Clamidia
Dr. Giorgio Federico
Urologo Medico Chirurgo, specialista in Urologia e Andrologia Creato il: 05/02/2024L’agente responsabile è il batterio Chlamydia Trachomatis, che si trasmette all’uomo per:
- via sessuale: tramite rapporti orali, vaginali e anali;
- via materno-fetale: durante il parto, provocando nel bambino una congiuntivite e/o una polmonite neonatale.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’1-30% delle donne con infezione da clamidia non trattata può sviluppare la malattia infiammatoria pelvica che, a sua volta, nel 10-20% dei casi, può portare a sterilità.
Cause
Il principale responsabile della Clamidia è il batterio Chlamydia Trachomatis, che si trasmette all’uomo per via sessuale o materno-fetale.Le clamidie sono batteri immobili di cui si conoscono 12 specie. Tra queste, solo tre provocano patologie umane:
- chlamydia trachomatis: causa più comune della clamidia, dell’uretrite, della cervicite e della proctite;
- chlamydia pneumoniae: causa della polmonite non acquisita in comunità (per polmonite acquisita in comunità, si intende un’infezione polmonare che si presenta in pazienti non ricoverati in ospedale);
- chlamydia psittaci: causa della psittacosi (una rara forma di polmonite).
- trasmissione durante il parto: se una madre infetta partorisce naturalmente, il bambino può entrare in contatto con il batterio mentre passa attraverso il canale del parto;
- trasmissione durante la gravidanza (eventualità più rara): se una madre è infetta durante la gravidanza, il batterio della clamidia può infettare il feto.
Sintomi
La clamidia è perlopiù asintomatica. Se presenti, i sintomi sono generalmente lievi e aspecifici. Tra questi, si possono riscontrare:- irritazione vaginale;
- gonfiore e/o dolore ai testicoli;
- bruciore e/o dolore durante la minzione;
- dolore alle pelvi;
- perdite ematiche vaginali, anche al di fuori del ciclo mestruale;
- secrezioni anomale bianco-giallastre negli uomini.
Diagnosi
La diagnosi da infezione clamidia va sospettata in tutti i pazienti che all’anamnesi abbiano riferito dei sintomi di cui sopra, a maggior ragione se, in precedenza, sia emerso che abbiano avuto rapporti sessuali non protetti.Ulteriori esami clinici confermano la diagnosi, tra cui:
- test colturale delle urine: è un test previsto per ambo i sessi, utile per individuare la presenza del batterio;
- tampone vaginale e cervicale: si tratta di uno strumento medico che viene utilizzato per raccogliere campioni di muco, secrezioni o cellule all’interno della vagina;
- tampone uretrale o rettale: uno strumento medico utilizzato per raccogliere delle secrezioni dall’uretra degli uomini.
Rischi
La clamidia può avere conseguenze gravi per i pazienti, siano essi donne o uomini. Tra i principali rischi si segnalano:- malattia infiammatoria pelvica: nei pazienti di sesso femminile la clamidia, se non trattata, può portare a malattia infiammatoria pelvica con sindromi aderenziali e conseguente danno tubarico. Si tratta più precisamente di una infiammazione delle tube di Falloppio che può causare cicatrici e danneggiare le tube stesse, impedendo il passaggio dell’ovulo fecondato nell’utero;
- infiammazione delle vie seminali: nei pazienti di sesso maschile, la clamidia può portare allo svilupppo di epididimite. Si tratta di una infiammazione a carico dei canali deferenti deputati al trasporto dello sperma, che può impedire la corretta eiaculazione e, se non trattata, ridurre le possibilità di fecondazione.
- congiuntivite;
- polmonite neonatale: la polmonite neonatale da clamidia può manifestarsi con sintomi che possono variare da lievi a gravi e includere difficoltà respiratoria, tachipnea (respiro veloce) e febbre.
Cure e Trattamenti
Come molte malattie sessualmente trasmissibili, la clamidia è oggetto di prevenzione. Si raccomandano:- igiene durante e dopo i rapporti sessuali;
- utilizzo di contraccettivi a barriera;
- controlli periodici qualora non si abbia un partner fisso.
Una volta concluso il trattamento, il medico potrebbe richiedere di ripetere il test diagnostico entro i tre mesi. Ciò può avvenire in quei casi, ad esempio, in cui i disturbi siano ancora persistenti.
Per le donne in gravidanza, è indicata la ripetizione del test un mese dopo la conclusione del trattamento e, se persistono fattori di rischio, durante il terzo trimestre di gravidanza.
Bibliografia
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- Clamidia. www.epicentro.iss.it
- Clamidia. www.issalute.it
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