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Fratture ossee

Dr.ssa Monica Dulio

Dr.ssa Monica Dulio

Fisiatra Medico Chirurgo, specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione Creato il: 08/11/2024
Le fratture ossee sono lesioni comuni che coinvolgono la rottura del tessuto osseo. Queste lesioni possono verificarsi in varie parti del corpo e possono essere causate da una vasta gamma di traumi, malattie o condizioni patologiche.

Le fratture possono essere classificate in diverse categorie in base a diversi fattori, tra cui la natura della lesione, la direzione della forza applicata e la gravità della frattura. Le principali categorie di fratture includono:
 
  • fratture complete o incomplete: le fratture complete coinvolgono una rottura completa dell’osso in due o più frammenti, mentre le fratture incomplete coinvolgono solo un’incrinatura o una rottura parziale;
  • fratture composte o scomposte: le fratture composte si verificano quando i frammenti di osso, in seguito alla lesione, conservano la loro sede iniziale; viceversa, quelle scomposte comportano uno spostamento di almeno un frammento dalla sua posizione iniziale. Le fratture scomposte possono essere anche esposte quando il frammento osseo lacera la pelle circostante;
  • fratture a ramo verde: le fratture a ramo verde si verificano quando l’osso si piega ma non si rompe completamente. Questo tipo di frattura è più comune nei bambini, il cui tessuto osseo è più flessibile rispetto agli adulti.
Fratture ossee

Cause Cause

Le fratture possono essere causate da una vasta gamma di fattori che possono mettere sotto forte stress le ossa o che ne possono indebolire il tessuto. Tra le cause più comuni rientrano:
 
  • traumi acuti: cadute, incidenti stradali, colpi o infortuni sportivi sono tra le cause più comuni di fratture ossee. Questi traumi possono provocare una forza sufficientemente elevata da superare la resistenza dell’osso, causando la sua rottura;
  • sollecitazioni prolungate: l’esposizione a stress ripetuti su un’area specifica dell’osso, condizione che si manifesta soprattutto negli atleti professionisti, può portare alle cosiddette fratture da stress, che si sviluppano gradualmente nel tempo;
  • malattie del tessuto osseo: condizioni patologiche che indeboliscono o compromettono la densità ossea, come l’osteoporosi, l’osteonecrosi o alcuni tumori ossei, aumentano il rischio di fratture anche in seguito a sollecitazioni lievi.

Sintomi Sintomi

I sintomi delle fratture ossee possono variare a seconda della gravità e della localizzazione della lesione. Il primo sintomo è rappresentato da un dolore, talvolta anche molto intenso e acuto localizzato nella zona della lesione. A questo, spesso, si associano altri sintomi come:
 
  • ematoma, in quanto la frattura è spesso associata alla rottura di vasi sanguigni che porta a un accumulo di sangue nella zona lesionata; l’ematoma è generalmente associato a un gonfiore;
  • limitazioni funzionali, che possono derivare sia dal dolore e dal gonfiore che da possibili deformazioni ossee legate alla rottura;
  • incapacità di sostenere il peso del corpo; questo in genere è legato a danni che interessano le strutture articolari o gli arti inferiori;
  • in caso di fratture esposte, emorragie anche significative dovute alla lesione dei vasi sanguigni.

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi delle fratture ossee si basa spesso sull’osservazione clinica, che può essere sufficiente in caso di fratture esposte ma che può richiedere anche esami approfonditi tramite test strumentali, come radiografie e risonanze magnetiche.

Le radiografie, infatti, sono quelle più frequentemente utilizzate per confermare la presenza di una frattura, in quanto forniscono informazioni dettagliate su estensione, localizzazione e gravità della frattura.

Il ricorso a TAC o risonanze magnetiche, invece, è necessario quando si sospettano lesioni ai tessuti molli circostanti, come nervi, vasi sanguigni o cartilagini.

 
Fratture ossee

Rischi Rischi

Quando non vengono trattate in modo adeguato o sono particolarmente estese, le fratture possono produrre complicanze anche rilevanti. In alcuni casi, infatti, specie con pazienti molto anziani o che soffrono di malattie ossee, le fratture possono ricomporsi molto lentamente o non farlo del tutto.

Inoltre, in seguito a fratture esposte o procedure chirurgiche può aumentare il rischio di infezioni, che possono richiedere un trattamento antibiotico o interventi chirurgici aggiuntivi e che in generale ostacolano una corretta ricomposizione dell’ossea.

Inoltre, se la lesione comprime i vasi sanguigni, può aumentare il rischio di ischemie localizzate (legate alla mancata circolazione del sangue nella zona) che producono la cosiddetta sindrome compartimentale, che si presenta con un dolore molto più intenso di quello della sola frattura.
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

La prevenzione delle fratture ossee è importante per mantenere la salute e la funzionalità delle ossa nel tempo.

Alcune strategie di prevenzione comuni includono diete ricche di calcio e vitamina D, che contribuiscono a mantenere le ossa fisicamente stabili e prevenire fenomeni di osteoporosi. Per ridurre la gravità dei traumi, invece, è bene indossare protezioni adeguate (es. caschi da moto).

Il trattamento delle fratture ossee dipende dalla natura e dalla gravità di esse ma ha come primo approccio quello dell’immobilizzazione, che può essere ottenuto applicando tutori o gessi che impediscono eventuali altri movimenti che possono aggravare la lesione.

Nei casi di fratture più lievi, specie se composte o parziali, l’immobilizzazione può essere sufficiente come trattamento, talvolta associato alla somministrazione di analgesici per ridurre il dolore.

Nei casi più gravi, come con fratture scomposte o instabili o con interessamento dei vasi sanguigni, è spesso necessario un intervento chirurgico per rimettere in sede e stabilizzare l’osso. L’intervento, in genere, si basa sull’uso di dispositivi di fissaggio come viti, chiodi o piastre metalliche, che ricongiungono i frammenti ossei e ne favoriscono il ricongiungimento. Dopo l’intervento, e fino a quando l’osso non recupera stabilità, la zona lesionata viene nuovamente immobilizzata e, anche in questi casi, vengono somministrati antidolorifici.

In genere, la fase di recupero post-intervento e immobilizzazione richiede spesso una riabilitazione per recuperare correttamente la funzionalità della zona lesionata.
 

Bibliografia

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