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Piede piatto

Dr. Sandro Morganti

Dr. Sandro Morganti

Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 16/07/2017 Ultimo aggiornamento: 29/12/2023

Il piede umano presenta una volta longitudinale mediale, una volta longitudinale laterale ed una volta trasversale anteriore. Si parla di piede piatto nel caso in cui il paziente non presenti (o presenti in modo ridotto) la volta longitudinale mediale.

Bisogna, tuttavia, evidenziare che, alla nascita, il piede di un bambino è normalmente piatto. Tale condizione, generalmente, dura fino al momento della conquista della verticalizzazione e, di conseguenza, in seguito all'assunzione della postura eretta e all'inizio della deambulazione autonoma.

Gli stimoli esterni e tutte le attività a cui il piede viene man mano sottoposto con la crescita, inizialmente gattonando e dopo camminando, determinano notevolmente la maturazione biomeccanica, fino al corretto formarsi dell'allineamento del retropiede e dell'arco plantare. Tali processi, generalmente, terminano entro i 6-7 anni.

Con meno frequenza, invece, la normalizzazione dell'assetto del piede e del corretto assetto del calcagno può presentarsi più avanti nel tempo e, tra l’1 ed il 5% dei casi, il piede tende a restare piatto valgo anche in età adulta.

In alcuni soggetti, per vari motivi, durante la crescita, il piede non si sviluppa e non transita dal piattismo infantile verso il plantare normale.

Quando la presenza dell’ipervalgismo del retropiede è persistente e, contemporaneamente, non vi è una formazione dell'arco plantare, si parla di  piede piatto-valgo.

Piede piatto

Cause Cause

Nel caso in cui vi sia una deformità nel retropiede, che appare ipervalgo, parliamo di piede piatto patologico. L'ipervalgismo è una deformità in cui l'asse posteriore tra la gamba ed il tallone forma un angolo aperto verso l’esterno.

L’ipervalgismo del retropiede può anche essere riscontrato in maniera isolata, mostrando un insufficiente sviluppo del piede durante il periodo di crescita. In questo caso si parla di piede calcaneo-valgo.

In alcuni soggetti, la persistenza del valgismo del retropiede può portare ad una serie di cambiamenti che, nel tempo, si ripercuotono sull’avampiede e che, gradualmente, coinvolgono tutto l’arto inferiore. È il caso del piede piatto valgo e del piede cavo-valgo. Anche questo tipo di alterazione è collegata alla deformità del retropiede, tuttavia porta ad un minor appoggio plantare. In entrambe le situazioni, le strutture del mesopiede e dell’avampiede reagiscono al disassetto retropodalico, ma diversamente. 

Dal punto di vista clinico si può affermare che la caratteristica principale del piede piatto consista in un aumento del fisiologico valgismo del retropiede (normalmente di 5°-7° circa) cui segue, di conseguenza, una riduzione dell’altezza fisiologica dell'arco plantare longitudinale ed un aumento dell'appoggio della volta plantare.

In alcuni casi, la causa del piede piatto si può, invece, correlare ad un’alterazione congenita. Tra le varie alterazioni, la più frequente è la sinostosi, ovvero una fusione di due delle ossa del tarso a causa dello sviluppo embrionario.

Oltre all'abbassamento della volta longitudinale, in tali casi, all'esame clinico, si può anche riscontrare un ipervalgismo del meso-retropiede con rigidità delle articolazioni del tarso dovuta alla sinostosi.

Infine, possiamo riscontrare dei fattori di rischi, in grado di predisporre il paziente al piede piatto, tra cui: 

  • traumatismi (pensiamo, ad esempio, alle fratture al piede o alla caviglia);
  • l'artrite reumatoide;
  • le miopatie, ecc.

Sintomi Sintomi

Non è raro che il piede piatto possa manifestarsi anche in maniera asintomatica. Laddove non vi fossero disturbi significativi, il piede piatto valgo risulta quindi essere una semplice variante anatomica, che solo di rado - in età adulta - può provocare dolore.

Nel bambino, generalmente, bisogna considerare il piattismo plantare come patologico nei casi in cui la sintomatologia sia dolorosa e/o vi siano disturbi funzionali con riscontro all'esame clinico. La sintomatologia dolorosa si presenta solitamente in concomitanza con la deambulazione. L’attività motoria e sportiva contribuiscono a favorire tale condizione.

La localizzazione del dolore, nella gran parte dei casi, è riferita al polpaccio e/o alla volta plantare.

La struttura alterata del piede, soprattutto quando si tratta del piede cavo-valgo, può favorire la intrarotazione delle ginocchia ed una tendenza al valgismo dell'alluce.

La sintomatologia dolorosa, delle volte, può comparire unicamente presentarsi in età adulta, agevolata anche da sovraccarichi funzionali.

Diagnosi Diagnosi

La prima fase della diagnosi di piede piatto è basata sull’esame obiettivo, da parte di uno specialista, che acquisirà informazioni circa il quadro clinico del paziente. L’esame comprende:

  • valutazione del passo e della deambulazione;
  • osservazione dell'appoggio plantare al podoscopio;
  • osservazione dell'asse del retropiede al podoscopio;
  • valutazione intero assetto biomeccanico dell'arto inferiore;
  • valutazione e quantificazione dell’angolo di valgismo del retropiede;
  • valutazione eventuale presenza di rotazioni patologiche;
  • valutazione eventuale presenza di una protrusione mediale della testa dell’astragalo.

Per la valutazione statica del piede in carico, lo specialista utilizza un podoscopio a transilluminazione, con il quale osserva l’appoggio plantare. 

Chiedendo al bambino di camminare sulle punte, lo specialista può valutare se vi sia la capacità della muscolatura di correggere l’ipervalgismo del retropiede. Se, andando sulle punte, si ricrea la volta plantare ed il bambino ha una buona correzione del retropiede, è molto probabile una buona riducibilità.

Si può effettuare, inoltre, anche un test di correzione passiva, allungando il primo dito con il piede sul podoscopio, al fine di verificare e correggere se vi siano alterazioni muscolari o problemi relativi alla funzionalità meccanica del piede.

Nelle manifestazioni più gravi del piede piatto, soprattutto nei casi in cui i soggetti sono sintomatici e hanno, da tempo, un dolore severo, al fine di avere un quadro clinico più preciso e raccogliere ulteriori dati utili, lo specialista può richiedere uno studio radiografico sotto carico. Attraverso questo esame, è possibile effettuare specifiche misurazioni e scoprire se vi siano malformazioni ossee congenite.
 

Rischi Rischi

Nel tempo, il piede piatto può causare la manifestazione di una sintomatologia dolorosa, legata soprattutto alla graduale perdita della mobilità e della funzione fisiologica. 

L’alterazione biomeccanica, causata da tale condizione, può causare anche un sovraccarico dell'avampiede. L'ipervalgismo del retropiede, a sua volta, rischia di generare un disfunzionamento da sovraccarico del tendine del tibiale posteriore e del tendine d'Achille.

Durante l’età adulta, vi possono essere varie conseguenze legate all'ipervalgismo del retropiede ed al piattismo. Se alcuni piedi possono non presentare alcun sintomo, anche senza alcun trattamento, il piede calcaneo-valgo può arrivare a sviluppare patologie degenerative, con più frequenza rispetto alla normalità, diventando rigido e dolente. Connesse all’ ipervalgismo del calcagno vi sono, inoltre, significative alterazioni dell'asse dell'arto inferiore. Tali mutamenti contribuiscono, gradualmente, nel generare una maggiore usura anche a carico delle altre articolazioni.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Solitamente il piede piatto, nella maggior parte dei casi, è destinato a risolversi spontaneamente in età giovanile, senza portare i soggetti a conseguenze patologiche.

Nel caso in cui, invece, non venisse corretto entro i tempi previsti o porti alla comparsa di disturbi severi dolorosi o funzionali, lo specialista può indicare l'adozione di uno specifico trattamento.

Nel caso non vi sia una completa formazione della volta plantare entro 3-4 anni, si potrà adottare un trattamento conservativo. Questa terapia consiste nella prescrizione di determinati esercizi e nell'utilizzo di calzature adatte, al fine di non costringere esageratamente il piede dentro ad una calzatura che impedisce il buon posizionamento ed una corretta mobilità dello stesso. In alcuni casi, lo specialista può aggiungere particolari plantari, definendone le peculiarità .

Durante la valutazione specialistica, dopo la diagnosi, lo specialista prescrive anche il corretto trattamento rieducativo, associando eventualmente tale problematica ad altre condizioni cliniche (come il ginocchio valgo, la marcia a punte in dentro o sulle punte, etc.).

Dall’età prepuberale (dopo gli 8-9 anni), il consulto clinico deve essere considerato necessario e fondamentale qualora i soggetti presentino una deformità importante, eventualmente associata ad alterazioni strutturali e funzionali. In questi casi può essere indicato un approccio chirurgico a basso impatto.

Anche in età adulta è possibile trattare il piede calcaneo valgo chirurgicamente, tuttavia questo richiede interventi più importanti e di maggiore complessità.

Bibliografia

  • Luciani, D., et al. "Il piede piatto in età infantile." LO SCALPELLO-OTODI Educational 1.26 (2012): 8-13.
  • Giannini, Sandro, et al. "Piede piatto: endortesi riassorbibile." Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia 36 (2010): 278-284.
  • Trisolino, Giovanni, et al. "Il piede piatto nel bambino e nell’adolescente: inquadramento diagnostico e opzioni terapeutiche."

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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