Coronavirus (Covid-19)
Dr. Massimo Di Battista
Pneumologo Medico Chirurgo, specialista in Pneumologia Creato il: 28/11/2024Il COVID-19 prende il nome dalle iniziali delle parole COrona VIrus Disease 19, ossia “malattia da Coronavirus del 2019”.
Cause
SARS-CoV-2 è un virus a RNA a singola elica appartenente alla famiglia dei coronavirus, che comprende anche il virus responsabile della SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave) del 2002-2003 e il virus responsabile della MERS (Sindrome Respiratoria Mediorientale) del 2012.Il virus si trasmette principalmente attraverso le goccioline respiratorie rilasciate quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla. Può anche diffondersi toccando superfici contaminate e quindi toccando gli occhi, il naso o la bocca. In genere, le persone infette hanno un maggior potenziale di contagio durante l’incubazione del virus e nelle fasi iniziali della malattia.
Una volta entrato a contatto con l’organismo, il virus utilizza la sua proteina di superficie, chiamata spike, per legarsi al recettore dell’enzima convertente dell’angiotensina 2 (ACE2) presente sulla superficie delle cellule umane. Una volta legato all’ACE2, il virus può penetrare nelle cellule ospiti e iniziare la sua replicazione.
Dopo l’infezione iniziale, il sistema immunitario del paziente entra in azione per combattere il virus. Tuttavia, in alcuni individui, la risposta immunitaria può diventare particolarmente intensa e causare un’infiammazione generalizzata. Questa risposta immunitaria esagerata è nota come tempesta citochinica ed è associata alle complicanze più gravi della malattia.
Sintomi
In genere, dopo l’infezione, Sars-CoV-2 va incontro a un periodo di incubazione che può durare da 2 a 10 giorni (la variante più recente, omicron, tende a rimanere in incubazione per 2-4 giorni) prima che il COVID-19 manifesti la propria sintomatologia.I sintomi del COVID-19, in particolare delle varianti più recenti, sono quelli tipici di un’infiammazione delle vie respiratorie, con febbre, tosse, cefalea, congestione nasale e mal di gola, che rappresentano i sintomi più comuni. Questi sintomi possono poi affiancarsi ad altri meno comuni ma tipici, che includono:
- spossatezza;
- perdita di gusto e/o olfatto;
- dispnea;
- dolori muscolari;
- diarrea.
Diagnosi
La diagnosi di COVID-19 può essere posta tramite diversi test che mirano a individuare il materiale genetico o le proteine di superficie del virus Sars-CoV-2.Il test molecolare consiste in un tampone nasofaringeo che raccoglie le secrezioni respiratorie del paziente. Su questo viene quindi eseguita una reazione a catena della polimerasi (PCR) per quantificare il contenuto di RNA del virus e determinare la presenza o meno dell’infezione. Questa tecnica è considerata il gold standard nella diagnosi, ma può essere eseguita solo in centri specializzati e richiedono dei tempi di elaborazione più lunghi.
I test antigenici sono generalmente meno attendibili di quelli molecolari ma possono essere eseguiti anche a domicilio e hanno come obiettivo l’individuazione degli antigeni di superficie del virus. Questi test possono produrre dei falsi negativi durante le fasi iniziali della malattia; pertanto, in presenza di sintomi ma con un test antigenico negativo può essere utile eseguire anche un test molecolare di conferma.
Rischi
L’infezione da COVID-19, nelle persone vaccinate e in buona salute, tende a risolversi entro alcuni giorni (generalmente una o due settimane); in soggetti a rischio, invece, la malattia può aggravarsi dopo le fasi iniziali e peggiorare fino alla comparsa della sindrome da distress respiratorio acuto, che può essere anche fatale.L’infezione, però, può interessare anche altri organi, come il cuore, i vasi sanguigni e il sistema nervoso.
Le complicanze cardiovascolari, per esempio, possono derivare dall’infiammazione sistemica e possono includere aritmie, cardiomiopatie o lesioni vere e proprie a carico del cuore. In alcuni casi, invece, possono aumentare il rischio di disturbi della coagulazione come trombosi (e quindi tromboembolie), coagulazione intravascolare disseminata o emorragie. Infine, alcune persone possono sviluppare complicazioni neurologiche, come la sindrome di Guillain-Barré.
Inoltre, anche dopo la risoluzione dei sintomi non è raro (si stima che avvenga nel 20-50% dei casi) riscontrare conseguenze di lungo termine della malattia, come una persistenza dei sintomi respiratori, dell’affaticamento o dei dolori muscolari o anche complicanze di tipo cognitivo (anche note come nebbia cognitiva).
Cure e Trattamenti
Dal 2021 è stata attivata la campagna vaccinale per anti-COVID-19, che ha avuto un ruolo fondamentale per ridurre i tassi di ospedalizzazione e mortalità correlati alla malattia. Al giorno d’oggi, la vaccinazione costituisce quindi la prima forma di prevenzione contro l’infezione da Sars-CoV-2 e contro le forme più gravi della malattia. Anche l’isolamento e l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie aeree sono utili a prevenire la diffusione dell’infezione sia da parte dei pazienti che da parte di chi li assiste.Il trattamento dell’infezione da COVID-19 dipende dalla gravità dei sintomi e dalle complicanze associate. Per I casi lievi, il trattamento di solito consiste nel riposo, nell’idratazione e nell’assunzione di antinfiammatori per ridurre la febbre e il dolore, in quanto la malattia tende poi a risolversi spontaneamente entro una o due settimane.
In casi di COVID-19 a sintomatologia moderata ma non grave, sono stati messi a punto dei farmaci antivirali che consentono di ostacolare la progressione della malattia verso le forme più gravi. In genere, la terapia antivirale si basa sulla somministrazione di nirmatrelvir, che inibisce la replicazione del virus, associato a ritonavir, che ne aumenta la permanenza nell’organismo.
Nelle forme gravi, infine, la terapia si basa sull’accoppiamento di un antivirale (generalmente remdesivir) con corticosteroidi (generalmente desametasone) e farmaci immunomodulatori, in modo da ridurre sia i danni indotti dal virus direttamente che quelli causati dalla reazione immunitaria dell’organismo. In questi casi può essere necessaria anche la somministrazione di ossigeno supplementare o la ventilazione meccanica.
Bibliografia
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