Nevrosi
Dr. Federico Baranzini
Psichiatra Medico Chirurgo, specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta Psicoanalista e Psicogeriatra Creato il: 18/07/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023La nevrosi, o nevrosi del carattere, è un disturbo psicologico che porta alla formazione di modelli comportamentali e tratti della personalità rigidi e disfunzionali, fonte di disagio e difficoltà relazionali per chi ne soffre. Si differenzia dalle nevrosi "classiche" (fobie, ossessioni, isteria), in quanto ciò che appare disturbato non sono tanto singoli sintomi, quanto il carattere nel suo complesso.
Il soggetto nevrotico sviluppa, nel tempo, una struttura caratteriale distorta, con modalità di pensiero, emozioni e comportamenti ripetitivi e inadeguati, che gli impediscono di adattarsi in modo flessibile alle situazioni e di instaurare relazioni sane e gratificanti. Tipici tratti nevrotici sono:
- perfezionismo;
- insicurezza;
- pessimismo;
- senso di colpa;
- dipendenza dagli altri.
Le cause della nevrosi del carattere affondano nelle prime fasi dello sviluppo psico-affettivo del bambino. Fortunatamente, oggi sono disponibili trattamenti efficaci, che aiutano a comprendere e modificare gli schemi disfunzionali.
Cause
Dal punto di vista medico e psichiatrico, si ritiene che nello sviluppo delle nevrosi del carattere possano giocare un ruolo sia fattori biologici che psicologici.
Tra i fattori biologici, vengono indicati:
- predisposizioni genetiche;
- alterazioni neurochimiche (in particolare, una ridotta attività serotoninergica);
- anomalie funzionali in specifiche aree cerebrali.
Questi elementi potrebbero determinare tratti temperamentali e di personalità più inclini all'insorgenza della patologia nevrotica.
Tra i fattori psicologici assumono particolare rilievo:
- le relazioni precoci con i caregiver;
- gli stili educativi disfunzionali;
- le dinamiche familiari patogene;
- i traumi infantili.
Diversi approcci teorici hanno cercato di comprendere le origini di questo disturbo. La psicoanalisi freudiana lo ricondurrebbe a conflitti infantili irrisolti, che il soggetto rimuove nell'inconscio. La prospettiva cognitivo-comportamentale, infine, ritiene che, alla base, vi siano convinzioni e schemi mentali disfunzionali, appresi durante lo sviluppo. Nonostante le divergenze, le varie teorie concordano nel ritenere che le cause della nevrosi del carattere affondino nelle prime fasi della vita, per quanto possano essere innescate da eventi successivi.
L'ipotesi prevalente è che l'interazione tra vulnerabilità biologica e fattori ambientali negativi, nelle fasi precoci dello sviluppo, possa favorire l'insorgenza di tratti nevrotici di personalità in età adulta. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere esattamente i meccanismi eziopatogenetici, che conducono alla cronicizzazione dei sintomi.
Sintomi
I sintomi e i segni della nevrosi del carattere possono variare nelle diverse fasce d'età, pur mantenendo alcune caratteristiche comuni, legate alla rigidità e all'inadeguatezza delle modalità di pensiero e comportamento:
- bambini: difficoltà di separazione dai genitori, ansia da prestazione, perfezionismo, isolamento o chiusura relazionale, lamentele somatiche ricorrenti;
- adolescenti: forte bisogno di approvazione e timore del giudizio altrui, ribellione verso le figure di autorità, oscillazione tra sentimenti di inferiorità e superiorità, difficoltà a tollerare frustrazioni;
- giovani adulti: insicurezza, dipendenza affettiva, tendenza a somatizzare lo stress, procrastinazione, indecisione cronica, idee ossessive sulle relazioni sentimentali;
- adulti: perfezionismo paralizzante, senso di colpa e autocommiserazione, rigidità di pensiero, difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti, lamentele ipocondriache;
- anziani: ruminazione sul passato, resistenza al decadimento fisico e alla perdita di autonomia, accentuazione dei tratti nevrotici preesistenti, isolamento sociale.
I principali sintomi della nevrosi del carattere, tipicamente riscontrati in età adulta, possono avere lievi differenze tra maschi e femmine. Nei maschi, presentano:
- perfezionismo e paura di sbagliare;
- difficoltà a chiedere aiuto e tendenza all'isolamento;
- irritabilità e scoppi d'ira;
- difficoltà a gestire lo stress, tendenza a somatizzarlo;
- dipendenza dal lavoro e difficoltà a staccare;
- abuso di alcol, fumo, cibo per gestire l'ansia;
- difficoltà ad aprirsi emotivamente nelle relazioni.
Nelle femmine, invece:
- bassa autostima e insicurezza;
- senso di colpa eccessivo;
- perfezionismo estetico;
- tendenza a lamentele somatiche e ipocondria;
- pensiero ossessivo sulle relazioni;
- difficoltà a gestire rabbia e aggressività;
- tendenza a somatizzare lo stress;
- comportamenti di cura compulsivi verso gli altri;
- difficoltà a stabilire confini interpersonali.
Per quanto riguarda i tratti comuni, troviamo:
- ansia generalizzata;
- difficoltà decisionali e procrastinazione;
- paura del giudizio e del rifiuto;
- difficoltà ad adattarsi a cambiamenti;
- comportamenti rigidi e ripetitivi;
- perfezionismo paralizzante.
A qualsiasi età, comunque, il quadro clinico è dominato da:
- insicurezza;
- ansia;
- difficoltà relazionali;
- tendenza alla cronicizzazione, con espressività variabile col ciclo di vita.
Diagnosi
La diagnosi di nevrosi viene tipicamente formulata durante l'adolescenza o in età adulta, quando i sintomi disfunzionali sono ormai ben strutturati e provocano un evidente disagio nella vita della persona. Tuttavia, i primi campanelli d'allarme possono manifestarsi già in età infantile, attraverso segnali come ansia da prestazione, perfezionismo, difficoltà relazionali.
Per diagnosticare la nevrosi, psicologi e psichiatri valutano la presenza e gravità di sintomi come insicurezza, senso di colpa, paure eccessive, difficoltà decisionali. Analizzano anche l'impatto che questi hanno sul funzionamento personale e sociale del paziente, nonché la cronicità dei sintomi nel tempo. Vengono utilizzati colloqui clinici, test psicometrici e l'osservazione diretta del comportamento. Per valutare la presenza di una nevrosi del carattere si possono utilizzare diversi test psicometrici standardizzati, tra cui:
- MMPI - Minnesota Multiphasic Personality Inventory: questionario di personalità che valuta tratti nevrotici, ossessivi, ipocondriaci;
- 16PF - Sixteen Personality Factor Questionnaire: valuta dimensioni di personalità quali ansia, perfezionismo, insicurezza;
- STAI - State-Trait Anxiety Inventory: misura livelli di ansia di stato e di tratto;
- SCID - Structured Clinical Interview: colloquio strutturato per formulare diagnosi psichiatriche;
- Test proiettivi come Rorschach o TAT: per esplorare dimensioni inconsce della personalità.
I risultati di questi test vanno sempre integrati con colloqui clinici approfonditi e con l'osservazione diretta del soggetto, per ottenere un quadro completo e formulare una diagnosi accurata.
Una volta esclusa la presenza di altre patologie, se il quadro clinico corrisponde a quello tipico della nevrosi, viene formulata la diagnosi. Questa è importante per avviare quanto prima un trattamento adeguato ed evitare che il disturbo si cronicizzi, compromettendo la qualità di vita.
Rischi
La mancata diagnosi di una nevrosi del carattere può comportare diversi rischi e conseguenze negative, tra cui:
- cronicizzazione: senza un trattamento adeguato, i sintomi nevrotici tenderanno a persistere e a radicarsi sempre più nella personalità dell'individuo;
- peggioramento: i tratti nevrotici tenderanno a enfatizzarsi con il passare del tempo, provocando una sofferenza psicologica sempre maggiore;
- difficoltà relazionali: i modelli relazionali distorti porteranno a isolamento sociale, conflitti interpersonali, fallimenti sentimentali;
- disadattamento: la persona avrà sempre maggiori difficoltà ad adattarsi in modo flessibile alle diverse situazioni della vita;
- compromissione lavorativa: le disfunzioni cognitive ed emotive interferiranno negativamente con la carriera e la realizzazione professionale;
- disturbi psicosomatici: l'incapacità di gestire lo stress può somatizzarsi in disturbi fisici di varia natura;
- comorbilità: possibile insorgenza di patologie concomitanti come depressione, dipendenze, disturbi alimentari;
- declino: la qualità della vita sarà complessivamente compromessa.
Per questi motivi, una diagnosi precoce risulta cruciale, per avviare quanto prima un adeguato percorso terapeutico.
Cure e Trattamenti
Le nevrosi del carattere possono essere trattate in maniera efficace, essenzialmente con approcci psicoterapeutici mirati, che variano a seconda dell'età del paziente:
- in età infantile, la psicoterapia si focalizza sulla relazione genitori-figli, per modificare stili educativi disfunzionali e prevenire il radicamento di schemi patologici. È utile anche il supporto alla socializzazione tra pari;
- in adolescenza, ci si concentra sul rafforzamento dell'autostima, l'elaborazione delle emozioni e l'acquisizione di competenze relazionali. Alcune tecniche che possono essere utilizzate, per esempio, sono il role-playing, l'arteterapia e la recitazione;
- in età adulta, le terapie più indicate sono quella psicodinamica, per elaborare conflitti inconsci, e quella cognitivo-comportamentale, per modificare pensieri e comportamenti disadattivi.
In tutte le età, possono essere utili:
- training di rilassamento e mindfulness, per gestire l'ansia;
- terapia di gruppo, per favorire l'apertura emotiva;
- sostegno psicologico, per superare eventi traumatici (psicoterapie psicodinamiche o psicoanalisi);
- terapia familiare, per risolvere dinamiche disfunzionali.
La psicoterapia psicodinamica e la psicoanalisi possono essere approcci molto utili nel trattamento delle nevrosi, in quanto si focalizzano sulle cause inconsce, alla base dei sintomi. In particolare, attraverso tecniche come l'associazione libera, l'analisi dei sogni e il transfert con il proprio analista, mirano a portare alla luce i conflitti rimossi nell'inconscio, risalenti spesso all'infanzia o a traumi psicologici. L'obiettivo è rendere consapevoli questi contenuti inconsci, elaborarli e integrarli nella coscienza, permettendo al paziente di acquisire una migliore comprensione di sé e delle motivazioni del proprio comportamento.
Ciò consente di modificare meccanismi di difesa disfunzionali, come la rimozione o la proiezione, allentando i sintomi nevrotici quali ansia, ossessioni, fobie. Il setting analitico offre al paziente uno spazio di accettazione e non giudizio fondamentale. Il rapporto con l'analista può essere utilizzato, anche per risolvere modalità relazionali problematiche, acquisendo nuovi modelli attraverso il transfert. I benefici possono essere una maggiore consapevolezza di sé, una personalità più integrata e una risoluzione o attenuazione della sintomatologia nevrotica.
Anche alcuni farmaci possono essere utili come supporto temporaneo per curare alcuni sintomi acuti, che possono potenzialmente presentarsi in soggetti nevrotici. I farmaci più comunemente utilizzati nel trattamento della nevrosi del carattere, in età adulta, sono:
- antidepressivi: farmaci che agiscono sul sistema serotoninergico come SSRI (sertralina, paroxetina, fluoxetina) o SNRI (duloxetina, venlafaxina). Utili per curare sintomi depressivi associati;
- ansiolitici: farmaci benzodiazepinici (alprazolam, lorazepam) utilizzati per il controllo dell'ansia e degli attacchi di panico;
- stabilizzatori dell'umore: litio o anticonvulsivanti come acido valproico, lamotrigina. Impiegati per stabilizzare il tono dell'umore;
- antipsicotici atipici: quetiapina, olanzapina. Possono essere utili in casi resistenti per ridurre ideazione ossessiva;
- beta-bloccanti: propanololo, atenololo. Utili per controllare sintomi somatici d'ansia come tachicardia, tremore, sudorazione;
- regolatori del sonno: benzodiazepine a breve durata d'azione (triazolam, zolpidem) per favorire il sonno in presenza d'insonnia.
I farmaci vanno sempre integrati con un adeguato supporto psicoterapeutico e prescritti sotto controllo medico, facendo attenzione agli effetti collaterali e al rischio di abuso o dipendenza.
Bibliografia
- Opere di Sigmund Freud (OSF) Vol 10. Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti. Torino, Bollati Boringhieri, 2000.
- Barale F., a cura di. Psiche: dizionario storico di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze. Torino, Einaudi, 2009.
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