L’ipertrofia prostatica benigna, meglio conosciuta con l’acronimo IPB (Iperplasia prostatica benigna) o BPH (benign prostatic Hiperplasia), o impropriamente definita adenoma della prostata BEP (benign elargement prostate), è una della patologie benigne più diffuse nell’uomo.
Tale patologia è caratterizzata da un aumento di volume della ghiandola prostatica.
Il suo sviluppo è dovuto ad un normale invecchiamento dell’organismo, regolato dall’orologio genetico e da un lento e progressivo cambiamento dell’assetto ormonale del sistema endocrino sessuale.
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB), ha una bassa incidenza negli uomini con meno di 40aa (circa 8%), mentre aumenta progressivamente col crescere dell’età, infatti negli uomini di oltre i 60 anni è superiore al 50% .
La mortalità relativa all’IPB risulta bassa (0,35/100.000), ma è gravata, se non monitorata da un aggravamento progressivo con un peggioramento della qualità di vita.
La prostata o ghiandola prostatica è una ghiandola che fa parte dell'apparato genitale maschile. La sua funzione principale è quella di produrre ed emettere il liquido prostatico, uno dei costituenti dello sperma, che contiene gli elementi necessari a nutrire e veicolare gli spermatozoi.
Il processo di invecchiamento nel corso del tempo determina (probabile ipotesi) un calo relativo della produzione del testosterone, con conseguente maggiore attività della componente estrogenica endogena, che determina un aumento dello stimolo della crescita della componente centrale fibro-muscolare della prostata da cui genera l’IPB.
In considerazione della sua posizione anatomica, la ghiandola ha, quindi, un ruolo strategico nel processo di svuotamento delle vie urinarie, in quanto attraverso la prostata decorre l’uretra, il canale attraverso cui decorrono le urine ed il liquido seminale.
Risulta chiaro che, qualsiasi processo evolutivo benigno o maligno che ostruisce la zona centrale della prostata, è responsabile di fenomeni patologici, a carico delle vie escretrici, ed in particolare della vescica.
Il ruolo evolutivo dell’IPB, risulta determinante sulla sintomatologia delle vie urinarie (LUTS), come anche sulla qualità di vita.
Il progressivo aumento volumetrico della porzione centrale della prostata che è alla genesi dell’IPB, determina il restringimento lento e progressivo dell'uretra prostatica, che è la parte della ghiandola che inizia con l'orifizio uretrale interno della vescica e termina all'apice del pene in corrispondenza dell'orifizio uretrale esterno.
Il primo sintomo comunemente avvisabile è, quasi sempre, la diminuzione del calibro e del getto urinario, spesso associato anche a difficoltà nell'inizio della minzione. Altri sintomi potrebbero essere: bisogno di urinare più spesso del normale, nicturia (bisogno di urinare di notte), urgenza minzionale (bisogno urgente di urinare, a volte con perdita involontaria di qualche goccia di urina), minzione "intermittente" (a più tempi), sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica, difficoltà a iniziare la minzione (nonostante la presenza di un forte stimolo), gocciolamento post-minzionale (dopo aver urinato, il paziente nota la fuoriuscita di alcune gocce di urina).
Nei casi più gravi può insorgere anche la completa incapacità ad urinare (ritenzione urinaria), tanto da rendere necessario il ricorso al catetere per lo svuotamento.
Uno dei cardini fondamentali della diagnosi di ipertrofia prostatica, ancora oggi comprende:
Altri esami opzionali utili nella diagnosi sono:
L'evoluzione dell'IPB, non trattata, può portare nella maggior parte dei casi a delle complicanze.
Queste sono strettamente legate all'incompleto svuotamento vescicale e al ristagno urinario in vescica, meglio conosciuto come ritenzione urinaria.
Tra le complicanze più frequenti si annoverano:
Non tutti i pazienti con IPB, devono necessariamente essere trattati con una terapia specifica, in quanto possono rientrare in un protocollo di vigile sorveglianza, dopo essere stati clinicamente e strumentalmente monitorati.
La Terapia medica comprende:
Entrambi i farmaci non sono esenti da effetti collaterali, che vanno dal deficit erettile per gli inibitori della 5 alfa reduttasi, ad ipotensione arteriosa e eiaculazione retrograda per gli alfa litici.
Farmaci naturali (Fitofarmaci)
Il trattamento chirurgico rappresenta l’unica soluzione nei casi in cui non vi è altra scelta terapeutica. L’intervento di rimozione della porzione ostruente, adenomatosa della prostata, può essere effettuata sia tramite una incisione addominale o intervento di chirurgia open, sia tramite l’introduzione di uno specifico strumento detto “resettore endoscopico” attraverso l’uretra, intervento di chirurgia endoscopica o di endo-urologia.
Trattamenti chirurgici endoscopici o endo-urologici
Trattamenti chirurgici open o a cielo aperto
N.B.: Questo articolo, redatto in modo semplice e essenziale, ha lo scopo di fornire elementi di conoscenza, che possono essere utili al fine di aiutare “un lettore o paziente” a capire o rendersi edotto su una delle patologie benigne più diffuse nell’uomo adulto.
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