Coronaropatia
Dr.ssa Stefania Lanotte
Cardiologo Medico Chirurgo, specialista in Cardiologia Creato il: 28/06/2024Cause
Le arterie coronarie sono i vasi sanguigni che forniscono sangue ossigenato al muscolo cardiaco (miocardio) e si ha una coronaropatia quando sulle pareti di queste si depositano delle placche aterosclerotiche. Queste sono solitamente costituite da depositi di grasso, colesterolo, calcio e altre sostanze.Le cause principali della formazione delle placche aterosclerotiche nelle coronarie includono:
- aterosclerosi, che è la causa più comune di coronaropatia e consiste in un indurimento e ispessimento delle arterie (incluse le coronarie) dovuto all'accumulo di depositi lipidici;
- presenza di fattori di rischio sottostanti come ipertensione, fumo, diabete, ipercolesterolemia, obesità, età avanzata, stili di vita inadatti e malattie sistemiche.
Sintomi
Nelle fasi iniziali, la coronaropatia è sostanzialmente asintomatica; tuttavia, quando progredisce nelle forme più serie, produce un gran numero di sintomi legati alla scarsa capacità di pompaggio da parte del cuore, come:- dolore al petto (angina pectoris) che può irradiarsi al braccio sinistro, alla spalla, al collo o alla mandibola;
- difficoltà a respirare (dispnea) che si può manifestare sia durante l’esecuzione di attività fisiche che a riposo ed è conseguente alla riduzione di ossigeno in circolo;
- sudorazione eccessiva, che si presenta come un tentativo dell’organismo di rispondere allo stress causato dalla scarsa ossigenazione cercando di raffreddare il corpo;
- senso di debolezza generalizzato, dovuto alla difficoltà da parte del cuore di pompare sangue, il quale riduce quindi l’apporto di ossigeno ai muscoli;
- nausea, che si presenta come una risposta generale allo stress indotto dalla carenza di ossigeno.
Diagnosi
In generale, nella diagnosi di coronaropatia è necessario che lo specialista cardiologo esegua un’accurata anamnesi del paziente, in quanto la raccolta dei sintomi riferiti è utile per differenziare la coronaropatia da altre condizioni cardiache e le informazioni sullo stile di vita sono necessarie per trarre una valutazione del rischio cardiovascolare. Infatti, quest’ultimo gioca un ruolo chiave nel direzionare il sospetto diagnostico verso una coronaropatia.Per la conferma diagnostica, invece, si fa in genere ricorso a esami come:
- elettrocardiogramma, che consente di individuare eventuali anomalie nel battito cardiaco;
- ecocardiogramma, tramite cui si possono visualizzare alterazioni strutturali del cuore;
- test da sforzo, che consente di individuare eventuali anomalie durante il compimento di uno sforzo fisico;
- angiografia coronarica, che tramite una radiografica con mezzo di contrasto permette di vedere eventuali lesioni alle coronarie;
- TAC o risonanza magnetica, che permettono di ottenere immagini dettagliate del cuore e delle coronarie.
Rischi
La coronaropatia, come molte condizioni che riducono l’afflusso di sangue al cuore, può risultare molto pericolosa per la salute del paziente che ne è affetto; tra le possibili complicanze, infatti, rientra l’infarto del miocardio, che si può verificare quando la rottura di una placca aterosclerotica attiva la risposta immunitaria e quindi l’afflusso delle piastrine. Queste, infatti, si aggregano attorno alla placca, formando un coagulo che può bloccare il passaggio del sangue verso il miocardio; causando un’ischemia che può portare alla necrosi, nei casi più lievi parziale e in quelli più gravi totale, delle cellule costituenti il muscolo cardiaco.Generalmente, l’infarto può produrre danni anche significativi al cuore, producendo possibili alterazioni della conduzione elettrica al suo interno che possono causare aritmie cardiache o anche disfunzioni a livello delle pareti ventricolari, causando potenziali insufficienze cardiache anche fatali.
Inoltre, l’infarto del miocardio, anche quando non è fatale, costituisce, anche a lungo termine, un fattore di rischio per altre malattie cardiovascolari, come trombosi, insufficienze cardiache croniche e arresti cardiaci.
Cure e Trattamenti
Il trattamento farmacologico delle coronaropatie è mirato a impedire la formazione delle placche aterosclerotiche e, nel caso in cui questo non sia possibile, a impedire la formazione di coaguli che possono portare alla comparsa di infarti. In base alle cause scatenanti della coronaropatia, la strategia terapeutica include diverse tipologie di farmaci, come:- antipertensivi (es. ACE-inibitori e beta-bloccanti) che si impiegano quando le coronaropatie sono secondarie a ipertensione arteriosa;
- statine, che facilitano la rimozione del colesterolo e permettono di migliorare le coronaropatie causate da dislipidemie;
- anticoagulanti e antiaggreganti (ad esempio, l’eparina e l’aspirina) che prevengono la formazione di altre placche aterosclerotiche ed eliminano i coaguli quando queste si rompono.
- angioplastica coronarica con stent: una procedura invasiva che consiste nell'apertura delle arterie occluse utilizzando un palloncino e inserendo un catetere per mantenere il lume aperto;
- bypass coronarico: una procedura che si basa sulla creazione di una nuova arteria coronaria che consente l’afflusso del sangue al miocardio, aggirando l’arteria occlusa.
- cambiamenti nella dieta;
- esercizio fisico regolare;
- eliminazione di fumo e alcolici;
- riduzione dei livelli di colesterolo;
- mantenimento di un peso ottimale.
Bibliografia
- Panoramica sulla coronaropatia, Ranya N. Sweis, MD, MS, Northwestern University Feinberg School of Medicine; Arif Jivan, MD, PhD, Northwestern University Feinberg School of Medicine
- Cagle SD Jr, Cooperstein N. Coronary Artery Disease: Diagnosis and Management. Prim Care. 2018 Mar;45(1):45-61.
- da Luz PL, Favarato D. Chronic coronary artery disease. Arq Bras Cardiol. 1999 Jan;72(1):5-38.
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