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Miopia

Dr.ssa Roberta Terrana

Dr.ssa Roberta Terrana

Oculista Medico Chirurgo, specialista in Oftalmologia Creato il: 29/01/2017 Ultimo aggiornamento: 21/09/2023

La miopia è un difetto visivo per il quale si vede male da lontano e si vede bene solo a distanza ravvicinata. Le immagini, invece di formarsi sulla retina, si formano davanti ad essa. Rappresenta una delle più diffuse cause di deficit della vista a livello mondiale.

Viene classificata in base all’entità:

  • miopia lieve: da 0 a 3 diottrie;
  • miopia moderata: da 3 a 6 diottrie;
  • miopia elevata: maggiore di 6 diottrie.

La miopia ad insorgenza giovanile è quella che compare tra i 10 e i 16 anni. Di solito, le miopie più elevate, invece, possono già comparire nella primissima infanzia e andare incontro ad un peggioramento anche prima dei 10-12 anni. Esistono anche forme di miopia che compaiono più tardivamente.

Esistono, poi, casi particolari, come le miopie transitorie causate da fattori o eventi specifici: 

  • miopia da farmaci: solo in alcune persone predisposte, l’assunzione di farmaci, quali sulfamidici, tetracicline, aspirina, fenotiazine, può causare una miopia transitoria, che poi regredisce alla sospensione dell’utilizzo del farmaco; 
  • miopia post-traumatica: se si hanno dei traumi contusivi (spesso in presenza del cosiddetto occhio nero, livido), si determina una miopia transitoria che dura una o due settimane; 
  • miopia da iperglicemia: nei soggetti che soffrono di diabete, in concomitanza a sbalzi glicemici, si può avere un aumento transitorio della miopia, che può arrivare fino alle due/tre diottrie, e regredisce dopo la normalizzazione della glicemia.
Miopia

Cause Cause

La miopia dipende da caratteristiche anatomiche dell’occhio e da fattori ambientali.

Tra gli aspetti anatomici, che influiscono maggiormente nello sviluppo della miopia, i principali sono:

  • aumentata lunghezza assiale (asse antero-posteriore) del bulbo oculare, ovvero un occhio più “lungo” della norma; 
  • aumentata curvatura della cornea, la parte più anteriore trasparente dell’occhio, il primo mezzo diottrico che la luce attraversa entrando nell’occhio; 
  • aumentata curvatura del cristallino, la lente interna all’occhio.

Queste caratteristiche sono geneticamente determinate, per cui chi ha una familiarità per miopia (genitori o altri parenti a loro volta miopi, soprattutto quando si parla di miopie intermedio-elevate) ha una maggior probabilità, nella fase di crescita, di diventare miope. Inoltre, determinate etnie sono maggiormente a rischio rispetto ad altre di sviluppare questo difetto visivo.

Tra i fattori ambientali, che incidono di più sulla progressione miopica, ci sono: 

  • quantità di tempo trascorsa in occupazioni che comportino uno sforzo della vista da vicino (a 20-30 cm) per tempi prolungati. Queste attività, infatti, comportano un aumento della richiesta di accomodazione, che è sicuramente più alta nei miopi elevati rispetto a chi non è miope. L’aumento assiduo dell’accomodazione potrebbe stimolare la crescita dell’occhio. Quindi, oltre alla lettura, anche la visione di digital device a distanza ravvicinata potrebbe influire negativamente; 
  • ridotta attività all’aria aperta, con diminuita esposizione alla luce solare.

Esistono studi a supporto del fatto che il rilascio di dopamina, stimolato dalla luce solare, rallenti il processo di allungamento del bulbo oculare.

Esistono altri studi che riconoscono nelle alterazioni del ciclo sonno- veglia un ulteriore fattore predisponente per la miopizzazione, che verrebbe dunque contrastata dalla melatonina, che favorisce l’addormentamento.

Sono necessari, tuttavia, altri studi e altri approfondimenti per comprendere davvero le effettive correlazioni con vari fattori ambientali. Di sicuro, i bambini prematuri che sono stati sottoposti ad un trattamento laser in età neonatale, a causa di una retinopatia del prematuro, hanno maggiori probabilità di diventare miopi da grandi.

Sintomi Sintomi

Il miope, senza gli occhiali, vede le figure a media distanza e in lontananza confuse, con i bordi indefiniti e poco delineati. La qualità della visione da lontano diventa peggiore proporzionalmente all’aumentare dell’entità della miopia: 

  • un miope di una diottria vede bene gli oggetti posti fino ad un metro di distanza; 
  • un miope di 3 diottrie vede chiaramente solo fino a 33 cm; 
  • un miope di 10 diottrie riesce a mettere a fuoco nitidamente le figure solo fino a 10 cm di distanza.

Quindi, quanto maggiore è questo difetto visivo, tanto più il miope tende ad avvicinare gli oggetti per vederli meglio. Spesso, un altro espediente è strizzare gli occhi per migliorare la messa a fuoco.

La comparsa di macchie nel campo visivo, invece, di mosche volanti che si spostano con i movimenti dell’occhio, di lampi di luce, di abbassamenti della vista settoriali o in tutto il campo visivo, sono tutti sintomi che devono essere considerati campanelli d’allarme per lo sviluppo delle complicanze legate alla miopia. In tutti questi casi, bisogna procedere quanto prima a fare una visita oculistica

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi viene fatta durante la visita oculistica. Ci si avvale di indagini specifiche, come la schiascopia e l’autorefrattometria.

Nei bambini e nei giovani miopi, è irrinunciabile l’utilizzo di goccine per allargare la pupilla e bloccare l’accomodazione. Queste permettono di valutare in maniera più accurata, e senza errori, l’entità della miopia effettivamente presente. Senza le gocce, la miopia potrebbe essere sovrastimata.

Nel miope, è importante anche procedere all’esame del fondo dell’occhio, per valutare, dopo l'allargamento della pupilla, la retina, il nervo ottico e la periferia retinica.

Rischi Rischi

Ci sono delle patologie oculari che si verificano più frequentemente nell’occhio miope, che possono creare dei danni irreversibili alla vista: 

  • la degenerazione maculare
  • la maculopatia miopica: malattia che interessa la parte centrale della retina, ed è una delle più diffuse cause di riduzione visiva nell’ Asia dell’Est. Esistono diverse patologie della macula correlate alla miopia: l’insorgenza di nuovi vasi o neovascolarizzazione miopica, l’atrofia, ovvero l’assottigliamento dello spessore dei vari strati della macula, la schisi maculare ovvero la separazione dei foglietti interni, degli strati che compongono la retina; 
  • distacco di retina: la possibilità di sviluppare distacco di retina o maculopatia cresce in modo logaritmico oltre le 2 diottrie di miopia; 
  • glaucoma: per ogni diottria di miopia in più, il rischio di sviluppare un glaucoma aumenta del 20% e, nei casi di miopia elevata, l’incremento è ancora maggiore;
  • cataratta: più spesso, sottocapsulare posteriore, un tipo di cataratta che può insorgere più precocemente;
  • disturbi della motilità dell’occhio: nelle miopie elevate, l’occhio talora può deviare verso l’interno, verso il naso e verso il basso: questo fenomeno è noto come “occhio pesante o heavy eye;
  • danni del nervo ottico;
  • degenerazione del vitreo: la gelatina che si trova dentro l’occhio, composta per la maggior parte di acqua, con comparsa delle cosiddette “mosche volanti”.
La probabilità di sviluppare queste complicanze, di solito, è proporzionale all’ entità della miopia, ma, in alcuni casi, possono determinarsi anche in caso di miopie più lievi. Non esiste, infatti, un valore specifico di miopia al di sotto della quale si può dire di essere esenti dal rischio.
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

La correzione della miopia avviene con lenti negative applicate sull’occhiale o con lenti a contatto. Le lenti negative sono concave, ovvero hanno uno spessore maggiore in periferia e minore nella parte centrale. Hanno la caratteristica di causare un rimpicciolimento dell’immagine.

Le figure risulteranno tanto più piccole quanto maggiore sarà la distanza dell’occhio dalla lente. Ecco perché le lenti a contatto, più vicine all’occhio, riducono questo effetto di rimpicciolimento.

Il trattamento laser agli occhi può eliminare la necessità di utilizzare occhiali e lenti a contatto. Nel caso della miopia, il laser serve a ridurre la curvatura della cornea, la parte trasparente anteriore dell’occhio, permettendo finalmente, all’immagine, di formarsi sulla retina. Esistono tre tecniche principali di trattamento laser: 

  • PRK: l’oculista rimuove l’epitelio, lo strato più superficiale della cornea, e il laser a eccimeri vaporizza la porzione anteriore della cornea riducendone la curvatura; 
  • PRK transepiteliale: è il laser stesso a rimuovere l’epitelio e poi a vaporizzare la parte anteriore;
  • FemtoLasik: il laser a femtosecondi crea una sorta di coperchio, sollevando la parte più anteriore della cornea, detto flap, una sorta di segmento di sfera superiore, il laser a eccimeri poi agisce sulla parte più interna della cornea che è stata scoperta sollevando il flap.
I vantaggi della PRK sono che può essere utilizzata anche nelle cornee meno spesse, più sottili e anche in alcuni casi in cui sono presenti piccole cicatrici sulla cornea (il paziente va prima comunque accuratamente selezionato). Gli svantaggi della PRK sono il dolore successivo l’intervento e i tempi di ripresa un po’ più lunghi rispetto alla FemtoLasik.

Dopo gli interventi laser, l’occhio vede correttamente a fuoco, ma il resto dell’occhio resta un occhio miope con tutte le sue caratteristiche. Per questa ragione, è importante fare periodicamente l’esame del fondo oculare, anche dopo l’avvenuto trattamento. Se non ci sono i parametri adatti all’intervento laser (perché, per esempio, la cornea risulta troppo sottile o la miopia troppo elevata), si può procedere all’impianto di una lente intraoculare “fachica”, ovvero che venga impiantata dentro l’occhio, senza togliere il cristallino, la lente naturale già presente all’interno del bulbo oculare. 

Non sono utili a rallentare la progressione miopica: 
 
  • lenti bifocali; 
  • lenti progressive; 
  • lenti a contatto rigide gas permeabili o morbide usa e getta; 
  • lenti con fori stenopeici (con un aspetto da “occhi di mosca”); 
  • sotto-correzione.

È invece utile a rallentare la progressione miopica:

  • l'atropina, un farmaco di ormai comprovata efficacia, che riduce il processo di sfiancamento della sclera e di allungamento del bulbo oculare. Nello studio ATOM 2, è stato dimostrato che la somministrazione di atropina diluita allo 0,5%, allo 0,1% e allo 0,01%, dà dei risultati di rallentamento della progressione miopica tanto migliori quanto più concentrata era l’atropina. E, a minori concentrazioni, corrisponde anche un maggiore effetto rebaund (ovvero un nuovo lieve peggioramento della miopia), nel momento in cui si procede alla sospensione della terapia. Di contro, concentrazioni più alte di atropina comportano una maggiore dilatazione della pupilla, con conseguenti effetti collaterali quali visione offuscata, fastidio alla luce e reazioni allergiche; 
  • aumentare il tempo trascorso all’aria aperta
  • ridurre i tempi di utilizzo di digital device e dei lavori a distanza molto ravvicinata (inclusa la lettura a distanza inferiore a 20-30 cm;
  • lenti a tecnologia D.I.M.S. (defocus incorporated multisegment): queste lenti sono composte da 396 microlenti (del diametro di circa 1,03mm) di potere positivo aggiunto di +3.50sf, distribuite in media periferia, che garantiscono un defocus periferico e che contribuirebbero al rallentamento dell’accrescimento dell’occhio in lunghezza. Quindi, la porzione più centrale della lente di 9 mm di diametro è quella della visione nitida, la porzione medio-periferica della lente è la porzione di trattamento composta da multipli micro segmenti di defocus;
  • lenti a tecnologia H.A.L. (highly aspherical lenslet) ovvero occhiali con lenti altamente asferiche;
  • lenti a contatto morbide multifocali.

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