Emiplegia
Dr. Lazzaro di Biase
Neurologo Medico Chirurgo, specialista in Neurologia Creato il: 13/11/2020 Ultimo aggiornamento: 24/01/2024Emiplegia è il termine medico con il quale si indica la paralisi di uno dei due lati del corpo a seguito di una lesione cerebrale.
Può essere distinta in:
- emiplegia evolutiva: se la lesione cerebrale genera prima della nascita (emiplegia congenita), durante il parto o subito dopo la nascita;
- emiplegia adulta: se la lesione cerebrale quale, ad esempio, un ictus, genera in età adulta.
Cause
Causa principale dell’emiplegia sono le diverse lesioni cerebrali cui il soggetto può andare incontro nel corso della vita. Tali lesioni possono essere:
- vascolari: come, ad esempio, l’ictus;
- traumatiche: quindi dovute ad azioni esterne quali forti colpi alla testa o, nel caso dei neonati e dei bambini, scuotimenti violenti;
- degenerative: quindi causate da malattie neurologiche degenerative come Alzheimer e Parkinson;
- infettive: spesso causate da virus come l’Herpes Simplex o l’Epstein-Barr;
- morfologiche: ossia conseguenti a malformazioni come il congiungimento delle arterie cerebrali.
Sintomi
I principali sintomi della emiplegia possono presentarsi all’improvviso o in modo graduale.
Si distinguono due fasi principali:
- fase acuta: della durata di 2 o 6 settimane al massimo caratterizzata da paralisi flaccida o periferica del corpo. In questa fase, il tono muscolare diminuisce e il paziente assiste ad una graduale perdita della mobilità volontaria;
- fase sub-acuta: durante la quale si assiste ad una stabilizzazione dei sintomi precedenti.
- deficit di forza;
- spasticità: localizzata soprattutto in prossimità degli arti superiori e inferiori;
- lentezza nella risposta a stimoli esterni.
Qualora l’emiplegia si sviluppi in fase evolutiva, sarà possibile riscontrare nel bambino:
- deambulazione vistosamente asimmetrica;
- difficoltà nell’uso della mano;
- deficit di forza.
Diagnosi
La diagnosi di emiplegia va sospettata in tutti i pazienti che manifestino i sintomi di cui sopra. A seguito di un’accurata anamnesi, lo specialista dovrà procedere con tutti gli esami clinici del caso, volti ad individuare lesioni nel cervello.
Tra i principali esami vi sono:
- TAC: o tomografia computerizzata, utile per avere un’immagine chiara delle ossa, dei vasi sanguigni e dei tessuti molli del cranio;
- risonanza magnetica: utile per valutare il danno prodotto da una lesione vascolare o degenerativa.
Rischi
I principali rischi dell’emiplegia sono a carico del sistema motorio e non solo.
Trattandosi della conseguenza di una lesione cerebrale, infatti, l’emiplegia può portare con sè complicanze tipiche dell’area lesa quali:
- annebbiamento della vista;
- difficoltà nella deglutizione o disfagia;
- problemi nella comprensione del linguaggio e nella pronuncia;
- perdita di sensibilità in una metà del corpo;
- incontinenza;
- maggiore sensibilità emotiva;
- perdita di memoria.
Cure e Trattamenti
Non esiste una cura definitiva per l’emiplegia. Esistono tuttavia dei trattamenti specifici volti a migliorare la sintomatologia e, in conseguenza, la qualità della vita del paziente. Tra i possibili trattamenti troviamo:
- terapia occupazionale: una terapia riabilitativa che sfrutta le attività quotidiane manuali e ludiche per migliorare l’adattamento fisico e psicologico del paziente;
- fisioterapia: con o senza ausili da parte del paziente;
- logopedia: in modo da recuperare la capacità di comunicare in modo sufficientemente chiaro;
- stimolazione elettrica neuromuscolare: mediante impulsi elettrici deboli per contrarre e rilassare i muscoli in ambiente controllato al fine di rinforzarli
È opportuno precisare che la prognosi della malattia ha una durata variabile e dipende dalla gravità e dall’estensione della lesione cerebrale.
Bibliografia
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