Cerca uno specialista, una prestazione medica, una patologia o il nome del medico

Onicofagia

Dr. Daniele Bettini

Dr. Daniele Bettini

Dermatologo Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia Creato il: 19/02/2024
L’onicofagia è un disturbo del comportamento per cui chi ne soffre mangia compulsivamente le proprie unghie. Questo comportamento può coinvolgere sia le unghie delle mani che dei piedi e può variare in gravità, spaziando da una semplice abitudine a un comportamento compulsivo, che può causare danni significativi alle unghie e alla cute circostante. 

L’onicofagia è stata classificata come un disturbo del controllo degli impulsi, ossia una condizione, per cui l’individuo sperimenta un desiderio incontrollabile di compiere un’azione, talvolta con una sensazione di colpa o di sollievo dopo averla svolta. In genere, circa il 30% dei bambini in età preadolescenziale e il 45% degli adolescenti soffrono di onicofagia. 
 
Onicofagia

Cause Cause

Le cause dell'onicofagia possono essere complesse e coinvolgere una combinazione di fattori psicologici, comportamentali, ambientali e biologici.

Lo stress emotivo e l'ansia generalizzata, soprattutto, sono considerati tra i principali fattori scatenanti dell'onicofagia. Per chi soffre di questo disturbo, infatti, mangiare le unghie rappresenta un’attività generalmente inconscia e che viene svolta soprattutto per calmarsi e alleviare le sensazioni di nervosismo. Nei casi più lievi, invece, l’onicofagia si presenta come risposta a situazioni percepite come noiose (ad esempio, guardare la TV). 

Non è raro, inoltre, che l’onicofagia si presenti come conseguenza di un’emulazione. Infatti, molti pazienti che mangiano le unghie hanno sviluppato l’abitudine in età giovanile dopo aver visto i propri familiari stretti farlo.  

Secondo alcuni esperti, l’onicofagia può rappresentare un atteggiamento autolesionistico: diversi individui timidi possono manifestare la loro rabbia verso se stessi invece che all'esterno.

Sintomi Sintomi

Il sintomo più chiaro dell’onicofagia è rappresentato, ovviamente, dal gesto di mangiare le unghie. Solitamente, questo è preceduto da un’ispezione (visiva o tattile) dell’area delle mani per individuarne le eventuali irregolarità. 

In genere, l’operazione può provocare dolore, sanguinamento e arrossamento della pelle. Non è raro che l’onicofago morda anche tutte le strutture circostanti le unghie, come le cuticole e la pelle che si trova intorno e sotto l’unghia. In genere, l’apertura di ferite sulla pelle delle mani può anche aumentare il rischio di infezioni.

In genere, le persone con onicofagia possono provare sensazioni di sollievo o gratificazione temporanea mentre mordono le unghie, specialmente se il comportamento è utilizzato come risposta a situazioni di ansia o stress. In altri casi, invece, il gesto è accompagnato da una sensazione di vergogna, che può essere legato all’esecuzione del gesto in sé o all’aspetto che possono assumere le mani. 

Talvolta, questo disturbo si presenta associato ad altri simili come la dermatofagia (il bisogno di mangiarsi la pelle delle dita e delle mani) o la tricotillomania (il bisogno di strapparsi i peli e/o i capelli).
 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi di onicofagia è abbastanza semplice ma uno specialista può aiutare a circoscriverla meglio mediante un’anamnesi accurata. Questa, infatti, può consentire di identificare eventuali patologie alla base del disturbo (per esempio, l’ansia) e gli eventuali stimoli che possono spingere il paziente a mangiare le unghie.

In alcuni casi, nei bambini, può essere utile eseguire test per escludere o confermare la presenza di disturbi dell’attenzione e iperattività (ADHD), che possono essere correlati all’onicofagia.
 
Onicofagia

Rischi Rischi

Mordere o tagliare ripetutamente le unghie può causare danni fisici come rotture, deformazioni o indebolimenti strutturali che le rendono maggiormente suscettibili a ulteriori danni o a infezioni (pensiamo, ad esempio, all’onicomicosi). 

Inoltre, i danni possono interessare anche le aree circostanti le unghie, il perionichio e l’iponichio, le due strutture cutanee che circondano l’unghia. 

L’onicofagia, poi, mette sotto stress anche i denti, favorendo possibili lesioni dello smalto (che possono aumentare il rischio di carie) o anche patologie dentali e gengivali. Infine, l’ingerimento dei residui di unghie, alla lunga può causare problemi gastrici.

In casi più seri, le persone affette da onicofagia possono trovare difficile controllare o fermare questa abitudine anche quando cercano di farlo. Questo può essere legato alla sensazione di vergogna che il gesto di mangiare le unghie comporta ma anche a problemi di autostima, legati all’aspetto delle mani, che possono presentarsi rovinate e ferite. 
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Nel trattamento dell’onicofagia è possibile seguire alcuni accorgimenti, legati alla gestione dello stress che può essere alla base del gesto. Infatti, svolgere attività che aiutino il rilassamento (per esempio, la meditazione, la respirazione o lo yoga) possono ridurre lo stress e l’ansia e quindi, di conseguenza, l’onicofagia. In alcuni casi, invece, l’acquisizione di consapevolezza del gesto (e il rifiuto di esso) possono essere sufficienti a correggere l’abitudine. 

Qualora queste strategie non siano sufficienti, il metodo più semplice per provare a ridurre l’onicofagia è quello di mantenere le unghie curate, quindi corte e pulite, e, soprattutto, utilizzare smalti specifici con sapori particolarmente amari (in particolare a base di benzoato di denatonio, uno dei composti più amari) che possono ridurre, proprio per il disagio provocato dal cattivo sapore, la tendenza a mangiare le unghie.

Nel caso in cui l’onicofagia abbia causato delle infezioni, come nei casi di onicomicosi, è bene intervenire per risolverle, generalmente con l’utilizzo di pomate o unguenti ad azione antimicotica e mantenere un’adeguata igiene per prevenire ulteriori infezioni.

Qualora l’uso degli smalti non sia efficace, può essere utile fare ricorso a una terapia cognitivo-comportamentale che consenta di sostituire l’onicofagia con un comportamento alternativo o di identificare, e quindi controllare, gli stimoli che spingano a mangiare le unghie. 
 

Bibliografia

  • Shin JO, Roh D, Son JH, Shin K, Kim HS, Ko HC, Kim BS, Kim MB. Onychophagia: detailed clinical characteristics. Int J Dermatol. 2022 Mar;61(3):331-336.
  • Lesinskiene S, Pociute K, Dervinyte-Bongarzoni A, Kinciniene O. Onychophagia as a clinical symptom: A pilot study of physicians and literature review. Sci Prog. 2021 Oct;104(4):368504211050288.
  • Erdogan HK, Arslantas D, Atay E, Eyuboglu D, Unsal A, Dagtekin G, Kilinc A. Prevalence of onychophagia and its relation to stress and quality of life. Acta Dermatovenerol Alp Pannonica Adriat. 2021 Mar;30(1):15-19.

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

Cerca i migliori specialisti che si occupano di Onicofagia nelle province di: Roma, Roma, Milano, Milano

Vuoi una parlare con uno specialista?
Hai bisogno di un Dottore per Onicofagia?

Trova il Medico più adatto alle tue esigenze.

Hai bisogno di un Dottore per Onicofagia?
Caricamento...