Ischemia degli arti
Prof. Vincenzo Sangrigoli
Chirurgo Vascolare Medico Chirurgo, specialista in Angiologia Medica ed in Chirurgia Vascolare Creato il: 09/07/2017 Ultimo aggiornamento: 12/10/2023Quando si parla di ischemia degli arti, si fa riferimento a un’ostruzione delle arterie, da considerare grave, che è responsabile di un’insufficienza del flusso sanguigno alle estremità corporee, ovvero le mani, i piedi e le gambe.
Tale condizione patologica può comportare diverse conseguenze, come:
- dolore acuto;
- ulcera cutanea;
- piaghe o cancrena.
Questa patologia è caratterizzata da un sintomo, ossia la claudicatio intermittens, in quanto si caratterizza per una claudicazione (ossia un’andatura zoppicante) ad intermittenza. Per claudicatio intermittens, si intende un dolore, in genere indicato come crampo muscolare. Solitamente interessa il polpaccio, aumentando con l'esercizio fisico e diminuendo con il riposo. Il paziente che ne è affetto presenterà una deambulazione intermittente, con pause forzate per calmare il dolore.
Cause
La causa che sta alla base dell’ischemia degli arti è rappresentata dall’aterosclerosi dei vasi, deputati a trasportare il sangue dal cuore agli arti inferiori. Tale condizione prevede un ispessimento della parete delle arterie, con conseguente diminuzione del diametro del loro lume vasale (ossia una cavità delimitata anatomicamente dal complesso dei tessuti che formano un organo cavo).
I fattori responsabili sono rappresentati da:
- età avanzata;
- fumo;
- diabete;
- livelli elevati di colesterolo e trigliceridi;
- sovrappeso o obesità;
- vita sedentaria;
- ipertensione.
- un’alimentazione corretta, diminuendo i grassi;
- maggiore attività fisica, da svolgere regolarmente e calibrata sulle possibilità del paziente;
- un aiuto considerevole è dato anche dai farmaci, utilizzati per monitorare il colesterolo e l’ipertensione, nonché dalla terapia antiaggregante, ossia la cardio aspirina, per fluidificare il sangue.
Sintomi
Tipicamente, l’ischemia si presenta in quattro fasi graduali di gravità. Generalmente, la classificazione di Fontaine risulta essere quella maggiormente usata. Tale classificazione prevede:
- I Stadio: in cui la patologia è asintomatica;
- II Stadio: è contraddistinta da una claudicatio intermittens, che si definisce, a sua volta, lieve (300-1000 metri), intermedia (100-300 metri), serrata (20-50 metri);
- III Stadio, in cui il paziente presenta dolori a riposo. Si parla, in questo caso, di ischemia critica;
- IV Stadio: è quello della Gangrena, ossia una conduzione per cui, uno o più tessuti del corpo, si caratterizzano da putrefazione, andando incontro a necrosi.
Come visto, dunque, il sintomo tipico dell’ischemia degli arti inferiori è rappresentato dalla claudicatio intermittens. Si tratta della comparsa di un dolore crampiforme, che di solito interessa il polpaccio durante la locomozione.
Il relativo livello di serietà e gravità, come visto nella classificazione di Fontaine, è definito dalla distanza percorsa prima che il dolore si presenti.
Diagnosi
In base all’area interessata dalle occlusioni, le fitte possono presentarsi a carico della gamba, a diverse altezze, come:
- il piede;
- la polpaccio;
- la coscia;
- il gluteo.
- inguine;
- dietro il ginocchio;
- sulla caviglia;
- dietro il malleolo mediale.
Per quanto riguarda gli esami strumentali da eseguire, troviamo:
- l’ecocolordoppler a carico del sistema arterioso dell’aorta, delle iliache e del sistema arterioso di entrambi gli arti inferiori. Si tratta dell’esame d’elezione, da effettuarsi per visualizzare possibili steno-ostruzioni a carico dell’albero arterioso, o anche aneurismi;
- per ottenere un’esatta localizzazione, si procederà successivamente con un angio-Tac o anche con un’angiografia.
Rischi
La diagnosi di ischemia degli arti presenta, principalmente, due tipi di complicazioni, che possono essere:
- il rischio di amputazione dell'arto malato;
- stabilire se l'ischemia è presente anche in altri distretti, quali il cuore, mediante diagnosi cardiologica, o anche aorta e cervello, tramite diagnostica ecodoppler.
Cure e Trattamenti
L'ischemia è un tipo di aterosclerosi, ed è soggetta all'azione convergente di fattori di rischio conosciuti, come:
- l'ipertensione arteriosa sopra 140/90 mmHg;
- il diabete mellito con la glicata sopra 7%;
- l'ipercolesterolemia con il c-LDL sopra 130 mg/dl;
- il vizio del fumo e diversi altri.
In quelle situazioni in cui la condizione patologica risulta conclamata, il trattamento della zoppia è la correzione dell’andatura. Al paziente, è consigliato iniziare questo percorso con cautela, durante le ore adatte e su un terreno pianeggiante. Se, invece, ci si trova di fronte a un caso di gangrena, la cura è chirurgica, endovascolare o aperta.
Il ricorso alla chirurgia rappresenta l’ipotesi estrema. A seconda del caso, possiamo scegliere tra:
- la chirurgia endovascolare: viene usata per ostruzioni che presentano un’estensione ridotta. Si tratta di una tecnica meno invasiva rispetto a quella classica, basandosi sull’utilizzo di particolari cateteri. Questi vengono inseriti mediante una piccola incisione in corrispondenza dell’inguine. In questo modo, è possibile raggiungere l’ostruzione. In questo punto, verrà gonfiato un piccolo palloncino, utile a dilatare l’arteria e riattivare la circolazione all’interno del vaso. Questa tecnica è chiamata angioplastica;
- è possibile ricorrere all’utilizzo di uno stent, ossia un dispositivo che, come per la tecnica precedente, mediante l’uso di cateteri, è in grado di raggiungere il punto di ostruzione. Qui, grazie alla struttura a rete metallica, si apre e dilata il vaso, consentendo all’arteria di restare aperta nel lungo periodo. Recentemente, si è assistito all’introduzione di stent speciali, detti medicati. Si tratta di dispositivi che, grazie anche all’impiego di specifiche sostanze farmacologiche, evitano che le ostruzioni si ripresentino. Questa è sicuramente un’opzione considerevole, specialmente per le arterie periferiche, che, essendo le più piccole, sono maggiormente esposte alla recidiva;
- si ricorre alla chirurgia classica nelle situazioni più gravi, ossia quando l’ostruzione appare maggiormente diffusa. In questi casi, si procede con un’operazione di bypass, utile a creare una nuova strada che possa consentire al sangue di circolare, evitando il tratto in cui è presente il blocco.
A volte, il ricorso all’intervento chirurgico si rivela la soluzione migliore per il trattamento dell’ischemia degli arti inferiori. Si tratta, non a caso, della metodica più efficace, specialmente se si tengono conto dei risultati a distanza.
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