Reflusso gastroesofageo
Dr. Paolo Pantanella
Gastroenterologo Medico Chirurgo, specialista in Gastroenterologia ed in Pediatria Creato il: 29/06/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023Il reflusso gastro esofageo rappresenta il più comune disturbo gastroenterologico, nonché la prima causa di dolore addominale in Italia.
Ne soffrono neonati, bambini, adulti e anziani. Lo specialista gastroenterologo vi spiega cos'è, come affrontarlo e come guarire.
Cause
Lo stomaco produce l’acido e, di conseguenza, tutto sommato, sa bene come difendersi dal suo potere corrosivo. Invece l’esofago è fatto in un modo completamente diverso. Il passaggio di una sostanza acida e irritante viene subito avvertita dolorosamente dall’esofago. Fra esofago e stomaco è presente una zona (il cardias), che funge da passaggio e che prova a fare in modo che cibo e liquidi scendano dall’alto verso il basso, e non viceversa.
Diversi fattori, invece, favoriscono la risalita dallo stomaco verso l’alto di acido e di secrezioni gastriche, provocando il reflusso e spesso una serie di sintomi. Tra questi fattori, troviamo:
- situazioni anatomiche (ad esempio, l’ernia iatale o il cardias incontinente);
- alcuni farmaci;
- uno stomaco che si svuota con difficoltà;
- il sovrappeso e una dieta incongrua.
Sintomi
Il reflusso gastroesofageo comporta:
- dolore retrosternale;
- bruciore e acidità alla bocca dello stomaco;
- mal di gola;
- tossetta stizzosa continua;
- raucedine.
In situazioni particolari, si giunge addirittura:
- al vomito (specie nei bambini);
- a problemi respiratori come attacchi di asma, laringospasmi o polmoniti legate al passaggio delle sostanze irritanti nelle vie respiratorie.
In alcuni casi, il dolore è talmente intenso, tanto da simulare un infarto, o ancora può svegliare di notte il paziente, che avverte la sensazione di avere il cuore in gola e di non riuscire a respirare.
Diagnosi
Per arrivare ad una diagnosi, è fondamentale ascoltare attentamente i disturbi lamentati dal paziente. Questa viene confermata da una gastroscopia o da uno studio radiologico delle prime vie digestive.
È sempre più comune che, ad eseguire la diagnosi, sia un otorino, mediante la visione diretta della laringe, che presenta chiari e specifici segni di infiammazione da reflusso di tale zona.
Rischi
Il maggior rischio è quello di creare una esofagite da reflusso, cioè una infiammazione cronica della parte finale dell'esofago, che porta a dolore e bruciore quotidiano, con possibili conseguenze quali ulcere, stenosi e neoplasie, anche se in rari casi.
Cure e Trattamenti
Il reflusso gastroesofageo, purtroppo, viene normalmente curato solo con medicine e, a parere di chi scrive, si tratta di un grave errore. Con questo, chi scrive intende dire che le medicine (antiacidi e gastroprotettori da una parte, stimolanti la motilità gastrointestinale dall’altra) possono offrire un valido aiuto sul sintomo, ma non hanno la capacità di agire sul reflusso vero e proprio, bensì soltanto su una componente del reflusso, ossia la sua acidità.
Di sicuro, i farmaci migliorano i disturbi avvertiti dal paziente con il reflusso, ma non potranno mai agire sul reflusso stesso. Sinteticamente, ciò che consiglia chi scrive è, prima dell’utilizzo dei farmaci, ascoltare il paziente e le sue abitudini di vita, il tipo di disturbo che accusa, quali sono le caratteristiche del suo specifico reflusso. Una volta conosciuti questi fattori fondamentali, sarà possibile diminuire il numero, la durata e l’acidità degli episodi di reflusso.
Quando questo sarà successo, e bastano pochi giorni fra stile di vita alimentare, movimento fisico e pratici accorgimenti da seguire, sarà allora utile iniziare un giusto ciclo di farmaci. Salvo che non preferiate assumere medicine a vita, facendo in modo che la digestione dipenda, almeno in parte, da sostanze chimiche.
Bibliografia
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- Salta a:M. Classen, G. Tytgat, Gastroenterological Endoscopy, Thieme, 2010.
- Unigastro, Manuale di gastroenterologia, Roma, Editrice Gastroenterologica Italiana, 2004.
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