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Disfagia

Prof. Roberto Verzaro

Prof. Roberto Verzaro

Chirurgo Generale Medico Chirurgo - Professore Aggregato, specialista in Chirurgia Generale, chirurgia oncologica e chirurgia mininvasiva (laparoscopica e robotica) Creato il: 06/02/2024

La disfagia è una patologia caratterizzata dalla difficile deglutizione di cibi solidi e/o liquidi che, per diverse ragioni, non transitano correttamente dalla faringe allo stomaco.
Può essere classificata in:
 

  • disfagia orofaringea: il cibo o altra sostanza non riesce a passare dall’orofaringe (è la porzione intermedia della faringe) all’esofago;
  • disfagia esofagea: il cibo o altra sostanza non riesce a passare dall’esofago allo stomaco.

Nei soggetti affetti da disfagia, il cibo, i liquidi o altre secrezioni non transitano normalmente dalla gola all'esofago e, attraverso questo, allo stomaco. La patologia in questione potrebbe essere confusa con bolo isterico. Le due condizioni sono però molto diverse: il bolo isterico, infatti, si riferisce alla sola sensazione di avere una massa localizzata nella gola, senza reale alterazione del transito.

Disfagia

Cause Cause

La disfagia ha cause multifattoriali, diverse a seconda del tratto interessato.

La disfagia orofaringea, come detto, è la difficoltà a far passare materiale dall'orofaringe all'esofago a causa di una anomalia funzionale dell'esofago stesso. Essa compare prevalentemente in pazienti con:

  • patologie neurologiche: sclerosi multipla, malattia di Parkinson, arterite gigantocellulare;
  • patologie muscolari: miastenia grave, distrofia muscolare, dermatomiosite.
La disfagia esofagea è la difficoltà a far passare materiale lungo l'esofago, a causa di:
 
  • disturbo della motilità: acalasia, spasmo esofageo diffuso, sclerosi sistemica;
  • ostruzione meccanica: carcinoma esofageo, stenosi da radiazioni, anelli esofagei inferiori.

Sintomi Sintomi

La disfagia è caratterizzata dalla reale difficoltà di deglutizione di cibi solidi e/o liquidi.

Tale condizione si accompagna spesso a: 

  • tosse involontaria; 
  • fuoriuscita di cibo o liquidi dal naso; 
  • fastidio o dolore al momento della deglutizione;
  • voce velata o gorgogliante dopo la deglutizione. 

Ulteriore sintomatologia è da riferire alla patologia scatenante (ad esempio, di tipo gastrointestinale o del tessuto connettivo, ecc.). Possono essere presenti:

  • pirosi (fastidio e/o bruciore allo stomaco); 
  • fastidi toracici; 
  • dolore muscolare; 
  • fenomeno di Raynaud.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi di disfagia non può prescindere da accurata anamnesi, in cui lo specialista acquisisce informazioni circa la storia clinica del paziente e prende nota dei sintomi lamentati, con relativo inizio e durata. All’anamnesi, segue l’esame obiettivo per la valutazione dello stato nutrizionale, della salute dei nervi e della forza muscolare.

La patologia va sospettata in tutti i pazienti che abbiano riportato i sintomi di cui sopra o che abbiano esperienza di patologie neuromuscolari o gastrointestinali.
Ulteriori esami diagnostici confermeranno la diagnosi di disfagia e ne accerteranno le cause. Tra questi:

  • manometria esofagea: questo esame consente di valutare la motilità dell’esofago e viene eseguito a digiuno (da almeno otto ore), con il paziente sveglio. Attraverso una sonda di pochi millimetri, lo specialista induce la deglutizione nel paziente e misura l’intensità della contrazione. Contemporaneamente, osserva la corretta apertura dello sfintere esofageo inferiore (il passaggio tra esofago e stomaco);
  • endoscopia del tratto superiore: nei pazienti con motilità compromessa viene eseguita una valutazione dell’esofago, dello stomaco e del tratto superiore dell’intestino alla ricerca di alterazioni o altre patologie responsabili della condizione;
  • radiografia con pasto baritato: questo esame viene utilizzato per indagare il tubo digerente alla ricerca di eventuali tumori ed è somministrato facendo bere al paziente un liquido contenente solfato di bario;
  • planimetria per impedenza: si tratta di una tecnologia recente, in grado di misurare sia l'area attraverso l'interno dell'esofago che la pressione all'interno del lume.

Rischi Rischi

La disfagia influenza negativamente la qualità della vita del paziente e lo induce a nutrirsi poco e male. Se non trattata, denutrizione e disidratazione possono essere conseguenze gravi della disfagia che, a loro volta, possono portare a:

  • cute secca;
  • calo ponderale;
  • perdita della tonicità muscolare;
  • disorientamento e confusione.
Ulteriori rischi della disfagia orofaringea sono a carico della trachea, che può aspirare il cibo introdotto. La disfagia aumenta il rischio di aspirazione, che si verifica quando il cibo, i liquidi o altre secrezioni entrano nelle vie respiratorie invece di essere indirizzati nell'esofago. Tale aspirazione può comportare:
 
  • polmonite acuta;
  • patologia respiratoria cronica.
Ulteriori rischi della disfagia esofagea sono invece a carico dell’esofago, all’interno del quale si accumula il cibo. Tale occlusione può comportare:
 
  • perforazione esofagea spontanea;
  • sepsi: una sindrome clinica causata da un'infezione che si diffonde nel sangue e provoca una risposta infiammatoria dannosa per l'organismo.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento della disfagia è diretto all'eliminazione della causa scatenante e condotto secondo diversi approcci:

  • dilatazione endoscopica: questa procedura viene utilizzata per trattare la disfagia causata da stenosi o ostruzioni dell'esofago. Mira ad allargare o dilatare la parte stretta del canale esofageo per ripristinare il normale passaggio del cibo e dei liquidi. La dilatazione endoscopica è spesso preferita all'intervento chirurgico tradizionale, in quanto meno invasiva;
  • sonda da gastrostomia: applicata ai casi di grave disfagia e con aspirazione ricorrente. La sonda da gastrostomia è un tubo flessibile che viene inserito chirurgicamente nello stomaco. Questo tipo di sonda è utilizzato per fornire nutrizione e liquidi direttamente allo stomaco, bypassando il normale processo di deglutizione.
In attesa di sottoporsi a questi trattamenti, il paziente potrebbe trarre giovamento da una terapia riabilitativa comprendente:
 
  • esercizi di rinforzo e coordinazione per la lingua;
  • rieducazione dei muscoli della deglutizione;
  • assunzione di una corretta postura durante i pasti.
Per tutta la durata del trattamento, è importante una corretta gestione dietetica del paziente. A tutti coloro che assistono un soggetto affetto da disfagia si raccomanda di:
 
  • modificare la consistenza del cibo in modo che raggiunga consistenza semisolida (ad esempio, il purè di patate), per quei casi di disfagia per i cibi solidi;
  • utilizzare acqua gelificata o polveri addensanti in commercio per tutti quei casi di disfagia per liquidi.
Grazie a queste piccole accortezze, sarà possibile garantire al paziente una dieta varia, appetibile e completa che fornisca l'energia e i nutrienti necessari per l'organismo.
 

Bibliografia

  • Wilkinson JM, Codipilly DC, Wilfahrt RP. Dysphagia: Evaluation and Collaborative Management. Am Fam Physician. 2021 Jan 15;103(2):97-106. PMID: 33448766.
  • Triggs J, Pandolfino J. Recent advances in dysphagia management. F1000Res. 2019 Aug 29;8:F1000 Faculty Rev-1527. doi: 10.12688/f1000research.18900.1. PMID: 31508201; PMCID: PMC6719674.

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