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Tabagismo (dipendenza da fumo)

Dr.ssa Elisa Pulcini

Dr.ssa Elisa Pulcini

Psicologo Psicologo Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 05/10/2023
Il tabagismo è, a tutti gli effetti, una malattia cronica recidivante, caratterizzata da periodi di remissione spesso seguiti da ricadute.

La nicotina è la componente del tabacco ritenuta come principale responsabile della dipendenza. Nonostante gli effetti negativi delle sigarette siano noti, la maggior parte della popolazione considera ancora il fumo solo come una cattiva abitudine, sottostimando gli aspetti legati al circolo della dipendenza, trattando la questione con leggerezza, come se poi, facilmente, da un giorno all’altro, ci si potesse in qualche modo "disabituare”.

Un terzo dei tabagisti (1 italiano su 4 lo è) ha provato a smettere, cercando di rimanere almeno un giorno intero senza fumare. Nella maggior parte dei casi (80%), il tentativo fallisce. È solo una questione di forza di volontà, come afferma il senso comune? Purtroppo, no.

Il tabagismo è una patologia che non va affatto sottovalutata, comportando una serie di rischi per il nostro organismo: da quelli cardiovascolari a quelli polmonari, rappresentando un fattore di rischio anche per l'igiene orale (pensiamo, ad esempio, alle carie).
 
Tabagismo (dipendenza da fumo)

Cause Cause

La nicotina è una sostanza alcaloide con proprietà psicoattive, capace di innestare un meccanismo di dipendenza affine a quello creato da eroina e cocaina, stimolando proprio i circuiti cerebrali del piacere e della ricompensa. In sette secondi, raggiunge il sistema nervoso centrale, legandosi a dei recettori colinergici nicotinici, saturandoli, e andando a stimolare il rilascio di:
 
  • dopamina;
  • serotonina;
  • noradrenalina.
Ecco perché fumare è così piacevole. Si inizia a fumare:
 
  • per gioco;
  • per trasgressione;
  • per status;
  • per gusto;
  • per conformismo;
  • per prestigio;
  • per emulazione;
  • per sfogarsi;
  • perché tanto “Smetto quando voglio”; 
  • perché, tutto sommato, il fumo viene visto più come un’abitudine, un vizio, un vezzo momentaneo.
E invece il celeberrimo “Smetto quando voglio”, molto spesso, non funziona. E perché non funziona? Non abbiamo abbastanza forza di volontà o c’è dell’altro? Davvero il fumo è solo una cattiva abitudine? E, inoltre, cosa accade con l’esposizione ripetuta al fumo?

Le cellule dell’area cerebrale coinvolta reagiscono desensibilizzando i recettori specifici e moltiplicandoli a livello numerico. Questo fenomeno, detto della tolleranza, fa sì che il soggetto necessiti di un'altra sigaretta.

Il mantenimento all’utilizzo di nicotina è supportato da corredati biologici, che sono complessi da gestire e che in molti casi, irrimediabilmente, porteranno a sintomi astinenziali con la cessazione. Complici del mantenimento dello status di fumatore sarebbero anche una serie di teorie naif sul fatto che smettere di fumare possa anche essere inutile.
 

Rischi Rischi

Le numerosissime ricerche in questo campo confermano il fatto che un fumatore viva meno di un non fumatore e con un livello di salute complessivo generalmente peggiore. Tendenzialmente, a livello statistico, ad ogni settimana di fumo attivo, corrisponderebbe un giorno di vita in meno.

Le conseguenze maggiormente temibili del fumo, per quel che riguarda l’apparato respiratorio, possono essere di due tipi:

  • tumore ai polmoni: il fumo è ritenuto il principale fattore di rischio;
  • evoluzione in BPCO (Bronco Patia Cronica Ostruttiva) delle forme di bronchite cronica.
Mentre dissuefarsi dal fumo comporta benefici, sempre e ad ogni età. Anche a breve termine. Basti pensare che:
 
  • solo 24 ore dopo l’ultima sigaretta, il rischio di attacco cardiaco diminuisce;
  • già cinque anni dopo l’ultima sigaretta, il rischio cardiovascolare si riduce notevolmente;
  • quindici anni dopo, anche il rischio di cancro al polmone sarebbe equivalente a quello di un non fumatore, con una sostanziale riduzione anche dei rischi relativi agli altri tumori tabacco-correlati.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Per la dissuefazione dal tabacco, esistono molteplici approcci, farmacologici e psicologici, in grado di:
 
  • minimizzare le ricadute, possibili e frequenti;
  • arginare e modulare i stintomi astinenziali;
  • supportare l’utente con dei percorsi personalizzati, che possano accompagnarlo ed aiutarlo.
Non si tratta solo di raccomandazioni, ma di trattamenti clinici validati.
 

Bibliografia

  • European Network for Smoking and Tobacco Prevention (ENSP). Linee guida per il trattamento della dipendenza da tabacco - Edizione italiana, 2020.
  • Picciotto M, Mineur Y. Molecules and circuits involved in nicotine addiction: the many faces of smoking. Neuropharmacology 2014.
  • Zagà V, Amram D, et al. Il trattamento integrato del paziente fumatore. Tabaccologia 2021;XIX:20-26.
  • Ministero della Salute. I danni del fumo. 31 maggio 2021.
  • Istituto Superiore di Sanità (ISS) - Osservatorio Fumo, Alcol e Droga. Linee guida cliniche per promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo, Ed. 2008.

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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