Polipi colon
Dr. Vittorio Riso
Gastroenterologo Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 15/12/2023Quando si parla di polipi del colon si intendono delle escrescenze della mucosa del viscere. Laddove diagnosticati tardivamente, vi è il rischio che possano diventare maligni e, di conseguenza, pericolosi. A tal proposito, è fondamentale segnalare la distinzione tra due tipologie di polipi:
- polipi "adenomatosi": definiti anche neoplastici, sono lesioni classificate quali adenomi tubulari, villosi e tubulo-villosi. Questi polipi sono in grado di crescere e diventare tumori del colon (processo che dura, mediamente, tra i quattro e i cinque anni) o del retto;
- polipi "infiammatori o iperplastici" sono, invece, innocui. Queste masse di tessuto sono l’effetto di una crescita anomala delle cellule di un piccolo tratto di mucosa e, più tardi vengono diagnosticati, più è probabile siano grandi. Rappresentano unicamente la conseguenza di una proliferazione della mucosa ma su base infiammatoria. Per tale motivo, nella maggior parte dei casi, possono regredire nel momento in cui vengono trattati farmacologicamente.
Spesso multipli, i polipi si localizzano frequentemente nel retto e nel sigma. Inoltre, in base alla loro forma, si possono suddividere in:
- polipi sessili quando hanno una larga base d'impianto;
- polipi peduncolati nel momento in cui sia ben evidente un peduncolo ed una testa del polipo, immagine che ricorda un po' quella di un piccolo funghetto.
Cause
Non si sanno ancora con certezza quali siano le cause della proliferazione o della presenza dei polipi nel colon. Soprattutto, ancora non si sa quali fattori di rischio vi siano nei pazienti che presentano tali escrescenze.
Nonostante non se ne abbia la certezza, si ritiene che la presenza dei polipi del colon sia relativa ad un difetto genetico. Più precisamente, è possibile che, a causa di un problema genetico, in alcuni soggetti non venga codificata una proteina in grado di inibire la proliferazione delle cellule della mucosa che, successivamente, si trasformeranno negli stessi polipi.
In particolare, nella poliposi familiare adenomatosa (FAP), sembra che la colpa sia attribuibile al gene APC, che si trova sul braccio lungo del cromosoma 5.
Vi possono essere, tuttavia, dei casi in cui questa patologia rappresenti la conseguenza di alcune mutazioni spontanee, le “prime mutazioni”.
Ad oggi, questo difetto genetico è diagnosticabile, con delle semplici analisi del sangue, durante la prima fase della patologia, nel momento in cui le escrescenze non si sono ancora formate.
Sintomi
Generalmente i polipi del colon non presentano sintomi o, più precisamente, mentre sono all'inizio del proprio sviluppo, non si manifestano in modo chiaro.
Durante le fasi di crescita, tuttavia, sebbene non causino dolore, possono sanguinare. È, infatti, proprio il sanguinamento dal retto, generalmente lieve, l’unico sintomo evidente e frequente.
Bisogna sospettare che i polipi siano presenti anche nel caso in cui si verifichino:
- rettorragia, fuoriuscita di sangue dal retto che può essere associata - o meno - alla defecazione. Deve essere sempre indagata, sia per escludere i polipi che un eventuale tumore del retto o del colon;
- "tenesmo", sensazione di pienezza dell'ampolla rettale e continuo stimolo di dover evacuare.
Quando le escrescenze sono cresciute e presentano grandi dimensioni, vi è la possibilità che tendano a manifestarsi anche con:
- dolore addominale acuto;
- crampi;
- ostruzione.
Diagnosi
Essendo i polipi del colon asintomatici, per il paziente sarà difficile sospettare tale disturbo. Tra i diversi metodi possibili, è di fondamentale importanza la ricerca di sangue occulto nelle feci. Questo veloce test è facile e, soprattutto, economico.
Sebbene il soggetto possa ritenere erroneamente che si tratti di emorroidi, lo specialista potrà verificare la presenza di tali escrescenze mediante colonscopia.
Rischi
Come più volte sottolineato, il rischio peggiore che può verificarsi nel caso in cui un paziente presentasse i polipi del colon, è quello di sviluppare un tumore del colon-retto.
Cure e Trattamenti
Si può procedere a trattare queste lesioni sia con un metodo endoscopico che chirurgico.
Generalmente si decide come agire guardando alla grandezza del polipo e/o all'eventuale trasformazione in senso neoplastico. È fondamentale considerare che, maggiore è la dimensione del polipo, più alto è il rischio di trasformazione in tumore.
Nel caso in cui i polipi abbiano dimensioni superiori ai 2,5 cm, vi è il 25% di possibilità che muti in neoplasia. Questa percentuale cala notevolmente nel caso in cui le dimensioni dei polipi siano al di sotto di 1 cm (meno del 2%).
Quando un polipo è già mutato in tumore, non si indica più l'asportazione endoscopica, ma la strategia del trattamento cambia radicalmente. Bisognerà, infatti, ricorrere all'intervento chirurgico vero e proprio.
Date tali circostanze, è fondamentale ricordare l’importanza della prevenzione.
Ad oggi, con la colonscopia e, eventualmente, con l'asportazione di un piccolo polipo, si possono prevenire severe conseguenze. In tal senso, se ogni individuo si sottoponesse a colonscopia ogni 4-5 anni, a partire dai 42-43 anni, il cancro del colon e del retto potrebbero essere sconfitti o, quantomeno, avrebbero una diffusione molto limitata.
Bibliografia
- Fornaro, Martina, and Enrico Valletta. "I polipi del tratto digestivo." QUADERNI ACP 2 (2022): 51.
- Macci, Leonardo. "Risultati oncologici del polipo ad alto rischio di progressione." (2020).Orlandi, Laura. "Poliposi Familiare del Colon Attenuata (AFAP): definizione, caratteristiche cliniche e genetiche." (2020).
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