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Midollo ancorato

Dr. Mauro Colangelo

Dr. Mauro Colangelo

Neurochirurgo Medico Chirurgo, specialista in Neurologia ed in Neurochirurgia Creato il: 16/12/2024
La sindrome del midollo ancorato è una condizione medica in cui il midollo spinale aderisce alla colonna vertebrale, causando uno stiramento anomalo.

Questa patologia può portare a una serie di sintomi debilitanti e, se non trattata, può portare a gravi complicazioni.
 
Midollo ancorato

Cause Cause

In genere, la sindrome del midollo ancorato si manifesta quando il midollo spinale, per qualche motivo, aderisce alle strutture circostanti nella zona delle prime vertebre lombari, con conseguente limitazione della sua mobilità all’interno della colonna. Tra le principali cause di questa adesione rientrano:
 
  • anomalie congenite: è la causa più comune e consiste in un’anomalia congenita in cui il tubo neurale (precursore del midollo spinale e del sistema nervoso) non si sviluppa correttamente durante la gestazione. Questo può includere condizioni come la spina bifida e la malformazione di Arnold-Chiari; nello specifico, fino a metà dei bambini che vengono operati in età neonatale per la spina bifida svilupperanno la sindrome;
  • trauma spinale: un trauma alla colonna vertebrale può causare lesioni al midollo spinale e portare alla formazione di cicatrici che impediscono il corretto scorrimento del liquido cerebrospinale.

Sintomi Sintomi

La sindrome del midollo ancorato può restare silente per moltissimo tempo, in quanto l’adesione del midollo non manifesta conseguenze sintomatiche fino all’età adulta, quando la sintomatologia inizia a manifestarsi e solitamente comporta:
 
  • dolore: appare in genere come un dolore persistente, localizzato nella regione lombare della colonna vertebrale e spesso che si irradia verso le gambe;
  • difficoltà a mantenere la postura eretta: i dolori e la rigidità legati all’ancoraggio del midollo possono ostacolare la possibilità di mantenere la postura eretta; spesso, i pazienti con la sindrome possono trovare sollievo a dormire tenendo le ginocchia piegate;
  • debolezza muscolare: la compressione del midollo spinale può portare a debolezza muscolare nelle gambe e nei piedi, che spesso si associa a una sensazione di formicolio o intorpidimento;
  • disturbi sessuali: l’interessamento del midollo spinale può avere, talvolta, conseguenze anche a livello dell’attività sessuale, in quanto può compromettere la capacità di raggiungere l’orgasmo o di raggiungere e mantenere l’erezione durante i rapporti;
  • problemi di controllo della vescica e dell’intestino: in alcuni casi, i pazienti con la sindrome possono avere problemi di incontinenza urinaria o fecale o di difficoltà nell’avviare la minzione o la defecazione.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi del midollo ancorata viene spesso posta in età adulta, quando la sintomatologia inizia a essere manifesta e può indurre il sospetto diagnostico. In sede di valutazione, lo specialista può avvalersi di alcune manovre per valutare la forza muscolare, i riflessi, la sensibilità e la funzione nervosa. Se si sospetta una compromissione di qualche natura, si può ricorrere a esami più approfonditi, che includono:
 
  • risonanza magnetica: è l’esame più impiegato e consiste nella produzione di un’immagine tridimensionale dell’organismo mediante l’applicazione di radiofrequenze in presenza di forti campi magnetici; tramite risonanza magnetica si possono vedere tutte le strutture dell’organismo, incluso il midollo spinare e le radici nervose, individuando anche eventuali danni;
  • ecografie: prevede l’utilizzo di ultrasuoni per osservare il midollo spinale e valutarne la capacità di movimento all’interno della colonna vertebrale;
  • mielografia: consiste in una radiografia che viene effettuata dopo l’iniezione di un mezzo di contrasto e permette di individuare eventuali danni nervosi;
  • potenziali evocati: questi test possono essere utilizzati per valutare la funzione nervosa e individuare eventuali anomalie nella conduzione degli impulsi nervosi attraverso il midollo spinale;
  • analisi del liquido spinale: in alcuni casi, può essere eseguita un’analisi del liquido cerebrospinale per escludere altre cause di sintomi simili, come meningiti o tumori spinali.
Midollo ancorato

Rischi Rischi

La sindrome del midollo ancorato è una condizione grave, in quanto può provocare danni neurologici importanti e, in alcuni casi, permanenti. Tra le sue conseguenze più rilevanti, per esempio, rientrano:
 
  • paralisi: nei casi più gravi, il midollo ancorato può portare a paralisi parziale o completa delle gambe e dei piedi, nonché a problemi di controllo della vescica e dell’intestino;
  • siringomielia: si manifesta quando la pressione del liquido cerebrospinale diventa tale da portare alla formazione di cisti all’interno del midollo; in questo caso, i sintomi neurologici possono anche aggravarsi; 
  • dolore cronico: il dolore associato al midollo ancorato può essere debilitante e influenzare significativamente la qualità della vita del paziente;
  • deformità spinale: in alcuni casi, il midollo ancorato può causare importanti deformazioni della colonna vertebrale, come la scoliosi, che può essere dolorosa e limitare la mobilità.

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

La sindrome del midollo ancorato, in genere, ha una sola strategia terapeutica possibile e consiste nel ricorso all’intervento chirurgico. La procedura di intervento si basa sulla rimozione delle adesioni responsabili della sindrome, in modo da liberare il midollo dalla sua posizione ancorata e ripristinare la normale circolazione del liquido cerebrospinale.

L’intervento è spesso suggerito nei bambini, in modo da prevenire possibili evoluzioni della malattia, o quando sono presenti dei sintomi conclamati.  

Dopo la chirurgia, al paziente può essere consigliato seguire dei cicli di fisioterapia per aiutare a ripristinare la forza muscolare, migliorare l’equilibrio e la coordinazione e ridurre il dolore. In genere, le capacità di recupero della funzionalità muscolare e del controllo su vescica e intestino dipende dall’entità del danno.
 

Bibliografia

  • Agarwalla PK, Dunn IF, Scott RM, Smith ER. Tethered cord syndrome. Neurosurg Clin N Am. 2007 Jul;18(3):531-47.
  • Yamada S, Lonser RR. Adult tethered cord syndrome. J Spinal Disord. 2000 Aug;13(4):319-23.
  • Rinaldi F, Cioffi FA, Columbano L, Krasagakis G, Bernini FP. Tethered cord syndrome. J Neurosurg Sci. 2005 Dec;49(4):131-5; discussion 135.

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