Sport: farmaco a costo zero
Un farmaco potentissimo, capace di contribuire alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, di ritardare la comparsa del diabete, di combattere le malattie metaboliche e i disturbi alimentari. Un farmaco quasi senza controindicazioni, e a costo quasi zero che tuttavia fa fatica a farsi largo tra i pazienti.
È lo sport.
Quanti e quali sono i benefici dell'attività sportiva?
L’attività fisica diventa sempre più centrale negli studi clinici sulle malattie e sulle patologie croniche e progressivamente invalidanti, come il diabete mellito di tipo 1.
Questo articolo, non vuole solo spiegare i benefici che i pazienti diabetici traggono dall’attività fisica, ma allarga il campo anche all’importanza culturale dello sport nella società contemporanea e nella vita, spesso troppo sedentarizzata del paziente.
Il problema dei disturbi del comportamento alimentare (DCA ) quali anoressia e bulimia, per esempio, non colpisce più solo i giovani, ma anche gli adulti di entrambi i sessi. Proprio partendo da queste considerazioni si deve comprendere come l’esercizio fisico sia diventato sempre più indispensabile. È studiato in tutte le sue forme per la lotta contro i tumori, per il benessere fisico e mentale dei soggetti, nella prevenzione delle demenze.
Lo sport previene il diabete?
L’esercizio fisico svolge un ruolo chiave anche nella prevenzione primaria e secondaria del diabete. Ciò è vero non soltanto per il diabete di tipo 2 ma anche per il diabete di tipo 1 o infantile autoimmune. Gli studi confermano infatti che nei bambini riscontrati positivi agli auto-anticorpi anti-beta-cellula pancreatica che fanno attività fisica strutturata c’è un ritardo nella comparsa del diabete di tipo 1. Notizie ottime soprattutto per l’isola italiana della Sardegna, tra le regioni al mondo con la più alta incidenza nella popolazione del diabete di tipo 1.
In che modo l'attivtà fisica aiuta a prevenire il diabete?
Alla luce di questo, è possibile dire che l’esercizio fisico ha un effetto immuno mediato e anti infiammatorio. È come un farmaco antiflogistico:
- riduce lo stato di flogosi;
- aumenta l’aspettativa di vita e la qualità della vita;
- riduce la possibilità di avere l’infiammazione del pancreas.
Che cos'è il diabete?
L’insulite è l’infiammazione dell'insula pancreatica, sede della produzione di insulina, che è alla base del processo autoimmune. Significa che l’organismo rigetta le sue cellule, trasformando gli autoanticorpi in bombette che distruggono le beta-cellule pancreatiche (autoimmunità). A questo punto compare il diabete di tipo 1.
Dove c'è maggiore incidenza di diabete?
Ecco che la Sardegna potrebbe diventare un laboratorio vivente per testare l’efficacia dell’esercizio fisico sulla diffusione del diabete di tipo 1 e 2. Per far ciò, servirebbe una vera e propria rivoluzione culturale che trasformi l’esercizio fisico in una materia centrale nelle scuole. Ci dovrebbero essere docenti con un’altissima preparazione al riguardo e strutture scolastiche adeguate per sostenere questa sperimentazione sul modello delle scuole anglosassoni, dove ogni istituto ha un suo team sportivo di rappresentanza. Questo contribuirebbe non solo a trasformare l’eccellenza sportiva e la pratica in due punti fondamentali della formazione e del cursus honorum degli allievi ma anche a porre l’accento sull’importanza del mantenimento della buona salute.
Fare sport è terapeutico?
Nessun dubbio: l’esercizio fisico è una terapia. E come tale deve essere prescritta. Bisogna prestare attenzione ai rischi che possono derivare da un eccessivo ricorso all’attività fisica e di cui gli specialisti sono ben consapevoli. Con lo sport si rilasciano endorfine che fanno stare bene. ma si rischia di incorrere nella dipendenza se non opportunamente seguiti.
Fare sport è rischioso?
Tra i principali rischi connessi ad una dipendenza da esercizio fisico si riscontrano:- amenorrea: scompenso fisico presente soprattutto nelle donne;
- bigoressia: incapacità di riposare a causa di una eccessiva soddisfazione connessa con l'attività sportiva
Non esercitare abbastanza la funzione motoria, nata per favorire l’apporto proteico animale grazie alla locomozione, sconvolge l’equilibrio tra i sistemi di produzione e di utilizzo di energia sviluppatisi nel corso di milioni di anni. Altrettanto dannoso è un esercizio estremo della funzione motoria.
Globesità: un fenomeno antropologico
Oggi, i trend di sedentarietà sono in aumento. Computer, Smartphone, Tv e video hanno posto le basi per quella che possiamo definire globesità: una tendenza mondiale alla sedentarizzazione con riduzione del volume cerebrale cui si assiste per la prima volta dopo 50 mila anni. Sedentarietà che gli studi hanno dimostrato essere connessa alla Sindrome Metabolica e al diabete.
Chi ne è colpito?
Uno studio multicentrico indica che una percentuale elevata di bambini e adolescenti, in tutto il mondo, soffre di un'alimentazione disordinata. Ad essere colpite sono soprattutto le ragazze e le persone con un indice di massa corporea (BMI) elevato.Le cifre sono preoccupanti dal punto di vista della salute pubblica e sottolineano la necessità di attuare strategie per la prevenzione dei disturbi alimentari. Questi disturbi includono:
- anoressia nervosa;
- bulimia nervosa;
- disturbo da alimentazione incontrollata;
- disturbo alimentare, non altrimenti specificato.
Chi è più colpito dai DCA?
La prevalenza di questi disturbi nei giovani e giovanissimi è notevolmente aumentata a livello globale negli ultimi 50 anni. Alcuni individui con disturbi alimentari nascondono i sintomi principali ed evitano o ritardano la ricerca di cure specialistiche a causa di sentimenti di imbarazzo, stigma o ambivalenza nei confronti del trattamento. Ciò spiega perché la maggior parte dei casi di disturbi alimentari rimane non rilevata e non trattata e conferma quanto sia fondamentale assumere un approccio differente.
Quali sono i vantaggi dell'attività fisica su globesità e DCA?
La chiave è l’attività fisica, ripensata proprio come cura per i disturbi alimentari. Un’attività fisica ben strutturata che più della semplice dieta può curare l’obesità. Smettiamo dunque di essere pesocentrici o grassocentrici: si deve concepire il regime alimentare come una scelta di vita, un’abitudine quotidiana associata alla pratica sportiva o il rischio è quello di non concludere nulla e tornare, dopo una prima perdita di peso, a riprendere i kg perduti.
L’attività fisica di questo tipo va preparata mentalmente e studiata per ogni singolo caso. Ecco perché sarebbe indispensabile iniziare proprio dalle scuole, sin dalle primarie, ma con un approccio del tutto differente da quello che si ha ora.
Educazione fisica
L’educazione fisica dovrebbe passare dall’essere materia di scorta all’essere una vera e propria “educazione”, come dice il termine. Deve prevedere standard precisi e percorsi determinati. Deve avere un peso differente all’interno dell’orario scolastico e deve avere un personale iperspecializzato e multidisciplinare che segua periodicamente i giovani nella loro vita.
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