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Tumore della prostata

Dr. Giacomo Maria Pirola

Dr. Giacomo Maria Pirola

Urologo Medico Chirurgo, specialista in Urologia e Andrologia Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023

Il tumore della prostata è il più diffuso tumore nella popolazione maschile, rappresentando il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo. Si stima che possa interessare sino ad 1 uomo su 4 tra i 50 e i 60 anni, mentre, a 80 anni, circa 1 uomo su 2 può sviluppare questa patologia.

Più frequentemente, si tratta di una malattia a lenta crescita, con un alto tasso di sopravvivenza grazie alle attuali opzioni terapeutiche (stimato al 95% a 5 anni), ma può presentarsi anche in forme più aggressive, dove le cellule tumorali possono invadere in poco tempo i tessuti circostanti oppure altri organi.

La prostata è un organo presente solo nel sesso maschile, posizionato appena sotto alla vescica ed anteriormente al retto, deputato alla produzione di parte del liquido seminale. In condizioni normali, ha le dimensioni di una noce, ma, con il passare degli anni o a causa di alcune patologie, può ingrossarsi fino a dare disturbi soprattutto di tipo urinario.

Tumore della prostata

Cause Cause

Esistono dei fattori di rischio predisponenti allo sviluppo del carcinoma prostatico, in primis, come già detto, l'età. In base a questa e ad eventuali patologie concomitanti, si valuta il migliore approccio terapeutico per il paziente.

Altro fattore di rischio è la familiarità: il rischio di sviluppare la malattia è circa il doppio per chi ha un parente di primo grado (padre, fratello) con storia di carcinoma prostatico, necessitando, quindi, di maggiore attenzione nel follow-up. In casi di storia familiare, è consigliata una analisi genetica per ricercare eventuali mutazioni in alcuni geni come BRCA1 e BRCA2 (coinvolti anche nel carcinoma ovarico e mammario).

Infine, vi sono fattori di rischio legati allo stile di vita: molteplici studi osservazionali hanno mostrato come l'obesità, una dieta ricca di grassi saturi, l'eccessivo consumo di carne e la mancanza di esercizio fisico possono favorire lo sviluppo del carcinoma prostatico. 
 

Sintomi Sintomi

Il tumore della prostata è asintomatico. Per questo, è fondamentale, dopo i 50 anni, eseguire periodicamente una visita urologica, con l'esecuzione della esplorazione rettale e per controllare il valore del PSA eseguito tramite prelievo di sangue. Questo marcatore, un enzima secreto dalle cellule prostatiche, è di fondamentale importanza, poichè un suo incremento può indicare la presenza di un tumore prostatico ancora in fase silente. L'interpretazione del valore del PSA, che può essere elevato anche per altre cause (es. infiammazione prostatica o ipertrofia), deve essere eseguita dallo specialista Urologo in base alle peculiarità cliniche del paziente.

In caso di tumore localmente avanzato, possono comparire sintomi urinari (difficoltà a urinare, sangue nelle urine o nello sperma, bisogno di urinare frequentemente); tuttavia, più spesso, questi sintomi sono legati ad altri problemi prostatici, come l'ipertrofia benigna: in ogni caso, è utile portare questi sintomi all'attenzione di una visita medica specialistica, per valutare se vi è necessità di eseguire ulteriori approfondimenti. 
 

Diagnosi Diagnosi

L'unico esame in grado di porre diagnosi di tumore prostatico è la biopsia prostatica. Questa procedura viene eseguita ambulatorialmente, in anestesia locale ed ha breve durata (circa 10 minuti). Sotto guida ecografica transrettale, vengono effettuati dei prelievi di tessuto prostatico nelle diverse regioni della prostata, in modo da fornire una "mappatura" della ghiandola che permette di valutare dove si localizzano i focolai della malattia e dove, invece, il tessuto è sano. Questo permetterà di ottimizzare il successivo trattamento della malattia. 

Un altro esame fondamentale è la risonanza magnetica multiparametrica, che permette un accurato studio del tessuto prostatico, valutando se vi è la presenza di aree dotate di aumentata vascolarizzazione o ad aumentata densità cellulare e, quindi, sospette per tumore, meritevoli quindi di biopsia prostatica mirata.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il tumore della prostata presenta molteplici tipi di trattamento, ognuno con benefici ed effetti collaterali specifici. Pertanto, possiamo fornire oggi una terapia "su misura" in base alle caratteristiche del paziente (età, copatologie, aspettativa di vita, eccetera) e della malattia (in base all'aggressività istologica, all'estensione locale ed al livello di rischio). 

In pazienti grandi, anziani o con altre malattie gravi, si può anche non attuare alcun tipo di terapia eseguendo una "vigile attesa" sino alla comparsa dei sintomi. 

In casi di micro-focolai di tumore prostatico di basso grado, si può, in casi selezionati, eseguire una sorveglianza attiva, che prevede, secondo degli schemi validati da diverse Società Scientifiche, di ripetere la biopsia prostatica ad intervalli di tempo regolari, insieme al dosaggio del PSA, procrastinando il trattamento in caso di progressione della malattia. 

Quando si parla di terapia attiva, la prima opzione, in caso di malattia confinata alla prostata, spesso ricade sulla prostatectomia radicale. L'intervento chirurgico prevede la rimozione dell'intera ghiandola prostatica e dei linfonodi della regione vicina al tumore e permette una completa risoluzione della malattia in un unico tempo.

Grazie all'avvento della chirurgia mininvasiva, laparoscopica e robot-assistita, l'intervento risulta essere ben tollerato dai pazienti, con una rapida ripresa nel post-operatorio e minimizzando il rischio di sintomi indesiderati di tipo funzionale nel post-operatorio (in primis incontinenza urinaria e disfunzione erettile).

Un'alternativa alla chirurgia è rappresentata dalla radioterapia, presentando una simile validità oncologica pur presentando il rischio di effetti collaterali a livello vescicale (incontinenza urinaria, cistiti croniche, sanguinamento vescicale), penieno (disfunzione erettile) e rettale (proctite).

In caso di tumore della prostata in stadio metastatico, si utilizza in prima battuta una terapia ormonale. Essendo il tumore della prostata sensibile agli ormoni androgeni, bloccando questi ultimi, si arresta la crescita della malattia. Tuttavia, questa terapia, seppure in genere ben tollerata, può procurare effetti collaterali come la riduzione del desiderio sessuale, impotenza, vampate di calore, aumento di peso, osteoporosi, perdita di massa muscolare e stanchezza.

Attualmente molte nuove terapie di deprivazione androgenica permettono di ottimizzare i risultati di cura, permettendo anche una migliore qualità di vita dei pazienti. 

Nel caso di elevato numero di metastasi o di malattia refrattaria alla deprivazione androgenica, si ricorre usualmente alla chemioterapia.

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