeno ai muscoli durante l’esercizio, causando dolore e affaticamento. Quando l’attività fisica si interrompe e i muscoli riposano, il flusso sanguigno può migliorare, alleviando temporaneamente i sintomi.

Queste pause forzate, utili ad attenuare il dolore, fanno assumere al paziente una deambulazione intermittente, tant’è vero che dal latino il significato del termine sarebbe zoppicare (claudicatio) in maniera discontinua nel tempo (intermittens).

È un errore credere che la claudicatio non necessiti di attenzione. Se non trattata, questa condizione può compromettere la qualità della vita del paziente a causa della sintomatologia e di alcune patologie mediche gravi, spesso causa del disturbo.
 
Claudicatio intermittens

Cause Cause

Causa della claudicatio intermittens è una ridotta circolazione sanguigna alle gambe, nota come arteriopatia periferica e spesso associata ad aterosclerosi. Tale condizione patologica si verifica quando le pareti delle arterie si ispessiscono e si accumula placca, composta principalmente da grassi. Ciò restringe le arterie e causa una anomalia nel flusso sanguigno.

Tra i principali fattori favorenti l’aterosclerosi e la claudicatio, si segnalano:
 
  • fattori di rischio cardiovascolare: condizioni come l’ipertensione, il diabete e l’ipercolesterolemia aumentano il rischio di sviluppare aterosclerosi e, di conseguenza, la claudicatio;
  • dipendenza da fumo: il tabagismo è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo dell’aterosclerosi e della claudicatio. Le sostanze chimiche presenti nel fumo possono danneggiare le pareti delle arterie e promuovere l’accumulo di placca;
  • età avanzata: l’aterosclerosi diventa più comune con l’invecchiamento, e la claudicatio intermittens è più frequente nelle persone anziane;
  • stile di vita sedentario: l’assenza di attività fisica regolare può contribuire all’aterosclerosi e aumentare il rischio di claudicatio intermittens;
  • storia familiare: una storia familiare di malattie cardiovascolari può aumentare il rischio di sviluppare la condizione patologica in questione.
La gestione dei fattori di rischio è una parte fondamentale del trattamento per claudicatio intermittens.
 

Sintomi Sintomi

La claudicatio intermittens è caratterizzata principalmente da sintomi che coinvolgono i muscoli delle gambe e che si manifestano durante l’attività fisica. I sintomi tipici includono:
 
  • dolore: il dolore durante l’attività fisica è uno dei sintomi principali. Solitamente si verifica ai muscoli delle gambe, spesso ai polpacci, alle cosce o ai glutei. Questo dolore è causato dalla ridotta forniture di ossigeno ai muscoli a causa della ridotta circolazione sanguigna;
  • crampi o sensazione di bruciore: alcune persone possono sperimentare crampi muscolari o una sensazione di bruciore alle gambe durante l’attività fisica;
  • debolezza o affaticamento: i muscoli colpiti possono sentirsi deboli o affaticati durante l’esercizio, contribuendo alla difficoltà nel camminare;
  • sensazione di pesantezza: i pazienti possono avvertire una sensazione di pesantezza nelle gambe durante l’attività fisica;
  • sintomi scomparsi al riposo: un tratto distintivo della claudicatio intermittens è che i sintomi si risolvono solitamente con il riposo. Quando la persona smette di camminare, il flusso sanguigno alle gambe migliora, alleviando temporaneamente i sintomi.
La claudicatio è una condizione che può essere gestita con modifiche allo stile di vita, terapie mediche e interventi per gestire i fattori di rischio sottostanti come l’aterosclerosi. Chiunque sospetti di avere sintomi correlati a questa condizione, è bene si rivolga ad uno specialista per una valutazione accurata e un piano di trattamento adeguato.
 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi di claudicatio intermittens coinvolge una valutazione clinica completa, che comunemente includde:
 
  • anamnesi: il medico raccoglie informazioni dettagliate sulla storia clinica del paziente, compresi i sintomi specifici, la frequenza, la durata e i fattori di rischio cardiovascolare;
  • esame fisico: durante l’esame fisico, il medico può cercare segni di ridotta circolazione nelle gambe, come pallore o cianosi, e auscultare i vasi sanguigni per eventuali suoni anomali;
  • misurazione dell’Indice Braccio-Caviglia (ABI): questo test misura la differenza di pressione sanguigna tra il braccio e la caviglia. Un ABI basso può indicare il restringimento o il blocco delle arterie delle gambe;
  • test di esercizio: spesso, viene eseguito un test di esercizio per valutare la risposta dei muscoli alle attività fisiche. Questo coinvolge la registrazione dei sintomi, come il dolore o la debolezza, durante un periodo di camminata su un tapis roulant.
Per visualizzare l’arteriopatia periferica (il restringimento delle arterie) e confermare la diagnosi, possono essere necessari i seguenti esami strumentali:
 
  • ecografia Doppler: questo esame è utile per valutare il flusso sanguigno;
  • angiografia: un esame più invasivo in cui un mezzo di contrasto viene iniettato nelle arterie periferiche per visualizzarle più chiaramente.
La combinazione di questi metodi diagnostici aiuta lo specialista a confermare la presenza di claudicatio, valutarne la gravità e pianificare un piano di trattamento appropriato. È importante sottolineare che la claudicatio è spesso segno di un'arteriopatia periferica, una condizione vascolare sistemica che può influenzare altre parti del corpo. Pertanto, il trattamento della condizione è fondamentale per assicurare una gestione globale della salute cardiovascolare del paziente.
 
Claudicatio intermittens

Rischi Rischi

I rischi associati alla claudicatio intermittens sono principalmente correlati alla presenza di specifiche condizioni sottostanti, come ad esempio l’aterosclerosi. Tra le complicazioni maggiori ai danni della salute del paziente si segnalano:
 
  • progressione dell’aterosclerosi: la progressione dell’aterosclerosi può portare a un peggioramento dei sintomi e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari come infarto e ictus;
  • ulcerazioni o lesioni cutanee: in alcune persone con claudicatio intermittens avanzata, la ridotta circolazione può causare lesioni cutanee, ulcere venose o infezioni alle estremità inferiori, specialmente se ci sono altri fattori, come il diabete, che influenzano la guarigione;
  • dolore cronico o disabilità: in alcuni pazienti, la claudicatio può progredire a uno stadio in cui il dolore diventa cronico e limitante, influenzando notevolmente la qualità della vita e la capacità di svolgere le normali attività quotidiane.
La gestione della claudicatio mira a ridurre i rischi associati trattando le condizioni sottostanti, migliorando la circolazione sanguigna agli arti inferiori e gestendo i fattori di rischio cardiovascolari. Per fare ciò, è fondamentale la collaborazione tra specialista e paziente nella pianificazione del trattamento.
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento della claudicatio intermittens si concentra sulla gestione dei sintomi, sul miglioramento della circolazione sanguigna e sulla prevenzione delle complicanze. Il piano di trattamento può includere:
 
  • modifiche dello stile di vita: l’esercizio fisico regolare, in particolare il cammino, è una componente fondamentale del trattamento così come smettere di fumare;
  • gestione dei fattori di rischio: si tratta principalmente di eseguire periodicamente controlli per la pressione sanguigna, il diabete e i livelli di colesterolo;
  • terapia farmacologica: farmaci come gli antiaggreganti, le statine e i vasodilatatori possono essere prescritti per prevenire la formazione di coaguli, ridurre i livelli di colesterolo e aumentare il flusso sanguigno.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario il ricorso a intervento chirurgico. Sono disponibili diverse procedure:
 
  • angioplastica e posizionamento di stent: in alcuni casi, può essere eseguita un’angioplastica per dilatare le arterie stenotiche e, talvolta, viene posizionato uno stent per mantenere il lume vascolare aperto;
  • bypass vascolare: nei casi più gravi, quando l’arteriopatia periferica è estesa, può essere eseguito un bypass vascolare per creare un percorso alternativo per il flusso sanguigno.
La scelta del trattamento dipende dalla gravità della condizione e dalla risposta del paziente alle opzioni meno invasive. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita del soggetto, ridurre i sintomi e prevenire le complicanze associate alla malattia vascolare periferica.
 

Bibliografia

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