Linfogranuloma venereo
Dr. Francesco Di Mare
Medico Internista Medico Chirurgo, specialista in Medicina Interna - Ecografia Creato il: 26/11/2024In genere, rispetto alla clamidia, sostenuta dallo stesso batterio, il linfogranuloma si manifesta in forma più aggressiva, con la formazione di lesioni cutanee e manifestazioni a carico dei linfonodi inguinali.
Cause
Come detto in precedenza, il linfogranuloma venereo si manifesta in seguito a un’infezione da Chlamydia Trachomatis, in particolare dai sierotipi L1, L2 e L3. Questi sierotipi hanno una predilezione per i linfociti e i macrofagi, il che porta all’infiammazione e alla distruzione dei linfonodi.Generalmente, l’infezione si contrae in seguito a rapporti sessuali non protetti, con maggiore frequenza nei pazienti di sesso maschile. La maggioranza dei casi si manifesta in Africa, nel Sud-est Asiatico e nell’America centro-meridionale, dove la malattia è endemica, mentre è più rara nei paesi sviluppati, dove a essere colpiti sono principalmente soggetti di rientro dalle zone endemiche.
Sintomi
Il linfogranuloma venereo si manifesta in tre fasi, che generalmente seguono un periodo di incubazione di 3-5 giorni, che può però prolungarsi fino a tre settimane in base al soggetto colpito.La fase iniziale del linfogranuloma venereo è caratterizzata da una piccola papula indolore che compare nel sito di contatto con il patogeno, talvolta associata a un rigonfiamento dei linfonodi inguinali. Questa lesione primaria può passare inosservata perché spesso è di piccole dimensioni e non dolorosa. La lesione guarisce spontaneamente nel giro di pochi giorni a settimane e ciò può portare a sottovalutare l’infezione.
La fase secondaria si manifesta da due a sei settimane dopo l’infezione iniziale con un’infiammazione acuta dei linfonodi inguinali. Questa fase è spesso più dolorosa e visibile rispetto alla fase iniziale. I linfonodi inguinali ingrossati possono quindi aderire ai tessuti sottostanti, provocando una vasta gamma di sintomi infiammatori, come febbre, malessere generale, dolori muscolari e articolari e disturbi dell’alvo (diarrea o costipazione).
In genere, dopo alcuni giorni il linfonodo ingrossato può rompersi, liberando il pus accumulato all’interno con la formazione di cicatrici profonde e, occasionalmente di fistole anali o vaginali.
Diagnosi
In genere, la diagnosi del linfogranuloma venereo può essere complessa, in quanto nelle fasi iniziali è sostanzialmente asintomatica. Tuttavia, questa si può sospettare in presenza di lesioni cutanee nell’area genitale nei pazienti che hanno visitato le zone dove la malattia è endemica; pertanto, un’accurata anamnesi diventa necessaria.Nella maggioranza dei casi, il sospetto diagnostico si basa su un esame fisico del paziente, con l’osservazione delle lesioni e del rigonfiamento dei linfonodi. La conferma diagnostica è però generalmente affidata ai test di laboratorio.
In particolare, i test più importanti sono costituiti dai test sierologici, che consentono di individuare gli anticorpi anti-Chlamydia nel sangue dei pazienti. Altre metodiche includono i test di amplificazione con reazione a catena della polimerasi, che consentono di individuare il materiale genetico di Chlamydia Trachomatis. In genere, i test devono essere eseguiti anche su tutti i partner sessuali del paziente.
Nei casi di sospetta un coinvolgimento grave dei linfonodi o complicanze addominali, possono essere utilizzate tecniche strumentali, come ecografie, TAC o risonanze magnetiche per valutare l’estensione dell’infezione e le eventuali complicanze.
In caso di rapporti frequenti e occasionali, può essere utile anche eseguire screening regolari per le infezioni a trasmissioni sessuale, in quanto l’infezione da Chlamydia può essere associata anche ad altre, come quelle da HIV, gonococco ed epatite B.
Rischi
Se non trattato, il linfogranuloma venereo può progredire verso una fase cronica. In questa fase, l’infezione causa infiammazione cronica e fibrosi nei tessuti colpiti, portando a gravi complicanze.Infatti, le ulcere tipiche della malattia ricompaiono, associandosi a cicatrici che, con il tempo, possono comportare una difficoltà nel drenaggio linfatico. In questi casi, quindi, si manifestano degli ingrossamenti dei genitali (elefantiasi) sia nell’uomo che nella donna, con un’infiammazione dei vasi linfatici nella zona pelvica e la formazione frequente di fistole.
Nelle forme più gravi, si possono verificare anche complicazioni a livello ano-rettale, con la comparsa di proctiti, che comportano una secrezione di sangue e muco, dolore nella zona anale e, in casi particolarmente gravi, ostruzioni o stenosi del retto, con conseguenti disturbi a defecare.
Inoltre, la forma cronica del linfogranuloma venereo fa sì che il soggetto colpito rimanga capace di trasmettere l’infezione.
Cure e Trattamenti
Il linfogranuloma venereo si può in larga parte prevenire avendo cura di seguire alcune precauzioni durante i rapporti sessuali, che includono l’uso dei preservativi e la riduzione del numero di partner.Il trattamento del linfogranuloma venereo si basa principalmente sull’uso di antibiotici, come doxiciclina, eritromicina o tetraciclina per eradicare l’infezione e prevenire complicanze a lungo termine. La gestione della malattia comprende anche il trattamento delle complicanze e il supporto ai pazienti per migliorare la loro qualità di vita.
Infatti, in alcuni casi può essere necessario un intervento chirurgico per trattare le stenosi, le fistole e altre alterazioni strutturali. L’uso di drenaggio percutaneo o chirurgico dei linfonodi ingrossati può essere richiesto per alleviare il dolore e prevenire ulteriori infezioni.
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