Rabdomiosarcoma
Dr. Marcello Ferretti
Urologo Medico Chirurgo, specialista in Urologia Creato il: 22/11/2024Il rabdomiosarcoma è una delle forme di tumore dei tessuti molli più comuni in età infantile e adolescenziale ma colpisce in genere un soggetto su 200.000 in Europa.
Esistono due principali tipi di rabdomiosarcoma:
- rabdomiosarcoma embrionale: è più comune nei bambini fino a 5 anni di età e tende a svilupparsi nella testa, nel collo, nella vescica e nei genitali;
- rabdomiosarcoma alveolare: non ha un’età di insorgenza principale e si sviluppa spesso nei tessuti molli del tronco e degli arti, tendendo a progredire in modo molto rapido.
Cause
Al momento, l’unica causa accertata del rabdomiosarcoma è legata alla mutazione di alcuni geni oncogeni, che includono il recettore MET o la perdita di funzionalità del gene p53, che ha effetto oncosoppressore.Alcuni studi hanno evidenziato anche alcuni fattori di rischio per il rabdomiosarcoma, che includono l’esposizione a raggi X durante la gravidanza o l’assunzione, da parte dei genitori, di marijuana o cocaina durante la gestazione.
Alcune malattie genetiche sono associate a un maggior rischio di rabdomiosarcoma; tra queste rientrano la sindrome di Li-Fraumeni, la neurofibromatosi di tipo 1, e la sindrome di Beckwith-Wiedemann, che in genere comportano un maggior rischio di sviluppare tumori di varia natura.
Sintomi
Il rabdomiosarcoma ha una genesi asintomatica, con i sintomi che tendono a comparire con il tempo, quando la massa arriva a estendersi significativamente. Questi ultimi possono variare in modo anche significativo in base alla localizzazione e allo stadio del tumore. I sintomi più comuni, pertanto, includono:- regione della testa: cefalea, dolore auricolare, disturbi alla vista e congestione nasale;
- regione del tronco: tumefazioni, che a volte possono essere associate anche a dolore;
- regione urogenitale: disturbi urinari, come difficoltà a urinare (disuria) e presenza di sangue nelle urine (ematuria), o intestinali; a volte possono comparire anche sanguinamenti a livello genitale o rettale.
Diagnosi
In generale, la diagnosi del rabdomiosarcoma parte da un’accurata anamnesi del paziente, che spesso è necessaria a identificare eventuali fattori di rischio nella sua storia familiare.In questi casi, si esegue anche un primo esame obiettivo, che prevede la palpazione di eventuali masse visibili o di eventuali tumefazioni. Tuttavia, per ottenere una diagnosi accurata è spesso necessario fare ricorso a esami più approfonditi, che includono:
- diagnostica per immagini: si possono impiegare numerosi esami, incluse radiografie, ecografie, TAC, risonanze magnetiche e tomografie a emissione di positroni; tutte queste consentono di visualizzare il tumore e comprenderne la sua estensione;
- biopsia: è in genere l’esame che garantisce maggiore sicurezza nel processo diagnostico; si basa sul prelievo di un campione di tessuto tumorale per consentire uno studio citologico e molecolare. In questo caso, la presenza di prodotti associati alle mutazioni geniche responsabili della malattia consente di ottenere una diagnosi certa e di avere anche informazioni sulla prognosi.
Rischi
Il rabdomiosarcoma è un tumore generalmente molto aggressivo, che se non viene trattato in modo tempestivo ed efficace può diffondersi ai tessuti circostanti e anche a distanza, formando metastasi che possono peggiorare sensibilmente la prognosi.Inoltre, interessando nella maggioranza dei casi pazienti in età pediatrica, un ulteriore rischio legato al rabdomiosarcoma è legato all’invasività dei trattamenti, che devono essere scelti con particolare attenzione per non compromettere la qualità di vita dei pazienti e non produrre conseguenze a lungo termine.
Cure e Trattamenti
Essendo un tumore molto raro, il trattamento del rabdomiosarcoma richiede un approccio multidisciplinare, che tenga accuratamente conto dell’estensione del tumore, della sua aggressività, della sua stadiazione e anche delle condizioni generali di salute del paziente. Gli approcci terapeutici in genere includono:- chirurgia: è il trattamento primario e spesso più efficace per il tumore, in quanto prevede la rimozione completa del tessuto malato; tuttavia, è bene notare che questa strategia non è sempre possibile, in quanto il rabdomiosarcoma può anche colpire zone del corpo molto delicate, dove l’intervento chirurgico potrebbe essere difficile o inattuabile;
- chemioterapia: consiste nell’utilizzo di farmaci citotossici per ridurre le dimensioni del tumore prima della chirurgia o per ridurre il rischio di recidive successive all’intervento; in genere, la cura del rabdomiosarcoma si basa su una combinazione di farmaci e pertanto può produrre eventuali effetti collaterali;
- radioterapia: consiste nella somministrazione di radiazioni ionizzanti che distruggono le cellule tumorali; in genere viene utilizzata prima dell’intervento chirurgico per ridurre la dimensione della massa da operare. La radioterapia può essere somministrata sia con una sorgente esterna che con una interna;
- terapia mirata: al momento sono in fase di studio alcune terapie a bersaglio molecolare, che consentono di attivare il sistema immunitario contro il tumore, facilitando la guarigione.
Bibliografia
- Hays DM. Rhabdomyosarcoma. Clin Orthop Relat Res. 1993 Apr;(289):36-49.
- Stuart A, Radhakrishnan J. Rhabdomyosarcoma. Indian J Pediatr. 2004 Apr;71(4):331-7.
- Bizer LS. Rhabdomyosarcoma. Am J Surg. 1969 Sep;118(3):453-8.
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