Sindrome da decompressione

Dr. Gaetano Ferrigno
Pneumologo Medico Chirurgo, specialista in Pneumologia Creato il: 04/02/2025
Cause
Come detto in precedenza, le cause principali della sindrome da decompressione sono legate a improvvise variazioni di pressione dell'ambiente circostante. Quando un individuo è esposto a una pressione più elevata, come nell'immersione subacquea, l'aria che respira sotto pressione si dissolve nei fluidi corporei. Se la pressione diminuisce troppo rapidamente durante l'ascensione, l'azoto disciolto nei tessuti corporei può formare bolle gassose. Le cause specifiche della sindrome da decompressione includono:- immersione subacquea: è una delle cause più comuni di sindrome da decompressione. Durante l'immersione, la pressione dell'acqua aumenta anche significativamente con la profondità; pertanto, se un subacqueo risale troppo rapidamente o senza fare le soste di decompressione necessarie, i gas escono dalla soluzione in modo troppo repentino, formando le bolle sopra menzionate;
- decompressione improvvisa: se si opera in ambienti iperbarici (ossia a pressione più elevata di quella atmosferica), un crollo di pressione, spesso legato a malfunzionamenti, può sviluppare conseguenze simili a quelle di una risalita improvvisa da elevate profondità marine;
- volare dopo un’immersione: anche in seguito a una risalita ottimale dopo un’immersione, l’aria rimane disciolta nei tessuti per diverse ore (generalmente 12), pertanto, prendere un aereo in questo lasso di tempo espone l’organismo a pressioni inferiori a quella ambiente, con il rischio di un rilascio incontrollato.
Sintomi
I sintomi della sindrome da decompressione possono variare notevolmente in base alla gravità e alla localizzazione delle bolle gassose e possono manifestarsi entro pochi minuti dallo sbalzo di pressione come anche dopo alcuni giorni. In genere, le bolle gassose tendono ad accumularsi soprattutto nelle articolazioni e nel sistema nervoso centrale, provocando generalmente due possibili tipi di sindrome:- sindrome di tipo I: è la più lieve e si manifesta con dolori articolari che colpiscono principalmente i gomiti e le spalle e i muscoli. Il dolore è spesso indipendente dal movimento, ma può essere anche importante. In alcuni casi, questa forma produce anche degli edemi, alcune forme di eruzione cutanea e un senso di prurito;
- sindrome di tipo II: è la più grave in quanto colpisce il sistema nervoso. Solitamente, questa forma si presenta con un dei sintomi neurologici che includono formicolii e intorpidimenti diffusi, che talvolta possono evolvere in vere e proprie paresi. A questi si può associare una perdita di controllo degli sfinteri intestinale e vescicale e occasionalmente anche perdite dell’udito o acufeni. Nella sua forma più grave possono comparire anche sintomi come la confusione o un vero e proprio coma.
Diagnosi
In genere la diagnosi della sindrome da decompressione è posta sulla base dei sintomi clinici, che possono essere corredati dall’anamnesi, in cui vengono riferiti eventuali fattori di rischio specifici (immersioni, voli aerei, camere iperbariche etc.).In alcuni casi, per avere una conferma della diagnosi può essere utile il ricorso a esami di diagnostica per immagini, che consentono di escludere la presenza di patologie a esordio simile, come ernie del disco, emorragie cerebrali o ictus ischemici.

Rischi
La sindrome da decompressione deve essere trattata in modo rapido ed efficace per evitare che si verifichino complicanze anche molto gravi. Infatti, l’accumulo di bolle gassose all’interno dell’organismo può portare a ostruzioni delle arterie o a danni a carico delle strutture nervose, provocando danni anche permanenti, che includono:- lesioni neurologiche permanenti: le bolle gassose che colpiscono il sistema nervoso centrale possono causare danni permanenti, inclusi deficit motori, perdita di sensibilità o problemi cognitivi;
- lesioni articolari o muscolari: se le bolle si formano nei tessuti vicino alle articolazioni o ai muscoli, possono causare danni permanenti che ne possono compromettere la mobilità e la funzione;
- embolia gassosa: le bolle gassose che ostruiscono la circolazione del sangue (embolie gassose) possono ostruire l’afflusso di sangue agli organi vitali, causando danni permanenti o, in casi estremi, anche la morte;
- collasso circolatorio: in casi gravi, per esempio, la sindrome da decompressione può produrre delle manifestazioni respiratorie molto gravi e legate alla formazione di molteplici emboli gassosi all’interno dei vasi sanguigni polmonari, che possono portare a un collasso circolatorio e alla morte del paziente.
Cure e Trattamenti
Per prevenire la sindrome da decompressione è fondamentale evitare importanti sbalzi di pressione. Nei casi dei subacquei, in tal senso, è fondamentale effettuare risalite graduali, con opportune soste che consentano all’azoto presente nei tessuti di entrare correttamente nel circolo sanguigno senza formare bolle e permettendone l’espulsione attraverso la respirazione. Inoltre, è bene evitare immersioni ripetute (se non con equipaggiamenti opportuni) e voli aerei dopo di esse.In genere, la maggior parte dei pazienti con la sindrome da decompressione può essere efficacemente trattata con un’ossigenoterapia iperbarica, una tecnica che prevede la somministrazione di ossigeno puro ad alta pressione al fine di rimuovere le bolle di azoto accumulate nei tessuti, in quanto si facilita la ridissoluzione all’interno di essi.
In alcuni casi, possono essere necessari fluidi endovenosi per mantenere l'idratazione e supportare la funzione cardiaca e renale, in quanto contribuiscono a un recupero parziale del volume di sangue circolante.
Bibliografia
- Vann RD, Butler FK, Mitchell SJ, Moon RE. Decompression illness. Lancet. 2011 Jan 8;377(9760):153-64.
- Mahon RT, Regis DP. Decompression and decompression sickness. Compr Physiol. 2014 Jul;4(3):1157-75.
- Hidalgo F. [Decompression syndrome]. Prensa Med Mex. 1962 Sep-Oct;27:360-5.
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