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Disturbo evitante di personalità

Dr. Federico Baranzini

Dr. Federico Baranzini

Psichiatra Medico Chirurgo, specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta Psicoanalista e Psicogeriatra Creato il: 24/07/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023

Il disturbo evitante di personalità (AVDP in inglese) è contraddistinto da un pattern pervasivo di evitamento sociale, sensibilità e timidezza estreme, bassa autostima e paura del giudizio negativo degli altri. È stato introdotto per la prima volta, nella nosologia psichiatrica, nel DSM III nel 1980.

Il disturbo evitante di personalità è un disturbo di personalità associato a un temperamento ipervigile ed eccessivamente sensibile, con la tendenza sia a evitare le interazioni sociali che a evitare le attività che comportano il rischio di essere criticati o rifiutati.

Le persone con disturbo evitante di personalità, nonostante tutto, nutrono il desiderio di instaurare relazioni intime con altri individui a cui, tuttavia, si accompagna un incessante timore di essere criticati, disapprovati o rifiutati. Questi pazienti considerano le reazioni negative degli altri come sempre giustificate, non riuscendo a formulare ipotesi alternative.

I pazienti affetti da disturbo evitante di personalità si percepiscono come diversi dagli altri, incapaci di condividere i loro sentimenti, distanti, inferiori ed è come se osservassero la vita attraverso un vetro. 

Disturbo evitante di personalità

Cause Cause

Le cause esatte del Disturbo Evitante di Personalità rimangono un'area di ricerca attiva e non sono del tutto comprese. Tuttavia, gli esperti ritengono che la sua genesi sia multifattoriale, con un insieme complesso di fattori genetici e ambientali che concorrono al suo sviluppo. 

Dal punto di vista genetico, alcuni studi suggeriscono una predisposizione ereditaria al DAP. Si è notato, ad esempio, che l'AVPD e il Disturbo d'Ansia Sociale (SAD) sembrano condividere la stessa vulnerabilità genetica. Questa somiglianza può suggerire che certi tratti o suscettibilità alle condizioni ansiose possano essere trasmessi all'interno delle famiglie. 

Allo stesso modo, l'ambiente in cui una persona cresce svolge un ruolo cruciale. Un ambiente familiare in cui un individuo sperimenta la trascuratezza, o dove si confronta con genitori distanti emotivamente, può contribuire significativamente al senso di insicurezza e al timore della valutazione negativa degli altri. Queste esperienze precoci possono interagire con tratti di personalità ereditati, come una tendenza naturale verso l'affettività negativa o una scarsa inclinazione all'affettività positiva. Tali combinazioni possono, nel tempo, sfociare nella formazione di un concetto di sé profondamente negativo, una pronunciata propensione alla vergogna e una marcata ipersensibilità nelle relazioni interpersonali, tutti aspetti salienti dell'AVPD.

Detto ciò, è essenziale sottolineare che l'intera panoramica delle cause del AVPD è ancora oggetto di indagine. Mentre abbiamo identificato diversi fattori che potrebbero contribuire, la loro interazione e la loro relativa importanza variano da individuo a individuo. Pertanto, si riconosce la necessità di ulteriori ricerche per delineare con chiarezza le cause, i meccanismi sottostanti e i fattori di rischio associati al disturbo evitante.

Sintomi Sintomi

I sintomi del disturbo evitante di personalità includono:

  • modalità diffusa di inibizione sociale;
  • sentimenti di inadeguatezza e inferiorità verso se stessi;
  • ipersensibilità al giudizio degli altri;
  • forte desiderio di stabilire relazioni intime con gli altri, ma costante paura di essere criticati, disapprovati o rifiutati;
  • tendenza sia ad evitare le interazioni sociali che a evitare le attività che comportano il rischio di essere criticati o rifiutati;
  • considerazione delle reazioni negative degli altri come giustificate, senza riuscire a formulare ipotesi alternative;
  • sentimento di ansia generalizzato a tutte le interazioni con gli altri e un forte senso di estraneità rispetto al mondo esterno;
  • sensazione di essere alieni sulla terra, diversi dagli altri, incapaci di condividere i propri sentimenti, distanti e inferiori;
  • estrema timidezza e sensazione di vergogna e di imbarazzo in situazioni sociali;
  • tendenza a trattenere sentimenti intimi per timore di essere giudicati o rifiutati;
  • evitamento di eventuali situazioni in cui si può essere valutati negativamente;
  • difficoltà a parlare di sé e a esprimere i propri sentimenti intimi.

I sintomi possono variare da persona a persona e la diagnosi di disturbo evitante di personalità deve essere fatta da un professionista qualificato.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi del disturbo evitante di personalità viene effettuata da un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra, attraverso una valutazione clinica approfondita. Durante la valutazione, il professionista raccoglierà informazioni riguardanti i sintomi, la storia personale e familiare (anamnesi) e potrà eventualmente avvalersi di interviste strutturate o test psicologici per confermare la presenza del disturbo.

Per poter fare una diagnosi di disturbo evitante di personalità, devono essere soddisfatti i criteri specifici del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) dell'American Psychiatric Association. I criteri diagnostici per il disturbo evitante di personalità includono:

  1. evitamento persistente di situazioni sociali a causa della paura di essere giudicati o criticati negativamente;
  2. paura o ansia intense in situazioni sociali che possono portare all'evitamento;
  3. sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima;
  4. reticenza nel prendere rischi o intraprendere nuove attività per paura di fallire o di essere umiliati;
  5. difficoltà nel formare relazioni intime o strette a causa della paura del rifiuto o dell'abbandono;
  6. preoccupazione costante per il giudizio negativo degli altri;
  7. evitamento o ritiro dalle interazioni sociali a causa della paura del giudizio negativo.

È importante notare che la presenza di questi sintomi deve essere persistente e causare un significativo disagio o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti della vita.

Tuttavia, il modello categoriale del DSM 5 è stato criticato per gli alti livelli di comorbilità tra le diagnosi "rigide" del disturbo di personalità. Per risolvere questo problema, il DSM-5 ha introdotto un modello alternativo per i disturbi di personalità (AMPD), che valuta i punti in comune dei disturbi di personalità, utilizzando un unico continuum di gravità, rappresentato dalla Level of Personality Functioning Scale (LPFS). La LPFS comprende sia la patologia del sé del soggetto che quella interpersonale, quindi in relazione agli altri.

La diagnosi differenziale, infine, è importante per escludere altre condizioni che possono presentare sintomi simili, come la fobia sociale, il disturbo di personalità schizoide o il disturbo di personalità borderline.

Rischi Rischi

Il disturbo evitante di personalità, se non affrontato a dovere, può avere diverse conseguenze sulla vita quotidiana e sul benessere psicologico di una persona. Ecco alcune delle conseguenze più comuni:

  1. isolamento sociale: le persone con disturbo evitante di personalità tendono ad evitare situazioni sociali e a ritirarsi dal contatto con gli altri. Questo può portare a un isolamento sociale significativo e alla mancanza di relazioni intime o di supporto sociale;
  2. difficoltà nelle relazioni: a causa della paura del rifiuto e dell'abbandono, le persone con questo disturbo possono avere difficoltà a formare e mantenere relazioni intime. Possono essere eccessivamente sensibili alle critiche o al disprezzo degli altri, il che può rendere difficile per loro aprirsi emotivamente o fidarsi degli altri;
  3. bassa autostima: le persone con disturbo evitante di personalità spesso hanno una bassa autostima e una percezione negativa di sé stesse. Questo può influire sulla loro fiducia nelle proprie capacità e sul loro senso di valore personale;
  4. difficoltà nel mondo lavorativo: a causa dell'evitamento delle situazioni sociali e della paura del giudizio negativo, le persone con questo disturbo possono avere difficoltà a svolgere lavori che richiedono interazioni sociali o a raggiungere il loro pieno potenziale professionale;
  5. ansia e depressione: il disturbo evitante di personalità è spesso associato ad alti livelli di ansia e depressione. Le persone con questo disturbo possono sperimentare ansia intensa in situazioni sociali e possono sentirsi tristi o svuotate a causa dell'isolamento sociale e delle difficoltà nelle relazioni.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Sebbene non esista una terapia farmacologica specifica per il disturbo evitante di personalità, in alcuni casi possono essere prescritti farmaci per il trattamento dei sintomi associati, come l'ansia o la depressione. Gli antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono essere utilizzati per ridurre l'ansia e migliorare l'umore.

Le opzioni principali di trattamento per il Disturbo Evitante di Personalità prevedono principalmente la psicoterapia.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia degli schemi hanno mostrato risultati promettenti. Queste terapie mirano a colpire gli schemi pervasivi di inibizione sociale, il senso di inadeguatezza e l'ipersensibilità alla valutazione negativa che caratterizzano il disturbo evitante di personalità. 

Uno studio pilota di terapia combinata di gruppo e individuale per pazienti con AVPD, basato sulla mentalizzazione e sulla terapia interpersonale metacognitiva, ha mostrato risultati promettenti. Anche la terapia cognitiva breve è stata esplorata come trattamento per l'AVPD, con risultati preliminari che suggeriscono che possa essere efficace.

Un altro approccio prevede l'addestramento alle abilità sociali. L'apprendimento di abilità sociali e di comunicazione assertiva può essere utile per le persone con disturbo evitante di personalità. Questo tipo di training può aiutare a migliorare la fiducia nelle interazioni sociali, a gestire l'ansia e a sviluppare relazioni più soddisfacenti. Infine, è stato riferito che una psicoterapia psicodinamica a lungo termine può aiutare i pazienti con AVPD a sviluppare un attaccamento sicuro, portando alla remissione dei sintomi e a un drastico miglioramento della vita.

Sono certamente necessarie ulteriori ricerche per portare allo sviluppo di trattamenti da adattare ai vari livelli di gravità dell'AVPD e ai profili di disfunzione di personalità dei pazienti.

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