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Ulcera duodenale

Prof. Bruno Nardo

A cura del Prof. Bruno Nardo

Chirurgo Generale Medico Chirurgo - Professore Associato, specialista in Chirurgia Generale Creato il: 19/01/2018 Ultimo aggiornamento: 21/02/2018

Cos'è Cos'è

Per ulcera duodenale si intende una lesione “escavata” a forma di nicchia, della mucosa e sottomucosa, localizzata in oltre il 90% dei pazienti nel bulbo del duodeno, ossia entro 3 cm dalla giunzione tra stomaco e duodeno e per tale motivo viene chiamata ulcera bulbare. Ci può essere una sola ulcera (singola) o più ulcere (multipla) ed è più frequente nei maschi in età giovane (20 - 40 anni). 

È una patologia assai frequente, arrivando a interessare circa il 10% della popolazione nei Paesi industrializzati. L’ulcera duodenale è una malattia cronica che, se non curata in maniera adeguata, tende a recidivare con una altissima frequenza (90% circa entro due anni dalla sua comparsa).

ulcera duodenale

Cause Cause

Anche se le cause dell’ulcera non sono ancora ben conosciute, è noto che essa compare nei casi in cui si rompe l'equilibrio tra fattori aggressivi, cioè acido cloridrico e pepsina, e fattori protettivi, cioè il muco, la barriera costituita dalla tonaca mucosa e gli ormoni gastrointestinali inibitori. Nell'ulcera duodenale (diversamente da quella gastrica) prevalgono i fenomeni aggressivi, che portano ad un aumento della secrezione acida

Altri fattori che intervengono nell'insorgenza dell'ulcera sono: abitudini voluttuarie (fumo di sigaretta, alcol e caffè); predisposizione familiare a sviluppare la malattia ulcerosa; cause psicosomatiche e farmaci, in particolar modo i cortisonici e l'acido acetilsalicilico (aspirina), benché in definitiva si debbano considerare lesivi tutti gli antinfiammatori, gli antifebbrili e gli antidolorifici (anche se non assunti per bocca), oltre a molti altri farmaci. Attualmente si ritiene che la causa delle ulcere non provocate da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sia dovuta ad una infezione ad opera dal batterio Helicobacter pylori (HP).

Sintomi Sintomi

Il sintomo principale è un dolore epigastrico (tradizionalmente riferito dal paziente alla cosiddetta bocca dello stomaco), che insorge lontano dai pasti, solitamente due - tre ore dopo i pasti, a volte sostituito da bruciore (pirosi); questo sintomo a volte è assente ed il paziente riferisce solo una lieve dispepsia ed in assenza di una lesione ulcerosa vera e propria si parla di duodenite non ulcerosa.

Al dolore si associano spesso nausea, vomito, anoressia, eruttazioni acide, senso di gonfiore epigastrico, a volte contratture dell’addome superiore, dolore alla palpazione in epigastrio e sotto il margine costale destro, riferito a volte anche alle ultime vertebre dorsali. I disturbi tipicamente compaiono in primavera e in autunno, tendono a ridursi con l'assunzione di cibo o antiacidi.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi si fa con una EGDS (esofago-gastro-duodeno-scopia), raramente un esame radiologico. Nei casi in cui le lesioni ulcerose sono localizzate più a valle ossia nella seconda porzione del duodeno, si impone la ricerca di un'eventuale sindrome di Zollinger-Ellison, specie se non si sono avute risposte alla terapia medica.

Rischi Rischi

A volte l’ulcera si manifesta con la comparsa di complicanze anche gravi. Le più frequenti sono il sanguinamento, la stenosi, la penetrazione dell'ulcera soprattutto nel pancreas e la perforazione. 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Accanto alle terapie tradizionali antiulcera, basate sugli gli antistaminici anti-H2 (cimetidina, ranitidina, famotidina, nizatidina e niperotidina), che bloccano la produzione di acido per stimolo istaminico; su inibitori della pompa protonica (omeprazolo) o su antiacidi (idrossido di magnesio e di alluminio), che neutralizzano l'acido presente nel lume gastrico; i citoprotettori (sucralfato, sali di bismuto e prostaglandine), che aumentano i naturali meccanismi di difesa della mucosa gastroduodenale. A volte l’ulcera deve essere curata con gli antibiotici ma prima bisogna essere certi che sia in atto un’infezione da Helicobacter pylori. Tale diagnosi viene fatta con un test non invasivo dell'aria espirata (Breath test).

Solitamente si impiegano due antibatterici (il bismuto sottocitrato, l'amoxicillina, la claritromicina, la tetraciclina), insieme a un inibitore dei recettori H o a un inibitore della pompa protonica. Tali schemi terapeutici, somministrati per una-due settimane, hanno eradicato l'infezione da Helicobacter pylori nel 60-95% dei casi. La terapia medica è molto efficace, portando a guarigione entro 4 settimane l'80% dei pazienti con ulcera duodenale e attorno al 90% entro 12 settimane.

Le recidive sono assai frequenti: circa il 90% dei pazienti presenta riacutizzazioni a due anni dalla prima comparsa; per tale motivo la terapia deve essere fatta a basse dosi praticamente per tutta la vita. La terapia chirurgica, viene riservata solo ai pochissimi pazienti in cui la terapia medica non ha avuto successo, oppure trattare le complicanze; essa si si basa sulla vagotomia, di solito associata a piloroplastica, oppure raramente sulla gastrodigiunostomia che possono dare disturbi postoperatori, definiti nel loro insieme "sindrome postprandiale del gastroresecato".

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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