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Stipsi

Dr. Danilo Susi

Dr. Danilo Susi

Gastroenterologo Medico Chirurgo, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Creato il: 19/12/2017 Ultimo aggiornamento: 09/10/2023
La stipsi, o stitichezza, è un sintomo e non una malattia. Si parla di stipsi se l’alvo ha una frequenza di evacuazione inferiore a tre volte alla settimana. Sul piano fisiopatologico, la stipsi è un rallentamento del transito colorettale, cioè una stasi eccessivamente prolungata del materiale fecale nel colon, ovvero un ritardo della evacuazione del contenuto intestinale.

La stipsi riconosce due distinti meccanismi fisiopatologici, spesso associati tra loro:
 
  • deficit della progressione del contenuto a livello del colon: stipsi di progressione;
  • deficit della evacuazione del contenuto del retto-sigma: stipsi di evacuazione o dischezia.
La si può definire cronica, se il sintomo persiste per più di tre mesi. È considerata una patologia della civilizzazione.
 
Stipsi

Cause Cause

Le cause della stipsi sono comuni a varie patologie, che possono essere di natura sia organica sia funzionale:

  1. malattie metaboliche: ipotiroidismo, diabete, iperparatiroidismo, feocromocitoma;
  2. malattie neuro-muscolari: lesioni cerebro-meningee, miopatie, M. Hirschsprung, M.Chagas;
  3. malattie cardiache gravi, tipo scompenso cardio-circolatorio;
  4. cirrosi epatica, nefropatie, gravidanza, gravi compromissioni generali;
  5. ulcera peptica, appendicite, colelitiasi;
  6. neoplasie dell’ano-retto-colon, dell’apparato genitale femminile, della prostata;
  7. patologia anale infiammatoria, tipo ascessi, fistole, ragadi;
  8. malattia diverticolare;
  9. IBS/colon irritabile/colite spastica (del tipo stitico);
  10. megacolon, dolicocolon, dolicosigma;
  11. briglie aderenziali con irrigidimento, riduzione e deviazione del lume;
  12. dimagrimenti importanti, volontari o involontari, per diminuzione drastica delle pressioni addominali;
  13. sindrome del perineo discendente, ipertonia del canale anale;
  14. farmaci: analgesici, anestetici, antidepressivi, convulsivanti, parkinsoniani, ipertensivi, oppiacei, neurolettici, diuretici (per perdita di potassio), antiacidi.

Sintomi Sintomi

Il paziente descrive tale disturbo in vari modi:
 
  • sforzo evacuativo;
  • feci disidratate, aride, dure;
  • feci a forma di “palline o caprine”;
  • sensazione di evacuazione incompleta;
  • sensazione di incompleto svuotamento del retto;
  • sensazione di ostruzione o blocco ano-rettale;
  • manovre manuali di svuotamento rettale.
Conseguenze della stipsi sono:
 
  • emorroidi;
  • ragadi anali;
  • fecalomi;
  • incontinenza fecale (encopresi);
  • malattia da lassativi.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi si basa su un'attenta anamnesi, anche familiare, sulla data di insorgenza e modalità di esordio della stipsi, ma anche sull’esame obiettivo dell’addome con esplorazione rettale.

Dopo aver escluso tutte le patologie organiche di cui sopra, è bene eseguire:

  • la ricerca del sangue occulto fecale (tre campioni di feci presi in successione); 
  • una Colonscopia totale, anche a scopo preventivo, specie nei pazienti maggiori di 50 anni.

Rischi Rischi

Nelle forme funzionali, specie croniche, i rischi possono essere:

  1.  la formazione di un fecaloma (massa dura di feci, che si percepisce alla esplorazione rettale e che deve essere eliminata manualmente, con/senza ausilio di eventuali clisteri);
  2. emorroidi esterne, anche sanguinanti;
  3. ragadi anali, particolarmente dolenti;
  4. formazione di diverticoli, per lo più nel sigma, che sono “tasche” della mucosa, che, a loro volta, possono anche complicarsi ulteriormente;
  5. melanosi colica iatrogena.

Nelle forme di natura organica, i rischi sono legati alla patologia di origine.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Inizialmente, la cura della stipsi comprende una rieducazione dietetico-alimentare e igienico-ambientale, proprio come stile di vita:

  • una dieta leggera ricca di fibre (frutta e verdura, meglio cotta) e di acqua (almeno l.1,5/2 al dì);
  • pasti non troppo abbondanti specie quelli serali, ad orari fissi e distanziati, masticazione adeguata;
  • evitare la sedentarietà con una attività fisica moderata, come ad esempio una passeggiata a ritmo rilassato, che stimola la peristalsi e quindi favorisce lo svuotamento gastro-intestinale, e tende a scaricare tensioni e stress;
  • ottimale sarebbe praticare regolarmente uno sport;
  • cercare di dare un tempo “dedicato” allo svuotamento dell’alvo, possibilmente sempre allo stesso orario.

È bene evitare l’uso o, meglio, l’abuso dei lassativi (specie quelli a base di senna e cascara), che, specie nelle forme croniche di stipsi, portano nel tempo alla melanosi colica (colorazione nerastra della mucosa colica, ben evidenziata in colonscopia), che aggrava ulteriormente il rallentamento colico e, così, si crea un circolo vizioso della stipsi stessa.

Utile può risultare, specie nelle forme funzionali, l’uso di:

  • olio di vasellina;
  • di lattulosio;
  • di fibre solubili;
  • di fermenti lattici prebiotici e/o probiotici (es. Enterolactis Duo).

Anche i procinetici (es. la metoclopramide, sulpiride, domperidone) possono risultare utili nelle forme non particolarmente gravi di stipsi, perchè regolarizzano e velocizzano il transito gastro-intestinale. Infine, può rivelarsi utile l’uso della prostigmina nel megacolon (da usarsi solo sotto controllo sanitario).

Bibliografia

  • Appunti di Gastroenterologia, Rodolfo Cheli, ed. Boehringer, 1987.
  • Sintomi guida addominali, ed. Boehringer, 1987.
  • Gastroenterologia, JC Rambaud e Y. Bouhnik, Arti grafiche ed., 1995.
  • Manuale di Gastroenterologia, G.L. Eastwood, C. Avannduk, Il Pensiero Scientifico ed., 1989.
  • La stitichezza, J.Thiroloix, Rizzoli ed., 1977.

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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