Sindrome da distress respiratorio (ARDS)

Dr. Massimo Di Battista
Pneumologo Medico Chirurgo, specialista in Pneumologia Creato il: 01/02/2025Questa sindrome si può manifestare per varie cause ed è la principale forma di insufficienza respiratoria, che colpisce i pazienti ricoverati per malattie polmonari.

Cause
La sindrome da distress respiratorio acuto in genere si verifica come conseguenza ultima di una grave malattia polmonare o, più in generale, di condizioni che ostacolano la corretta funzionalità dei polmoni. Tra le cause più frequenti rientrano:- lesioni polmonari: traumi fisici al torace, come incidenti automobilistici, cadute o lesioni da esplosioni, che possono danneggiare direttamente i polmoni;
- polmonite: un'infezione polmonare grave può danneggiare, direttamente o attraverso la risposta immunitaria, gli alveoli polmonari e compromettere la capacità di scambio dei gas;
- intossicazioni: l’inalazione di alcuni agenti chimici, come alcuni gas tossici, può ostacolare la respirazione e indurre la sindrome;
- sepsi: nei casi di sepsi, l’ARDS è una conseguenza indiretta e legata all’infiammazione sistemica dell’organismo, che può danneggiare vari tessuti e organi, inclusi i polmoni;
- trasfusioni ripetute: in alcuni casi, il ricorso frequente a trasfusioni di sangue o prodotti ematici può scatenare una reazione infiammatoria che danneggia i polmoni.
Sintomi
La sindrome da distress respiratorio acuto si manifesta con una sintomatologia che si sviluppa e peggiora in tempi anche molto brevi. Tra quelli più comuni rientrano:- dispnea grave: ossia una difficoltà respiratoria intensa e improvvisa, che può progredire rapidamente fino alla necessità di ventilazione meccanica;
- tachipnea: il respiro rapido e superficiale è un sintomo tipico dell’ARDS e deriva dal tentativo dell’organismo di compensare la mancanza di ossigeno;
- cianosi: la pelle e le mucose possono diventare bluastre a causa della mancanza di ossigeno nel sangue;
- sudorazione eccessiva: la risposta allo stress a cui viene sottoposto l’organismo in genere si manifesta con una forte e profusa sudorazione;
- confusione: la mancanza di ossigeno può influenzare la funzione cerebrale, causando confusione o stati mentali alterati.
Diagnosi
In genere, la sindrome da distress respiratorio acuto si può diagnosticare sulla base dei segni clinici caratteristici, che possono essere confermati inizialmente da un’auscultazione del torace, attraverso cui si riscontrano dei rumori tipici dell’accumulo di liquido nei polmoni.Successivamente si può fare ricorso a una misura di saturazione del sangue (pulsossimetria) tramite sensore per valutare i livelli di ossigeno in circolo; in caso di saturazione bassa si procede quindi a una radiografia del torace per individuare l’eventuale presenza di liquido al suo interno.
In alcuni casi si può anche fare ricorso a una TAC, che può fornire immagini più dettagliate dei polmoni e aiutare a distinguere la sindrome da un’eventuale insufficienza cardiaca ed eventualmente individuare dei danni d’organo presenti.

Rischi
Solitamente la sindrome da distress respiratorio acuto si manifesta in pazienti ricoverati in ospedale per altre patologie gravi; pertanto, essa stessa contribuisce a peggiorare il quadro clinico del paziente, portando al decesso di circa un terzo dei pazienti che la sviluppano.La prognosi della sindrome è tanto peggiore quanto è tardivo il trattamento. Infatti, l'ipossia e l'infiammazione associate all’ARDS possono danneggiare altri organi vitali, come il cuore, il fegato e i reni, portando a una disfunzione multiorgano.
Nei pazienti che sviluppano l’ARDS in ospedale, la presenza di numerosi patogeni e il mantenimento di una posizione distesa per lunghi periodi può favorire lo sviluppo di ulteriori infezioni. Sempre la lunga degenza può favorire anche lo sviluppo di coaguli sanguigni, con il rischio di sviluppare trombosi venose che possono evolvere anche in embolie.
Cure e Trattamenti
La sindrome da distress respiratorio acuto richiede un ricovero in terapia intensiva e si basa sostanzialmente sul miglioramento, per quanto possibile, delle funzioni respiratorie del paziente. Questo si può ottenere in vari modi a seconda della gravità:- ossigenoterapia: consiste nella somministrazione di aria ricca in ossigeno tramite una cannula nasale o maschera facciale ed è riservato ai casi più lievi;
- ventilazione meccanica: prevede la somministrazione di ossigeno mediante un tubo inserito direttamente all’interno della trachea; la procedura viene associata alla sedazione del paziente; è una procedura più invasiva ed è destinata ai pazienti più gravi.
È bene notare che anche dopo il trattamento i pazienti tendono a sviluppare conseguenze a lungo termine. I pazienti sottoposti a ventilazione meccanica per lunghi periodi, per esempio, possono sviluppare cicatrici a livello polmonare. In genere, anche nei pazienti che vengono dimessi, possono rimanere dei sintomi respiratori (per esempio, l’affanno) anche per alcuni mesi. I pazienti, inoltre, tendono a perdere molto peso e tono muscolare; pertanto, devono necessitare di un lungo periodo di riabilitazione per recuperare le proprie facoltà motorie.
Bibliografia
- Gorman EA, O'Kane CM, McAuley DF. Acute respiratory distress syndrome in adults: diagnosis, outcomes, long-term sequelae, and management. Lancet. 2022 Oct 1;400(10358):1157-1170.
- Meyer NJ, Gattinoni L, Calfee CS. Acute respiratory distress syndrome. Lancet. 2021 Aug 14;398(10300):622-637.
- Bos LDJ, Ware LB. Acute respiratory distress syndrome: causes, pathophysiology, and phenotypes. Lancet. 2022 Oct 1;400(10358):1145-1156.
L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
Cerca i migliori specialisti che si occupano di Sindrome da distress respiratorio (ARDS) nelle province di: Roma, Milano, Monza e Brianza, Torino

Trova il Medico più adatto alle tue esigenze.