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Anoressia

Dr.ssa Francesca Gottofredi

Dr.ssa Francesca Gottofredi

Psicologo Psicologa Creato il: 20/08/2017 Ultimo aggiornamento: 28/12/2023

L'anoressia nervosa (AN) è un disturbo del comportamento alimentare. Il DSM-5 segnala che i disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati da comportamenti: “collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”.

Fino a pochi anni fa, si riteneva che l’AN dipendesse da:

  • un'alterazione endocrina;
  • patologie psichiatriche come nevrosi, schizofrenia o disturbi affettivi.

Oggi, riconosciuta come disturbo del comportamento alimentare, l’anoressia si contraddistingue tra tutti perché caratterizzata dalla costante ed implacabile ricerca della magrezza. È diffusa soprattutto nelle donne dei paesi Occidentali, in particolare nella fascia d’età che va dai 17 ai 25 anni anche se, talvolta, può proseguire anche dopo. Sebbene, inoltre,  in passato si caratterizzasse come malattia delle classi sociali medio-alte, oggi si può affermare che si tratta di una malattia trasversale.

Può presentarsi in modo più o meno severo, così come il suo decorso può essere vario e multiforme. Vi sono dei casi in cui si può manifestare come singolo episodio benigno (privo di complicazioni) o, contrariamente, ve ne sono altri in cui conduce alla morte.

Anoressia

Cause Cause

Sebbene diverse ricerche scientifiche abbiano tentato di riscontrare delle cause neurobiologiche, ad oggi l’eziologia dell’AN non è ancora ben chiara. Attualmente, le cause restano ancora relegate alla sfera psichiatrica e psicologica.

I pazienti affetti da tale patologia sviluppano una fobia ed ossessione nei confronti del proprio peso, imponendosi un controllo alimentare restrittivo. Il disturbo anoressico parte proprio da una necessità estetica, che porta alla tentata soluzione del controllo restrittivo.

Poiché funziona, questa necessità si struttura come tentata soluzione ridondante fino ad arrivare all’astensione. Il controllo sfocia in restrizione, che genera poi la necessità dell'astinenza. Ciò avviene per potersi confermare di essere in grado di saper controllare.

L’astinenza rende potente l’anoressica, che cercherà di assumere questo atteggiamento in vari ambiti della vita, creando una vera e propria anestesia sensoriale. L'anoressica cronica arriva a rinunciare a tutti gli input emotivamente piacevoli.

Tra i fattori di rischio si possono annoverare fattori:

  • di genere, il sesso femminile è, infatti, maggiormente predisposto;
  • di predisposizione genetica, 
  • culturali, basti pensare ai modelli proposti dai media;
  • familiari;
  • sociali.

Sintomi Sintomi

Generalmente, seppur si manifesti in maniera diversificata, può essere riscontrata una sintomatologia comune, caratterizzata da:

  • tendenza a voler evitare l'ingesta calorica, o per lo meno a volerla ridurre al minimo; sentimento di inadeguatezza che porta il paziente a comportarsi per doversi continuamente dimostrare di riuscirci, anche a costo di sacrificare la serenità personale; 
  • intensa paura di prendere peso
  • peso corporeo non sempre eccessivamente basso. In alcune occasioni l'indice di massa corporea risulta leggermente al di sotto del valore atteso ma comunque si presentano i medesimi meccanismi mentali che portano la persona a restringere sensorialmente. 

In genere, la malattia inizia inoltre in modo ingannevole, quando il paziente, talvolta in leggero sovrappeso, decide di approcciarsi ad una dieta restrittiva, incontrando pareri positivi dalla propria famiglia.

Ottenendo una nuova immagine di sé, il paziente percepisce un apparente miglioramento dell’autostima. Tuttavia, mentre continua a dimagrire, anche se sottopeso, continua ad avere la sensazione di pesare troppo o percepisce alcune aree del proprio corpo (come la pancia o le cosce) come eccessivamente grasse. Talvolta, data l’evidenza, in questa fase sopraggiungono rassicurazioni, avvertimenti e preoccupazioni da parte di familiari ed amici. 

In questa fase si acuiscono:

  • ansia;
  • sintomi ossessivi;
  • dismorfofobia e altri disturbi dell’immagine corporea;
  • negazione della malattia;
  • talvolta si presenta anche depressione.

Talvolta il soggetto affetto di AN, ricorre anche ad eccessiva attività fisica al fine di controllare il proprio peso. 

Diagnosi Diagnosi

Il DSM-5 prevede tre criteri da tenere in considerazione:

  • restrizione dell’assunzione calorica in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo atteso;
  • intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso;
  • alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.

Rischi Rischi

Tra i rischi più severi legati all’anoressia nervosa, si segnalano:

  • arrivare ad isolarsi completamente, sia a livello sociale che a livello di attività svolte ed inoltre arrivare a perdere così tanto peso da rendere necessario un ricovero coatto;
  • l'amenorrea, che, se prolungata nel tempo, può provocare sterilità;
  • frequente debolezza muscolare;
  • costipazione intestinale;
  • altri rischi correlati a diverse altre condizioni patologiche.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Al fine di curare tale disturbo alimentare, è necessario che la terapia sia affidata ad un’equipe multidisciplinare. Sarà fondamentale che il paziente affetto da anoressia sia sottoposto a:

  • psicoterapia, ​​in base alla gravità del disturbo, il trattamento può avere una durata variabile;
  • visite nutrizionistiche, al fine di incrementare calorie e nutrienti nel modo più adeguato; 
  • visite di controllo generali;
  • nel caso si tratti di pazienti adolescenti, può rivelarsi fondamentale anche la terapia familiare.

Bibliografia

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