Episclerite

L’episclerite è un’infiammazione dello strato esterno della sclera, la membrana fibrosa che avvolge il bulbo oculare. Comunemente nota come “bianco dell’occhio”, la sclera si divide in: 
 

• episclera: uno strato esterno sottile;
• sclera propriamente detta: uno strato intermedio più spesso;
• lamina fusca: lo strato più interno, a contatto con la coroide.

Il disturbo è presente nei giovani adulti, con incidenza maggiore nelle donne che negli uomini, e spesso colpisce solo una piccola area del bulbo oculare. 

L’episclerite non va confusa con la sclerite. Pur essendo entrambi processi infiammatori multifattoriali, infatti, non condividono la stessa sintomatologia, gravità e modalità di trattamento.
 

Cause

Causa della episclerite è l’infiammazione dell’episclera, lo strato più esterno della sclera. Le ragioni di tale infiammazione sono sconosciute, ma si ipotizzano origini multifattoriali, tra le quali: 
 

• connettiviti: un insieme di patologie autoimmuni contraddistinte dall’infiammazione del tessuto connettivo;
• patologie reumatiche precedenti: come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico;
• infezioni batteriche e virali: come le infezioni da Herpes zoster o Herpes simplex. Si tratta, comunque, di una causa meno comune rispetto alle precedenti.

Sintomi

I principali sintomi dell’episclerite sono: 
 

• arrossamento del bulbo: un sintomo particolarmente utile in sede di diagnosi per differenziare l’episclerite dalla congiuntivite;
• gonfiore: con possibile insorgenza di una massa visibile, rialzata e traslucente sulla superficie dell’occhio.

Sono invece assenti dal quadro sintomatologico, sia il dolore intenso che la fotofobia, segni clinici tipici della sclerite.

In base alla sintomatologia è possibile distinguere due tipi di episclerite:
 

• episclerite semplice: è una forma comune di episclerite, caratterizzata da infiammazione della parte superficiale dell’episclera; 
• episclerite nodulare: è una variante di episclerite caratterizzata dalla presenza di noduli visibili sulla superficie dell’episclera, poco sotto la congiuntiva. 

Diagnosi

La diagnosi di episclerite viene posta durante la visita oculistica, nel corso della quale lo specialista cercherà anche di distinguerla da altre patologie. Tra queste si segnalano:  
 

• congiuntivite: caratterizzata da arrossamento (iperemia) diffuso, lacrimazione ed altre secrezioni normalmente assenti nell’episclerite;
• sclerite: caratterizzata da dolore oculare profondo e fotofobia.

L’iter diagnostico inizia con la ricerca dei sintomi infiammatori, attraverso specifico test: 
 

• esame con lampada a fessura: questo test è particolarmente utile nella valutazione di condizioni oculari come la sclerite e l’episclerite. Il paziente viene fatto sedere di fronte alla lampada a fessura, mentre l’oftalmologo utilizza gocce per dilatare la pupilla e ottenere una visione più chiara delle strutture oculari. Successivamente, la lampada viene accesa ed emette un fascio di luce attraverso cui il medico esamina attentamente l’interno dell’occhio alla ricerca di segni di infiammazione.

Una volta accertata la presenza di infiammazione, il medico procederà con la diagnosi differenziale. L’episclerite può essere differenziata dalla sclerite tramite instillazione di gocce oculari a base di fenilefrina. Se il rossore degli occhi migliora dopo l’applicazione, può essere confermata la diagnosi di episclerite. 

Più complessa la diagnosi differenziale tra episclerite e congiuntivite, condizioni oculari che possono presentare sintomi simili e che si distinguono per diverse caratteristiche: 
 

• episclerite: si riferisce all’infiammazione dell’episclera. Questa condizione si manifesta attraverso un arrossamento localizzato e porta il paziente a sperimentare sensazioni dolorose di intensità variabile durante il giorno; 
• congiuntivite: si riferisce all’infiammazione della congiuntiva. Questa condizione si manifesta attraverso un arrossamento diffuso e porta il paziente a sperimentare sensazioni dolorose persistenti. 

Rischi

È opportuno prendersi cura dell’episclerite, onde evitare che l’infiammazione si estenda alla sclera e causi dolore oculare profondo. Questo dolore, spesso, può essere così acuto da compromettere le normali attività quotidiane del paziente.
 

Cure e Trattamenti

Il trattamento dell’episclerite dipende dalla gravità dei sintomi e dalla causa sottostante. In molti casi, la condizione può risolversi da sola nel corso del tempo (di solito, nel giro di 7-10 giorni). È bene specificare, comunque, che l’episclerite può ripresentarsi, sia nell’occhio già colpito precedentemente che nell’altro.

Altri casi, richiedono un trattamento sintomatico di tipo farmacologico, mirato a ridurre arrossamento e gonfiore. A tal fine si prescrivono principalmente: 
 

• colliri lubrificanti: gocce oculari possono essere prescritte per ridurre l’infiammazione e il dolore associato all’episclerite;
• corticosteroidi topici: casi di episcleriti più gravi, possono essere trattati con corticosteroidi topici, prescritti da un oftalmologo, per ridurre l’infiammazione; 
• FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) per via orale: di solito, il ricorso a questa opzione terapeutica si rivela utile per rendere più breve l'episodio acuto.

Bibliografia

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