La sindrome del colon, o intestino, irritabile (IBS - Irritable Bowel Syndrome) è un disturbo funzionale dell’intestino caratterizzato da dolore addominale e irregolarità delle feci che rientra nell'ambito delle patologie definite: disturbi dell’interazione tubo digerente-cervello. In Italia, il 7,8 % della popolazione, compresa tra i 20 e i 50 anni soffre di questo disturbo. In particolare le donne affette da IBS sono il doppio dei maschi.
Posto che una causa precisa e unica è sconosciuta, la fisiopatologia (cioè il meccanismo con cui la sindrome si sviluppa) è multifattoriale e complessa. I fattori fisiopatologici nella IBS sono:
In alcuni pazienti agisce prevalentemente uno di questi fattori, in altri, molti insieme o forse tutti concorrono nel determinare il disturbo. Cervello, tubo digerente, microbiota e sistema immunitario mostrano associazioni reciproche nello stato di salute e di malattia. Il cervello, tramite il sistema nervoso autonomo e l’asse ipotalamico-pituitario-adrenocorticale, influenza:
Un'altra causa da non trascurare è l'alterazione della composizione del microbiota ovvero l'insieme di microorganismi - batteri, funghi, virus - che convivono nell'intestino umano senza danneggiarlo). Nel lume del digerente vi è 1Kg di microrganismi commensali. Vi sono normalmente 1014 microrganismi (batteri, miceti, virus). Essi sono da 10 a 20 volte il numero di cellule di tutto l’organismo umano. La disbiosi del microbiota è un'alterazione della composizione del microbiota nella IBS (in rapporto con stress, dieta).
Un ruolo importante del microbiota è quello di degradare componenti alimentari non digeribili. La fermentazione dei carboidrati ha l’effetto benefico di produrre acidi grassi a catena corta, che sono protettivi sulla mucosa. Ecco perché essi non devono essere eliminati dalla dieta senza un valido motivo. D’altra parte, i carboidrati fermentabili, oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli possono provocare, in alcuni individui, i sintomi dell’IBS.
Criteri diagnostici aggiornati (Criteri di Roma IV) ovvero dolore addominale ricorrente almeno 1 volta alla settimana negli ultimi 3 mesi, associato a 2 o più dei seguenti criteri:
Sottogruppi di IBS:
Sintomi aggiuntivi dell’IBS (supportano la diagnosi ma non sono specifici):
L'IBS è una patologia che tende ad essere cronica ma se ne può guarire.
Nella fase diagnostica, il medico dovrà porre particolare attenzione a distinguere tra l'IBS, che è un disturbo funzionale non pericoloso per la vita, e le numerose malattie organiche che possono colpire l’intestino. Nello stesso tempo, egli dovrà evitare eccessi diagnostici, specie se invasivi, quando non necessari. Il conseguimento di questo obiettivo spesso non è facile da raggiungere e richiede molta competenza e esperienza nel campo specifico.
Le cure e i trattamenti dell'IBS si basano sui seguenti capisaldi. È fondamentale un approccio integrato:
Dieta e nutrizione nell’IBS
Non c’è una dieta che abbia successo “universale”per l’IBS: se il paziente segue già un regime alimentare bilanciato, equilibrato, vario, privo di eccessi, potrebbe non essere necessario consigliargli di modificarlo. Sono possibili intolleranze alimentari, in alcuni pazienti con IBS (intolleranza, non allergia, che ci può essere, ma è un’altra cosa). Se, insieme al paziente, si individua un alimento sospetto (ad esempio lattosio o carboidrati fermentabili), si può provare a eliminarlo per alcune settimane. Ad ogni tentativo di eliminazione selettiva, reintrodurre l’alimento se l’eliminazione è inefficace. Non incoraggiare eliminazioni ingiustificate basate su pregiudizi, false credenze o esito di esami di laboratorio non validati. Evitare di contribuire allo sviluppo nel paziente di una condizione di fobia nutrizionale.
La terapia farmacologica dell’IBS deve essere guidata dal sintomo prevalente:
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