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Ernia epigastrica

Dr. Gabriele Munegato

Dr. Gabriele Munegato

Chirurgo Generale Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale ed in Chirurgia dell'apparato digerente Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 06/10/2023

Quando si parla di ernia, ci si riferisce al passaggio e fuoriuscita di contenuto addominale (intestino, colon, ecc.) o anche solo di grasso, mediante un difetto di parete addominale. 

Le ernie più comuni sono quelle inguinali, ma esistono anche altre ernie meno note, localizzate in sedi in cui la parete addominale si presenta maggiormente debole e, per questo motivo, più esposta a erniazioni. Uno di questi punti è la regione epigastrica, che sarebbe la parte di addome compresa fra la zona terminale dello sterno e l’ombelico.

Si presenta come un rigonfiamento posto proprio centralmente all'addome, lungo la linea che va dalla punta dello sterno all'ombelico, che si chiama "linea alba". Può variare per dimensioni e gravità. Compare, in genere, in stazione eretta o durante sforzi fisici, mentre, solitamente, scompare in posizione sdraiata. Nelle prime fasi, è possibile diminuire il rigonfiamento tramite una manovra manuale, in modo da riportare il viscere nella sua sede d’origine. Negli stadi più avanzati, come anche in quei casi in cui le ernie presentano dimensioni consistenti, tuttavia, non è possibile eseguire tale manovra.

Possono essere anche multiple e associarsi spesso ad una ernia ombelicale.

Ernia epigastrica

Cause Cause

Le cause di un'ernia epigastrica possono essere legate a:

  • difetti a carico della parete addominale, presenti nel soggetto fin da quando è nato (spesso si manifestano, però, in età adulta);
  • indebolimento sia della parete addominale che delle sue strutture muscolo-fasciali.

In una condizione di indebolimento della parete addominale, l'ernia epigastrica può essere favorita da fattori che creano un aumento della pressione addominale, quali: 

  • obesità;
  • gravidanza;
  • tosse duratura; 
  • stipsi (ossia, stitichezza) ostinata; 
  • sforzi fisici ripetuti come accade, per esempio, quando si è sottoposti al sollevamento di pesi enormi, in palestra, sul luogo di lavoro, ecc.

Sintomi Sintomi

Può restare asintomatica e manifestarsi solo come un rigonfiamento, che va e viene a seconda della posizione e dell'entità dell'ernia.

Può dare:

  • dolori addominali, in genere localizzati nella sede dell'ernia;
  • può presentare anche una sintomatologia dolorosa diffusa all'addome, accompagnata talora da stipsi, in caso di erniazione di contenuto intestinale.

Il dolore, in genere, è acuito durante sforzi fisici o attività sportiva, proprio perché tali condizioni creano un aumento della pressione addominale e l'erniazione di contenuto intestinale.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi è, innanzitutto, clinica. Una visita chirurgica è sufficiente a:

  • confermare la presenza dell'ernia;
  • precisarne le caratteristiche (volume del sacco erniario e della porta erniaria, riducibilità, dolorabilità); 
  • precisare la presenza di eventuali altri difetti di parete, sia sulla linea alba che in altri distretti. 

L'ecografia addominale può essere utile in casi non chiari, o comunque per evidenziare altri piccoli difetti millimetrici, non ancora evidenti clinicamente. Va sempre eseguita, comunque, dopo visita chirurgica.

Rischi Rischi

Un'ernia epigastrica non trattata comporta, con il passare del tempo, il rischio che divenga sempre più grande, per l'effetto della pressione addominale sulla zona di debolezza. Rischia, poi, di rimanere sempre presente come rigonfiamento, inducendo un problema estetico, ma soprattutto un danno funzionale, limitando, in modo importante, la possibilità di eseguire le normali attività quotidiane. 

Le complicazioni, a cui l’ernia può incorrere, sono due e sono rappresentate da:

  • incarcerazione dell’ernia, che si verifica quando il contenuto, una volta fuoriuscito, non riesce più a ritornare nella sua sede originale. In questi casi, l'ernia diventa irriducibile e il gonfiore permane sempre, non riducendosi con nessuna manovra. Una ernia irriducibile può rimanere asintomatica, ma aumenta il rischio di dover intervenire d'urgenza;
  • strozzamento dell’ernia, condizione caratterizzata dal fatto che l'ansa intestinale erniata e incarcerata non riceve adeguata irrorazione sanguigna, portando, se non adeguatamente riconosciuta e trattata, a infarto e ischemia del viscere erniato (che si tratti semplicemente di grasso o intestino) con rischio di necrosi. È una situazione che richiede un intervento chirurgico d'urgenza.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

La terapia è chirurgica. Piccole ernie epigastriche asintomatiche possono anche non essere operate, ma in pazienti in piena attività lavorativa conviene sempre riparare l'ernia, in modo da:

  • evitare l'inevitabile aumento di volume;
  • prevenire le complicanze;
  • liberare il paziente da qualsiasi condizionamento, anche solo psicologico, in merito ad attività lavorative e/o sportive.

La tecnica può essere tradizionale, con accesso incisionale, o laparoscopico. Sulla decisione, in merito a che approccio adottare, incidono vari elementi: 

  • dimensione dell'ernia epigastrica; 
  • associazione con ernia ombelicale o diastasi dei retti; 
  • età e condizioni generali del paziente; 
  • pregressi interventi chirurgici.

Sia con metodica "open" (chirurgia tradizionale) che laparoscopica, la riparazione avviene sempre con posizionamento di rete protesica, che garantisce ottimi risultati, in termini di recidive a distanza.

L'intervento per sola ernia epigastrica avviene in regime di day surgery, con dimissioni il giorno stesso dell'intervento. È consigliato subito l'uso di una valida ventriera contentiva e, per le prime 24-48 ore, l'uso di blandi antidolorifici. Il paziente può essere mobilizzato sin dall'inizio. Successivamente, il recupero è veloce: dopo un mese, può riprendere a svolgere qualsiasi attività, sia lavorativa che sportiva.

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