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Spalla congelata

Dr. Vittorio Candela

Dr. Vittorio Candela

Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 18/04/2019 Ultimo aggiornamento: 10/11/2023

"Spalla congelata" o "Capsulite adesiva" è il termine medico con cui si indica un processo infiammatorio localizzato a livello della spalla e più precisamente nella regione della capsula articolare, il manicotto che avvolge la testa dell'omero e la glena. È caratterizzato dalla formazione di tessuto fibro-cicatriziale intorno alla zona interessata, con conseguenti episodi dolorosi, rigidità e progressiva perdita della mobilità articolare.

Indipendentemente dalla causa, la patologia è caratterizzata dalla presenza di un processo infiammatorio in una particolare regione della capsula articolare, definita intervallo dei rotatori, che porta alla formazione di tessuto fibro-cicatriziale, che a sua volta comporta una retrazione della capsula stessa con severa limitazione articolare.

Colpisce principalmente le donne (in rapporto di 2 a 1 con gli uomini) e i soggetti affetti da certe patologie pregresse quali, ad esempio, il diabete.

Le donne sono più colpite degli uomini con un rapporto di 2 a 1 e chi soffre di diabete ha una probabilità maggiore di 4 volte di essere colpito da questa patologia. Quei pazienti, inoltre, che hanno sviluppato una capsulite adesiva, le possibilità che si presenti anche a carico dell’altra spalla risultano maggiori, almeno nel 30% dei casi. Va detto, comunque, che la recidiva alla stessa spalla, dopo essere guariti, rappresenta un’eventualità davvero rara.

Spalla congelata

Cause Cause

Le principali cause della "spalla congelata" possono essere classificate in primarie e secondarie:

  • cause primarie: definite anche idiopatiche (sconosciute) laddove la patologia non è immediatamente riconducibile ad una causa specifica;
  • cause secondarie: o di co-morbosità laddove la patologia compare in conseguenza di disturbi precedenti quali diabete, ipercolesterolemia, patologie tiroidee, traumi minori.

Ulteriori fattori di rischio sono rappresentati, secondo recenti studi, dalla sindrome ansioso depressiva e altri disturbi acuti dell’umore sviluppati, ad esempio, in seguito ad un lutto.

Sintomi Sintomi

La "spalla congelata" si presenta come iniziale episodio doloroso cui segue, se non opportunamente trattato, una progressiva rigidità articolare.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi è prevalentemente clinica. Gli elementi più importanti per la diagnosi sono:

  • l’età (40-60 anni);
  • il sesso (donne);
  • la storia del paziente (patologie di base, eventuale trauma, intervento chirurgico). 

La descrizione di una graduale perdita di articolarità e la comparsa del dolore ingravescente (che tende ad acuirsi), inoltre, devono far nascere il sospetto di una capsulite adesiva.

All’esame clinico seguono accertamenti diagnostici al fine di evidenziare la causa della compromessa mobilità:

  • radiografia: per escludere un'artrosi a livello dell'omero;
  • risonanza magnetica: per escludere la presenza di lesioni alla cuffia dei rotatori, il complesso di muscoli e tendini da cui dipende la stabilità dell'articolazione

Rischi Rischi

Il decorso della capsulite adesiva richiede generalmente tre fasi:

  • fase di congelamento: caratterizzata da dolore e progressiva rigidità articolare;
  • fase della spalla congelata: dove la rigidità si trasforma in vera e propria perdita di mobilità articolare;
  • fase di scongelamento: caratterizzata da un graduale recupero della mobilità.

Ciascuna fase, se non opportunamente trattata, può avere una durata dai 4 ai 20 mesi e portare ad una ulteriore estensione dell'infiammazione alle zone limitrofe. È una malattia autolimitante ma, fortunatamente, trattabile e non recidiva, ragion per cui è quanto più necessario diagnosticarla in tempo.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

La maggior parte dei pazienti è indirizzato con successo verso un trattamento fisioterapico giornaliero, associato ad una rieducazione autonoma autogestita (10 minuti per 6 volte al giorno). La durata del trattamento fisioterapico varia da paziente a paziente (grado di severità della capsulite; impegno del paziente a seguire il protocollo). Solo in pochi casi, si rende necessaria l’esecuzione di un trattamento infiltrativo cortisonico o un trattamento cortisonico orale.

Tale approccio terapeutico risolve definitivamente circa il 95% delle capsuliti: per i casi resistenti, o per i pazienti con limitazione articolare marcata o impossibilitati, per motivi personali o lavorativi a sottoporsi ad un protocollo riabilitativo impegnativo, si può considerare la possibilità dell’intervento chirurgico, che viene effettuato in artroscopia.

La procedura chirurgica è caratterizzata da due step principali della durata di 20-40 minuti, entrambi svolti in anestesia locale combinata a sedazione (per ridurre l'ansia, senza compromettere la coscienza):

1) sblocco articolare:  il chirurgo, con delle manovre esterne, permette alla spalla di recuperare la piena articolarità della spalla.
2) capsulotomia e sinoviectomia: attraverso procedure mini-invasive (artroscopiche) viene rimosso il tessuto fibro-cicatriziale responsabile dell'infiammazione.

Le dimissioni avvengono generalmente entro le 24 ore. Non è necessario il ricorso a dispositivi ortopedici specifici ma è importante che il paziente inizi un percorso fisioterapico già al primo giorno post-operatorio. Ciò consentirà di ridurre al minimo il rischio di recidiva. 

Bibliografia

  • Candela V, Giannicola G, Passaretti D, Venditto T, Gumina S. Adhesive capsulitis of the shoulder: pain intensity and distribution. Musculoskelet Surg. 2017 Dec;101(Suppl 2):153-158. doi: 10.1007/s12306-017-0488-6. Epub 2017 Jul 29. PMID: 28756507.
  • Gumina S, Candela V, Castagna A, Carnovale M, Passaretti D, Venditto T, Giannicola G, Villani C. Shoulder adhesive capsulitis and hypercholesterolemia: role of APO A1 lipoprotein polymorphism on etiology and severity. Musculoskelet Surg. 2018 Oct;102(Suppl 1):35-40. doi: 10.1007/s12306-018-0557-5. Epub 2018 Oct 20. PMID: 30343478.

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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