Il lattosio è l’unico zucchero contenuto nel latte, ed è un disaccaride, cioè uno zucchero composto rispettivamente da 2 diversi monosaccaridi (1 molecola di glucosio legata ad una molecola di galattosio). Quando beviamo del latte o mangiamo dei formaggi, il lattosio contenuto ed ingerito, deve essere digerito a livello intestinale, prima di poterlo assorbire e utilizzare come fonte energetica; a questa funzione è preposto un enzima di tipo idrolasi ( che scinde lattosio con acqua in glucosio più galattosio ) detto appunto lattasi e prodotto da batteri della flora intestinale a livello delle cellule del tenue.
Tale enzima di solito si trova solo nei mammiferi giovani dell’Europa del nord in cui l’alimentazione è molto ricca di latticini e derivati e la popolazione ha sviluppato la capacità di produrre l’enzima anche in età adulta; in opposto, nei popoli orientali in cui i prodotti derivati dal latte non sono spesso consumati dopo lo svezzamento, la maggior parte degli adulti non sintetizza più l’enzima o lo sintetizza in quantità insufficienti e di conseguenza non riesce a digerire l’alimento che può causare problematiche di gonfiore addominale o intolleranza.
L’intolleranza al lattosio appunto è la problematica intestinale legata all’ingestione di latte o assunzione di prodotti caseari.
I sintomi principali sono: distensione gassosa, meteorismo addominale e diarrea, a causa dei batteri del colon che fermentano il lattosio in gas e acidi organici.
La diagnosi può essere effettuata tramite un esame non invasivo chiamato breath test al lattosio che si effettua soffiando in un tubicino connesso ad un apparecchio che valuta appunto la capacità del l’intestino di digerire il latte, l’esame è molto semplice e prevede l’assunzione di una dose prestabilita di un determinato zucchero ( in tal caso 20 gr di lattosio, cioè 400-500 ml di latte) e poi si analizzano i gas espirati dal paziente dopo un certo periodo di tempo ricercando in particolare il picco di idrogeno nell’aria espirata, che sta ad indicare una fermentazione intestinale dello zucchero ( in tal caso appunto il lattosio) che non è stato assorbito dall’intestino, o meglio dalla flora intestinale del colon.
Poiché latte e derivati rappresentano la fonte primaria di calcio, le persone intolleranti al lattosio devono cercare di compensare con altri alimenti ricchi di tale minerale, onde evitare problematiche di carenza in età più avanzata, come ad es.l'osteoporosi. Alimenti alternativi possono essere alcuni tipi di formaggi stagionati almeno 6 mesi, poiché grazie alla stagionatura tali prodotti perdono la maggior parte del lattosio (tra questi il migliore è il parmigiano). Un altro modo per sostituire il latte, è bere 1 litro di acqua ricca di calcio, che equivale a due vasetti di yogurt come concentrazione del minerale.
Per risolvere il problema, quindi si deve scegliere un’alimentazione sostitutiva o integrare il Calcio con qualche prodotto in compressa, e togliere completamente gli alimenti ricchi di lattosio dalla propria dieta.
Ma se vi andasse di mangiare un bel dolce al cucchiaio come una crema ? Non è necessario rinunciarvi a vita, basta assumere prima del pasto incriminato un prodotto contenente lattasi, appunto l’enzima che non siamo più in grado di produrre, ed il gioco è fatto (1 capsula riesce a scindere fino a 100 cc di lattosio).
Ma questo problema lo avrò a vita ? Non è detto, 1 mese dopo l'eliminazione completa di latte e derivati dal regime alimentare quotidiano, si può provare a reintrodurli a piccole dosi e se non si manifestano sintomi si può gradualmente di settimana in settimana aumentarne il consumo, continuando però sempre a fare molta attenzione ad evitare gli eccessi.
BIBLIOGRAFIA
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Coordinamento Nazionale Docenti Universitari di Gastroenterologia, “Manuale di Gastroenterologia”, Roma, Pacini editore, 2007
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