Per dipendendenza da sostanze stupefacenti si intende un disturbo multimodale e multifattoriale correlato a specifiche sostanze, che nel loro effetto di intossicazione producono alterazioni del pensiero, delle emozioni, del processo decisionale e valutativo e, conseguentemente, del comportamento. Tali sostanze possono essere alcool, droghe, farmaci, psicofarmaci o succedanei che incontrino la necessità disfunzionale del soggetto.
Un'ulteriore specifica clinica e psicofisiologica consiste nell’alterazione della plasticità neuronale, inducendo variazioni cognitivo-comportamentali a breve, medio e lungo termine, con possibilità di alterazione permanente delle funzioni psicologiche fondamentali nonchè neurologiche.
ll processo che porta all'uso ed abuso di una sostanza tossica, identificabile come droga, è complesso, non banale, e riferibile a fattori endogeni ed esogeni, egosintonici ed egodistonici, presentando sempre e comunque una relazione tra: individuo, processo di funzionamento interno e l'ambiente. Nel termine ambiente vanno considerate le relazioni, i cicli vitali e quegli eventi che, elaborati dal soggetto, possono indurre ad un principio di uso di sostanze psicotrope.
Ulteriormente, vi sono dei fattori di rischio che debbono essere ascritti al disagio individuale e/o sociale, nonchè alla disinformazione sull'uso di tali sostanze.
I sintomi correlati all'uso ed abuso di sostanze psicotrope si manifestano con:
A questi, vanno aggiunti fattori specifici in relazione alla tipologia di sostanza che coprono un ampio spettro di manifestazioni cliniche, comportamentali, ideative e fisiologiche, che vanno dalla insorgenza di anedonia (incapacità di provare appagamento o interesse per attività ritenute piacevoli), sino alla sindrome astinenziale vera e propria, a correlati fattori di rischio o conclamate insorgenze, quali infezioni, epatopatie e blocchi delle funzionalità fisiologiche.
La diagnosi è pertinenza di medici esercitanti laureati in Medicina e Chirugia o Psicologia Clinica, nonchè di specializzazioni, riconosciute ed ammesse dal MIUR, capaci di operare un'iniziale o un totale intervento o di indirizzare presso strutture ospedaliere o ambulatori riconosciuti e autorizzati sul territorio nazionale. La diagnosi, cura e trattamento non possono essere operati da figure che non siano state riconosciute dal MIUR e dal Ministero della Sanità.
La diagnosi del disturbo di dipendenza da sostanze stupefacenti (detto anche tossicodipendenza) è, come già precedentemente detto, strettamente legato a più fattori, che nell'ambito della psicologia clinica e della psicoterapia possono essere espressi come la co-presenza di fattori clinici e di funzionamento interno, tali da poter esprimere, nella stragrande maggioranza dei casi, una prospettiva diagnostica di un Disturbo di Personalità. La presenza di Disturbi di Personalità concomitanti l'uso di sostanze è ampiamente provata in letteratura specialistica e medica ed in Italia è presente un rating percentuale del 47% di pazienti accolti e trattati in strutture ospedaliere e dedicate, mentre solo un 15% dei pazienti accolti e diagnosticati presenta un episodio circoscritto all'uso e abuso di sostanze.
I rischi riferiti al disturbo di uso di sostanze sono anch'essi ad esito multifattoriale e riguardano:
A questi due elementi va aggiunto l'effetto astinenziale prodotto dalla sostanza (se è proprio della sostanza indurre questo a breve o medio termine), con fattori di rischio immediati e gravi sul sistema nervoso centrale, periferico, neurovegetativo e delle funzioanlità base dell'organismo umano.
Inoltre, in termini di condotta, vi è anche da far notare che più del 70% delle sostanze sono illegali e che possono determinare una condotta deviata e deviante, portando il soggetto a:
La tossicodipendenza nel suo senso generale clinico, o le varie sottospecie di dipendenze, prevedono un processo di diagnosi, trattamento e cura. La diagnosi discriminante segue i termini stabiliti dal DSM e quelli che sono i protocolli di trattamento riconosciuti e stabiliti dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
La diagnosi, il trattamento e la cura non possono essere effettuati da soggetti non titolati ed autorizzati negli ambiti della Medicina Chirurgica e Medicina Psicologica, e più specificatamente, il trattamento e la cura prevedono un approccio multimodale che deve essere strutturato ad hoc sul paziente prevedendo:
L'approccio multimodale e multidisciplinare indica in quelle che sono le terapie di tipo cognitico-comportamentale, esistenziale e sistemico-relazionale, gli ambiti preferibili ed elettivi del trattamento terapeutico. E' previsto, a seconda delle casistiche, l'apporto e la collaborazione con altre figure specialistiche quali medici psichiatri, medici neurologi, medici epatologi e infettivologi.
La cura e trattamento prevedono per un verso l'attenersi ai protocolli dell'OMS e, al contempo, l'operare un percorso quanto più specifico la difficoltà e la gravità della dipendenza espressa. In questo senso permane la prevalenza, e quasi obbligatorietà, di rivolgersi a strutture mediche specializzate e in casi eccezionali presso quelle strutture (anche private) ove il trattamento residenziale sia stato comprovato nella sua efficacia indagandone la teoria, il metodo e soprattutto i risultati ottenuti in follow up a 6 mesi, 1 anno, 2 anni, 5 anni.
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