L'Arteriopatia ostruttiva o Arteriopatia Obliterante Cronica Periferica (AOCP) è definita come il processo di invecchiamento e degenerazione della parete vascolare arteriosa.
La formazione di placche aterosclerotiche determina un progressivo restringimento del lume arterioso e diminuzione del flusso sanguigno a valle del segmento malato.
Il danneggiamento della parete arteriosa può essere causato da fattori esogeni (fumo) o endogeni (iperlipidemia, ipertensione arteriosa).
Esistono inoltre patologie autoimmuni (vasculiti) che provocano un'infiammazione della parete arteriosa con progressivo restringimento del lume vasale ed impoverimento dell'albero arterioso. Tra queste ricordiamo:
Oltre ai numerosi fenomeni vasculitici associati ad altre malattie autoimmuni come LES, M. di Behcet, ecc.
L'Arteriopatia si può presentare a seconda della gravità clinica con differenti sintomi, da più lievi a fortemente invalidanti.
Secondo la classificazione di Leriche-Fontaine possiamo dividere l'arteriopatia in 4 stadi:
L'iniziale diagnosi clinica, eseguita con attenta visita e valutazione manuale dei polsi periferici deve poi essere confermata dalle indagini strumentali, in particolare:
I rischi legati a questa patologia sono legati alla possibilità di necrosi e morte tissutale con conseguente amputazione dell'arto interessato.
È fondamentale che la valutazione clinica e strumentale sia eseguita da un chirurgo vascolare che possa giudicare la possibile evoluzione irreversibile di una condizione che si può presentare solo con una leggera difficoltà alla deambulazione, infatti lesioni minime possono degenerare anche repentinamente per il sovrapporsi di fenomeni trombociti e/o embolici.
Il trattamento dell'Arteriopatia può essere medico o chirurgico, in quest'ultimo caso utilizzando tecniche di chirurgia standard o endovascolare.
La terapia medica viene riservata ai pazienti con patologia arteriopatica nelle fasi iniziali o con sintomatologia stabile e non invalidante, oppure in casi così avanzati da essere ormai nulla ogni possibilità di rivascolarizzazione; inoltre integra sempre il trattamento chirurgico. Essa consiste nelle iniziale eliminazione dei fattori di rischio, quale fumo, controllo dei valori glicemici, del colesterolo, della pressione, oltre all'utilizzo di farmaci antiaggreganti (es. Aspirinetta, Clopidogrel...) e vasodilatatori o emoreologici che favoriscono un maggior afflusso di sangue a livello tissutale sfruttando le vie arteriose rimaste.
La terapia chirurgica invece ha l'obiettivo di ristabilire il corretto flusso di sangue a livello degli organi e dei tessuti eliminando le placche ostruenti o creando nuove strade di passaggio attraverso tecniche mininvasive come l'angioplastica e lo stenting oppure tramite il confezionamento di By Pass o la rimozione fisica degli ateromi (endarterectomia).
L'amputazione degli arti rappresenta l'ultimo stadio della patologia arteriosa laddove la scelta di sacrificare tessuti ormai privi di vitalità è conseguente alla necessità di salvare la vita del paziente.
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