Pertosse
Dr. Angelo Milazzo
Pediatra Medico Chirurgo, specialista in Pediatria Creato il: 04/11/2024Sebbene sia diventata relativamente rara nei paesi sviluppati grazie alla diffusione dei vaccini, la pertosse rimane un problema significativo in alcune parti del mondo e può comportare rischi gravi, specialmente per i neonati e i bambini troppo giovani per essere completamente protetti.
Cause
La causa primaria della pertosse, come detto in precedenza, è l’infezione da parte di Bordetella pertussis, un batterio Gram-negativo che, in seguito all’infezione può produrre diverse tossine che attaccano l’epitelio dei polmoni, impedendo alle ciglia presenti di espellerlo.Questo batterio ha una grande capacità di contagio e può diffondersi rapidamente attraverso la comunità. Le persone possono, infatti, contrarre la pertosse entrando in contatto con le goccioline respiratorie di un individuo infetto, solitamente attraverso la tosse o gli starnuti.
Al giorno d’oggi, con la campagna vaccinale che ha quasi eradicato la malattia nei paesi sviluppati, con dati in costante calo rispetto agli anni precedenti.
Sintomi
Normalmente, la pertosse inizia a manifestarsi dopo una decina di giorni dall’infezione di Bordetella e attraversa solitamente tre fasi:- fase catarrale: è la fase iniziale della malattia, che dura generalmente una decina di giorni. In questa fase i sintomi sono simili a quelli di un comune raffreddore e possono includere congestione natale, una lieve febbre e la presenza di tosse produttiva;
- fase parossistica: è la fase più caratteristica della pertosse, che dura fino a sei settimane e si presenta con delle crisi, anche gravi, che generalmente sono contrassegnate da colpi di tosse brevi e continuati per svariati minuti; in genere, le crisi tendono a comparire maggiormente durante la notte;
- fase della convalescenza: è la fase finale della pertosse, in cui i sintomi tendono progressivamente a regredire; questa fase può durare una o due settimane.
Diagnosi
La diagnosi della pertosse parte in genere da un esame obiettivo che consiste nella valutazione clinica dei sintomi (per esempio, presenza delle crisi di tosse); questo viene associato a un’accurata anamnesi del paziente, che include dettagli sulla sua storia clinica e sull’eventuale contatto con persone malate di pertosse.In assenza dei sintomi più riconoscibili, la diagnosi della pertosse deve essere posta sulla base di alcuni esami specifici. Nello specifico, l’esame più affidabile è costituito dal tampone nasofaringeo, che consiste nella raccolta di campioni di muco o secrezioni dalla parte posteriore del naso o dalla gola del paziente da coltivare in laboratorio per identificare la presenza di Bordetella.
Anche alcuni esami del sangue possono essere utili nel percorso diagnostico, in quanto consentono di determinare il contenuto di anticorpi anti-Bordetella all’interno del circolo sanguigno.
Rischi
La pertosse è una malattia che nei neonati può produrre conseguenze anche molto gravi, evolvendo in complicanze che possono anche diventare fatali per il paziente. Queste includono:- polmonite: l'infiammazione delle vie respiratorie superiori può infatti diffondersi ai polmoni;
- apnea: nei casi gravi, le crisi di tosse possono portare a momenti di apnea, durante i quali il bambino smette temporaneamente di respirare;
- malattie neurologiche: la pertosse può evolvere anche in complicanze a carico del sistema nervoso, con la comparsa di convulsioni, encefaliti e un aumento del rischio di epilessia.
Cure e Trattamenti
La migliore difesa contro la pertosse è la vaccinazione. Il vaccino antipertosse è efficace sia nell’impedire il contagio dalla malattia che nel limitarne le evoluzioni più gravi. In Italia la vaccinazione contro la pertosse è gratuita e obbligatoria, e prevede tre richiami per compensare la diminuzione della protezione immunitaria nel corso degli anni.La scelta della terapia contro la pertosse dipende da un gran numero di fattori, che includono età, gravità dei sintomi e fase della malattia in cui viene posta la diagnosi.
Generalmente, i pazienti con pertosse vengono trattati con la somministrazione di antibiotici per bocca; in genere, la terapia si basa su azitromicina o eritromicina, associata ad antinfiammatori per tenere sotto controllo la febbre e una frequente idratazione.
Nei pazienti più piccoli o con sintomi particolarmente severi è spesso necessario un ricovero ospedaliero, dove il paziente può essere monitorato in modo continuo e sottoposto a trattamenti prolungati come la somministrazione di liquidi e antibiotici per via endovenosa. Nei casi più gravi, in cui il livello di ossigenazione del sangue è particolarmente basso e la respirazione è molto difficile, può essere anche necessaria la ventilazione meccanica.
In genere, i pazienti con pertosse devono essere isolati in quanto, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, possono essere molto contagiosi. In genere, il reintegro in situazioni di contatto con il pubblico può avvenire dopo l’inizio della terapia antibiotica. Per i familiari o le persone che vivono a stretto contatto con il paziente può essere prescritta una profilassi antibiotica al fine di prevenire un possibile contagio.
Bibliografia
- Nguyen VTN, Simon L. Pertussis: The Whooping Cough. Prim Care. 2018 Sep;45(3):423-431.
- Chivima B. Whooping cough. Nurs Stand. 2014 Oct 21;29(7):61.
- Danthis M. Whooping cough. Nurs Stand. 2014 May 13;28(36):53.
L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
Cerca i migliori specialisti che si occupano di Pertosse nelle province di: Roma, Milano, Torino, Catania
Trova il Medico più adatto alle tue esigenze.